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TRAPPOLA MORTALE AL COLLATINO - DAI TRUCCHI PER NAVIGARE IN INTERNET IN PIENO ANONIMATO AGLI SMS INVIATI A VARANI: NEI TELEFONINI E NEL PC DI PRATO LA VERITA’ SUL DELITTO DEL COLLATINO - NELLE CENTINAIA DI FILE SI NASCONDE ANCHE IL VIDEO DELL’OMICIDIO?

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Francesco Salvatore e Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Roma”

 

Come è stato attirato Luca Varani nella trappola infernale che gli avevano preparato il duo Marco Prato- Manuel Foffo? La certezza granitica che Prato gli avesse promesso denaro in favore di una prestazione sessuale non è più così scontata.

 

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Dagli esami dello smartphone del pr degli eventi gay capitolini emerge un fitto scambio di messaggi e anche una telefonata via Whatsapp con Varani che non lascerebbe intendere in modo così chiaro, a chi indaga, lo scambio soldi-sesso. Ogni pista, comunque, rimane aperta. Dall’invito a prendere parte a un festino a base di sesso, alcol e droga o al debito in denaro che Prato avrebbe dovuto onorare quel giorno con la vittima designata.

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Ieri, durante l’incidente probatorio di fronte al gip e al pm Francesco Scavo, è stato acquisito dai carabinieri del Ris tutto il materiale informatico dei telefonini e dei pc dei due indagati e della vittima.

 

Non sarà, comunque, sufficiente solo l’estrapolazione dei contenuti dal cellulare di Prato per poter capire quale è stata l’esca preparata alla vittima dai due assassini. La procura si aspetta molto dal lavoro dei carabinieri per poter mettere assieme gli ultimi pezzi del complicato puzzle, soprattutto l’efferata esecuzione di Varani. Forse, tra le centinaia di file, si nasconde anche il video dell’omicidio.

 

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O semplicemente alcuni spezzoni del terribile e lento assassinio che i due hanno pianificato e poi realizzato nella notte tra giovedì 3 e venerdì 4 marzo. Era stato, infatti, lo stesso Foffo a raccontare agli inquirenti di aver girato e poi cancellato un filmato. Ad ogni modo la certezza si potrà avere solo tra alcune settimane, quando i Ris consegneranno il lavoro sulla scrivania del gip e del sostituto procuratore Scavo.

 

Già ieri, durante l’incidente probatorio, sono comunque emerse altre novità. Prato sarebbero stato solito utilizzare un browser che permette di poter navigare in internet in pieno anonimato, senza che nessuno possa poi ricostruire la cronologia dei siti in cui si è eseguito l’accesso.

 

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È ovvio pensare che gli inquirenti si sono subito chiesti se Prato avesse altri segreti da nascondere (questo tipo di programma è molto impiegato da chi visita pagine pedopornografiche) oppure se semplicemente tenesse in modo particolare alla sua privacy.

 

Resta inspiegabile la terribile notte di giovedì 3 marzo. Il giorno in cui Foffo e Prato avevano deciso di portare a compimento il loro assurdo progetto: «Avevamo il desiderio di fare del male a una persona qualsiasi.

 

Questa cosa è maturata nelle nostre menti nella notte di giovedì» aveva ammesso in uno dei suoi primi interrogatori Foffo. Prato ha poi telefonato a Varani fissandogli un appuntamento nell’appartamento di via Igino Giordani al Collatino: «Ricordo che il 4 marzo Marco ha mandato un messaggio WhatsApp a Luca.

 

Quando è arrivato c’è stato quasi un tacito accordo tra me e Marco: gli abbiamo offerto alcol nel quale aveva versato Alcover. Poi Luca ha sofferto tanto», aveva detto agli inquirenti Foffo.

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