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1 - NDRANG-QUEEN : LA STORIA ROCCO FICARA, NIPOTE DI BOSS, DIVENTATO LADY GODIVA
All’anagrafe si chiama Rocco Ficara ma per molti, soprattutto nel sud Italia, è Lady Godiva. È il nipote di Santo, super boss trucidato in una delle guerre di mafia più cruente che hanno dilaniato Reggio Calabria negli anni ‘80. La sua testimonianza andrà in onda domani su Rai Uno, nel programma sfonda Auditel di Eleonora Daniele “Storie Vere”, con un servizio curato dal massmediologo Klaus Davi in cui ha cercato di raccontare l’incredibile vicenda di un ragazzo che ha sfidato l’omofobia violenta delle cosche.
2 - DOMANI SU RAI UNO IN ONDA LA STORIA DI ROCCO FICARA CHE HA FATTO COMING OUT SFIDANDO LE REGOLE DELLA MAFIA
“Che la Ndrangheta sia in assoluto l’associazione mafiosa più omofoba è parere di magistrati come Nicola Gratteri, Vincenzo Macrì e Michele Prestipino. Sono numerosi gli episodi di persone allontanate, nella migliore delle ipotesi, se non proprio eliminate anche solo per il dubbio di essere omosessuali.” dice Eleonora Daniele conduttrice di Storie Vere, programma che pur andando in onda alla mattina e con ascolti importanti non indietreggia rispetto a temi difficili.
Ed è questo uno dei casi : c’è chi sfida le regole della mafia facendo delle proprie caratteristiche una professione ma anche una sfida sociale . E’ il caso di Rocco Ficara, talentuosa drag queen calabrese, membro del gruppo “Le Portinaie”. L’intervista – realizzata da Klaus Davi in onda mercoledì 11 alle ore 10.00 – racconta il percorso coraggioso di chi si e’ affrancato da un ambiente difficile puntando sul proprio talento.
Il cognome Ficara a Reggio Calabria è stato -ed è - sinonimo di sangue e violenza. Nipote di quei Santo e Vincenzo che furono trucidati in una guerra di mafia negli anni ottanta , Rocco cresce in un ambiente i cui contorni sono immaginabili ma ci tiene a precisare che “mi sono sempre tenuto fuori da certe cose”.
Dei fratelli di mio padre non ho un ricordo diretto . Per quanto ne possa sapere ai suoi figli non hanno mai fatto mancare nulla ma non puo essere solo questo un metro di giudizio”. E non poteva essere diversamente. Rocco ha solo 25 anni e si è dichiarato gay in famiglia a 18 , segnando una linea di demarcazione fra lui e certi contesti più che attraverso le parole, tramite i fatti. Intendiamoci, Rocco e’ consapevole dei rischi che corre ma precisa “più che alla mia vita tengo alla serenità della mia casa, del mio nucleo familiare.
Se sei tenace e se ti fai vedere per quello che sei, credo sia la migliore prova della tua autonomia. Io ci sono riuscito per esempio con mio fratello. Quando glielo rivelai non ci siamo parlati per molto tempo. Poi ha capito e mi ha accettato. Solo essendo se stessi si può poi capire cosa è giusto e cosa è sbagliato e scegliere un percorso lontanissimo dalla mafia come il mio.”
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