STRAGE DI BOSTON: LO ZAMPINO DI AL-QAEDA C’È ECCOME

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Maurizio Molinari per "la Stampa"

La polizia di Boston ha trovato un arsenale di bombe rudimentali e ritiene che i due terroristi ceceni si apprestassero a compiere altri attacchi mentre l'Fbi guarda al Caucaso nella ricerca di motivi e possibili mandanti nell'attentato alla maratona. Ma affiorano tensioni con l'antiterrorismo di Mosca.

È il capo degli agenti di Boston, Ed Davis, a rivelare alla «Cbs» che «abbiamo trovato un arsenale di esplosivi fatti artigianalmente» in possesso di Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev. Si tratta di bombe rudimentali inesplose rinvenute a Watertown, dopo il conflitto a fuoco di giovedì notte, e di ordigni simili lasciati dai fratelli ceceni nella casa di Norfolk Street a Cambridge.

«In base alle informazioni finora raccolte credo che avessero intenzione di lanciare altri attacchi», sottolinea Davis, aggiungendo che «adesso le indagini puntano a identificare l'origine dei materiali adoperati per confezionare tali bombe rudimentali» al fine di appurare «la possibile esistenza di complici».

A tale riguardo tre cittadini del Kazakhstan, titolari anche di passaporti americani, sono stati fermati lontano da Boston ma l'Fbi non ha formalizzato alcuna accusa nei loro confronti. La maggiore attenzione resta puntata su Dzhokhar, ricoverato nell'ospedale Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, le cui condizioni di salute non consentono però ancora di iniziare gli interrogatori.

Ha ferite alla gola, è stato intubato e non è in grado di parlare. In attesa di ascoltarlo, il ministro della Difesa Chuck Hagel assicura che «non disponiamo ancora di prove sul coinvolgimento di gruppi terroristi stranieri», ma l'Fbi sta lavorando a stretto contatto con i colleghi russi dell'Fsb per ricostruire i movimenti del fratello maggiore, Tamerlan, durante il viaggio fatto in Cecenia e Daghestan nel 2012.

L'ipotesi di possibili legami nel Caucaso nasce dal comportamento che ebbe Tamerlan al ritorno negli Stati Uniti, testimoniati dai video nella propria pagina su YouTube. Vi sono i sermoni del predicatore salafita russo Abdul alHamid al-Juhani, ideologo della Jihad in Cecenia, e dell'estremista salafita libanese Feiz Mohammed, che vive in Australia, così come alcuni video di kamikaze islamici ceceni seguaci di Doku Umarov, il leader dell'Emirato del Caucaso denominato dai propri seguaci il «Bin Laden russo».

A portare verso i jihadisti del Caucaso sono anche le tracce musicali trovate nei computer di Tamerlan perché era un fan del cantante russo Timur Mucuraev, molto amato dagli integralisti dell'«Al Qaeda bianca» che si batte contro Mosca. Una delle canzoni jihadiste più popolari di Mucuraev è «Gerusalemme», nella quale il motivo è «non ti prenderemo con le chitarre».

Mike Rogers, capo della commissione Intelligence della Camera, afferma che Tamerlan Tsarnaev «forse si recò in Russia nel 2012 usando una falsa identità» e «vi rimase per sei mesi e mezzo» tornando poi negli Stati Uniti «mostrando i segni di un maggiore estremismo». Resta da appurare perché Tamerlan partì, se qualcuno lo aiutò negli Stati Uniti a organizzare il viaggio e chi incontrò durante la permanenza in Russia.

Sono interrogativi che richiedono una stretta cooperazione fra intelligence americana e russa ma, secondo Rogers, vi sarebbero tensioni. Il motivo ha a che vedere con quanto avvenne nel 2011 quando l'Fbi interrogò Tamerlan e poi decise di non metterlo sotto sorveglianza. «Ciò avvenne perché un servizio di informazione straniero non diede la collaborazione necessaria», afferma Rogers, lasciando intendere che sarebbe stata dunque Mosca a non garantire alle unità antiterrorismo dell'Fbi la collaborazione necessaria.

Quanto avvenuto a Boston porta le forze di sicurezza americana a una maggiore attenzione nei confronti della minaccia dei «lupi solitari» jihadisti e così all'aeroporto di Chicago è stato arrestato Abdella Al Tounisi, un musulmano-americano di 18 anni che stava per partire alla volta della Turchia per arruolarsi con gli jihadisti affiliati ad Al Qaeda in Siria.

 

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