DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi per torino.corriere.it
Tanto per partire cauto, il professor Carlo Taormina, docente di Procedura penale ed ex sottosegretario al ministero dell’Interno, traccia il confine «tra attività professionale e vita privata», assumendo la difesa all’avvocato Alessandra Demichelis, sospeso per 15 mesi dal consiglio distrettuale di disciplina dell’Ordine.
Ecco: «Cicciolina è stata una deputata del Parlamento, e fuori faceva la pornostar; Berlusconi era presidente del Consiglio e di sera faceva il bunga bunga». Finita nei guai per la pagina Instagram Dc Legalshow, un mix di toghe, borse Chanel e scatti, alcuni osè, Demichelis farà ricorso al consiglio nazionale forense.
Professor Taormina, che idea s’è fatto della decisione del consiglio di disciplina?
«Me ne sono fatte alcune, di carattere generale: la prima è che le regole deontologiche della nostra professione sono antiquate e oscurantiste, lontane mille miglia dai social network e dalla Costituzione repubblicana».
Perché?
«Perché non c’è una sola norma che sia chiara, sul punto, e che rispecchi la realtà dei tempi. Di più: questa vicenda riuscirà a mettere a nudo l’arretratezza di queste regole».
«Mettere a nudo» era una battuta?
«Demichelis potrebbe avere pubblicato foto inadeguate, lo vedremo, ma il punto è un altro: non ho trovato la norma di riferimento, che in questo caso preveda la sospensione. Per dire, la mancanza di probità, comporta l’ammoninmento o la censura».
Quindi?
«Il provvedimento del consiglio distrettuale di disciplina fa un ragionamento generico, massificato, senza dire il perché si arriva a 15 mesi di sospensione».
E i doveri di probità, dignità e decoro?
«Alt. C’è un punto: la motivazione del consiglio prende come elemento di maggiore gravità, perché su quello è stabilita la sanzione massima, il fatto che Demichelis abbia intrattenuto rapporti con la stampa e attraverso i social network. Altri atteggiamenti, leggendo la decisione, sono quasi secondari».
Perché sarebbe stata condannata, secondo lei?
«Non secondo me, secondo la decisione: all’avvocato vengono rimproverati i rapporti troppo fitti con giornali e tv, oltre all’esibizione del proprio corpo. Di più: le viene rimproverato di aver pubblicato la propria memoria difensiva davanti al consiglio».
(...)
Troppi 15 mesi?
«Ma nel modo più assoluto, anche se ritengo non avrebbe dovuto essere sanzionata. Per dire come vanno le cose: a Roma, un avvocato si faceva pagare dai clienti in cocaina, prese una censura e dieci giorni dopo me lo ritrovai in un aula. Un altro, arrestato, due mesi di sospensione».
Demichelis ha detto che alcuni scatti furono inadeguati.
«Ripeto, lo vedremo. Ma nessuno coglie l’effetto satirico e ironico di certe foto? Se io la sera voglio celiare, o fare burlesque? Ma stiamo a scherzare? Possiamo discutere il gusto, non i principi».
Morale?
«Ci sarà bisogno di rivedere le regole, nel mondo governato dai social: un’esigenza sottolineata anche nel provvedimento».
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