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STRAGE DI NIZZA IN 3 MINUTI
Mohamed Lahouaiej Bouhlel
nizza la bambina morta in strada accanto alla bambola
Lo Stato Islamico ha rivendicato con un comunicato diffuso dai canali della sua propaganda la strage sulla Promenade des Anglais di Nizza, la sera di giovedì 14 luglio. E' stato "un soldato" dell'Is, sostiene l'agenzia Amaq, che cita "fonti di sicurezza". Il messaggio è stato rilanciato dal gruppo Site, che monitora le attività jihadiste sul web.
STRAGE NIZZA
nizza l assalto della polizia all attentatore 2
nizza attentato terrorista
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L'indagine in corso ha portato al fermo di quattro uomini facenti parte dell'entourage di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, autore dell'attentato, nato in Tunisia e residente a Nizza. I quattro, la cui identità non è stata rivelata, sono stati interrogati e fermati. Lo si apprende da fonti giudiziarie francesi, secondo cui i fermi sono stati effettuati in due diverse aree di Nizza. La ex moglie dell'uomo, fermata venerdì, resta in custodia.
Giovedì sera, mentre sul lungomare si celebrava la festa nazionale con i fuochi d'artificio, Bouhlel, 31 anni, alla guida di un camion frigorifero del peso di 25 tonnellate si è lanciato contro la folla travolgendola, prima di essere ucciso dalla polizia. Al momento, il bilancio è di 84 morti e circa duecento feriti, ma potrebbe ulteriormente aggravarsi per le difficili condizioni di alcuni di essi.
Tre italiani, coinvolti nell'attentato, sono tutt'ora ricoverati all'ospedale Pasteur di Nizza, ha riferito il console generale nella città, Serena Lippi. Il più grave è Andrea Avagnina di Mondovì (Cuneo), in rianimazione per traumi e lesioni interne. Gaetano Moscato, di Chiaverano (Torino), ha subito l'amputazione di una gamba ma le sue conduzioni non destano preoccupazione. Così come per una quattordicenne, di cui non è stata resa nota l'identità, che ha riportato la frattura di un arto inferiore.
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Mohamed Lahouaiej Bouhlel
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Mohamed Lahouaiej Bouhlel
E' invece dall'Unità di Crisi della Farnesina che si apprende come siano 31 i nostri connazionali ancora da rintracciare. Tre funzionari dell'unità sono giunti la notte scorsa a Nizza e sono al lavoro per incrociare i nomi delle varie liste di italiani presenti nell'area. Oggi è anche arrivato a Nizza dell'ambasciatore italiano in Francia, Giandomenico Magliano.
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Strage di Nizza - il tir dell attacco
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Tra gli italiani che mancano all'appello, la signora Carla Gaveglio, 48 anni, proprio la madre della quattordicenne ricoverata al Pasteur. Secondo il racconto della ragazzina, la sera del 14 luglio sua mamma ha accusato un malore dopo aver messo in salvo due amiche della figlia, è stata caricata in ambulanza e da quel momento non si sono avute più notizie. Suo marito, Roberto Ponte, sindaco di Piasco, in provincia di Cuneo, ha raccontato: "Non è stato facile trovare mia figlia in ospedale a Nizza, mi ci sono volute cinque ore per rintracciarla. E finora non sono riuscito a trovare mia moglie".
Un'altra donna originaria del cuneese di cui non si hanno notizie è Marinella Ravotti, 55 anni, moglie di Andrea Avagnina, 53 anni, il più grave degli italiani feriti, consigliere comunale a S.Michele di Mondovì. La figlia Beatrice, rientrata in aereo dalla Spagna dove lavora come interprete, è ripartita all'alba verso la Costa Azzurra. "Non ho ancora notizie di mia mamma", ha risposto con un sms.
Ancora la console Lippi sulla possibilità che vi possano essere italiani tra le vittime: "La lista ufficiale delle vittime non c'è, sulla loro identità non si sa ancora nulla. Giovedì sera c'erano tanti italiani sulla promenande, ma non sappiamo ancora se qualcuno di loro è tra i morti. Gli accertamenti sono complessi e procedono con lentezza. Stiamo quindi aspettando i dati ufficiali".
Lo Stato Islamico, intanto, rivendica le motivazioni jihadiste dietro l'azione assassina di Bouhlel, sulle quali il governo francese non si era espresso in modo unanime, manifestando nella giornata di venerdì la netta divergenza di vedute tra il premier Manuel Valls e il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve. Con il primo a dire che la strage "senza dubbio" è "collegata, in un modo o nell'altro, all'islamismo radicale". E il secondo rispondere seccamente "no" a precisa domanda su TF1: "Siete in grado di affermare che l'attentatore è legato all'Islam radicale?".
Anche dopo la rivendicazione resta al momento difficile dire se Bouhlel abbia agito nell'ambito di una rete o si tratti di un caso di "lupo solitario". Le deposizioni dei cinque fermati potrebbero alterare, ma anche confermare, questo quadro. Autotrasportatore di professione, reduce da un recente divorzio, Mohamed Lahouaiej Bouhlel è stato descritto dal padre, Mohamed Mondher Lahouaiej-Bouhlel, come un "depresso, collerico", che quando andava in crisi "spaccava tutto". Per i vicini era "uno squilibrato".
"Non aveva mai manifestato segnali di radicalizzazione ed era del tutto ignoto ai servizi segreti francesi". Parola di François Molins, capo della Procura antiterrorismo di Parigi, che prima della rivendicazione dello Stato Islamico aveva concluso che quanto accaduto a Nizza si configura esattamente come conseguenza degli "appelli permanenti all'assassinio" degli infedeli che la propaganda jihadista invia ai musulmani in tutto il mondo.
Appelli che potrebbero aver fatto breccia nella mente debole e confusa del tunisino, passato in una notte dall'essere titolare di un profilo criminale infimo, "autore di minacce, violenze, furti e danneggiamenti" tra 2010 e 2016, a "soldato dello Stato Islamico". I cinque fermati hanno avuto un ruolo attivo in questa metamorfosi o, semplicemente, non potevano non sapere e hanno taciuto?
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