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Paolo Colonnello per “la Stampa”
Racconta chi è entrato in quella macelleria - fino a sabato fa modesto appartamento di una casa popolare alla periferia Est di Milano - che una scena così, nella pur lunga notte criminale della città, non si era mai vista: lungo il corridoio c’era il cadavere senza testa di Antonietta Gisonna, 51 anni, prostituta di origini napoletane; chiuso nel bagno, in uno stato di completo impazzimento, il suo assassino e carnefice, il giovane transessuale ecuadoregno Carlos Julio Torres Velasca, di 20 anni.
IL DELIRIO
Tutt’intorno, dalle pareti al pavimento, fino al soffitto, sangue, che ricopriva anche le mani (ferite) e il volto di Carlos, in preda a un delirio: i medici, prima di portarlo a San Vittore lo hanno dovuto sedare. Sarà interrogato dal pm Ennio Ramondini quando riuscirà a rispondere. Di giorno le avevano viste insieme, come due amiche. Alla sera invece le hanno sentite litigare furiosamente.
Il motivo è ancora sconosciuto, forse droga, forse un debito in sospeso per l’uso dell’appartamento. Nulla comunque di così grave da poter giustificare la testa mozzata di Antonietta, rotolata alle due del mattino nel cortile interno delle case popolari di via Amadeo 33, prima di fermarsi a ridosso di un muro vicino all’ingresso del condominio.
Dove i carabinieri l’hanno ritrovata appena entrati nel palazzo, chiamati dagli abitanti della casa che, dalle finestre avevano visto la donna prendersi a botte con il transessuale equadoregno, in Italia dal 2010 con permesso di soggiorno e senza precedenti penali. Il quale, dopo averla colpita con una decina di fendenti e forse anche con uno specchio, le ha tagliato la testa gettandola poi dalla finestra della cucina, al secondo piano della scala “B” del palazzo. Uno spettacolo raccapricciante, che ha lasciato tracce evidenti persino sui muri esterni della casa e sul davanzale del balcone, guidando velocemente i militari all’appartamento dove era avvenuto il delitto.
IL CONDOMINIO IN CUI E STATA UCCISA ANTONELLA GISONNA
L’ALLARME
La prima ad accorgersene è stata la vicina del piano di sotto che verso l’1,45 ha chiamato il 112. Quasi contemporaneamente, un vicino della casa di fronte telefonava ai carabinieri: «Correte, una donna sta accoltellando un’altra».
Poi, in ginocchio nella camera da letto, Carlos ha finito la sua opera in preda al delirio, decollando la donna che ogni tanto le lasciava usare l’appartamento per la sua attività di prostituzione. Dopo aver ucciso e decapitato Antonietta Gisonna, l’ha trascinata nel corridoio e quando ha sentito il trambusto sulle scale dei carabinieri, ha chiuso la porta di casa e si è chiuso in bagno, dove è stato trovato e ammanettato dopo una breve resistenza. I coltelli della mattanza erano sparsi sul pavimento, tutti prelevati dalla cucina.
IL CONDOMINIO IN CUI E STATA UCCISA ANTONELLA GISONNA
Antonietta secondo i vicini, si prostituiva in casa con il nome di “Antonella” e forse non disdegnava il piccolo spaccio. Un paio di anni fa era stata coinvolta in un’inchiesta per droga dove il suo convivente, un magrebino, era stato arrestato. Raccontava di avere due figlie, una delle quali detenuta ad Opera sempre per questioni legati allo spaccio. Una vita ai margini, come quella di Carlos, viado delle notti milanesi, impazzito per un rifiuto banale.
IL CONDOMINIO IN CUI E STATA UCCISA ANTONELLA GISONNAAPPARTAMENTO IN CUI E STATA UCCISA ANTONELLA GISONNA
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