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"SE NON CORRIAMO AI RIPARI, I RAGAZZI DI OGGI SARANNO ADULTI DALLA PERSONALITÀ DEBOLE, CONFORMISTA" - SEMPRE PIÙ GIOVANISSIMI SOFFRONO DI “NOMOPHOBIA”, LA DIPENDENZA DALLO SMARTPHONE, UNA PATOLOGIA RICONOSCIUTA DAI MEDICI – LO PSICANALISTA FRANCO DE MASI: “IL CELLULARE SOMMINISTRA LA DOPAMINA DIGITALE. A CAUSA DELL’USO INCONTROLLATO DELLO SMARTPHONE È IN CRESCITA IL NUMERO DI GIOVANI AFFLITTI DA DEFICIT DEL LINGUAGGIO, DA LIMITATA VELOCITÀ DI ELABORAZIONE CONCETTUALE E DAL CALO DELL'ATTENZIONE..."

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Estratto dell’articolo di Mirella Serri per “la Stampa”

 

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Sei o non sei un nomofobico? Fai parte della schiera di coloro che usano compulsivamente lo smartphone, di quelli che sono sempre e continuamente connessi? Sei uno di quelli che non sopravvive se si scarica la batteria? L'attaccamento esasperato al cellulare e la dipendenza dal web ora sono classificati come una patologia: "nomofobia" da "No Mobile Phobia". È di qualche giorno fa il caso di un ragazzo finito al pronto soccorso di Torino con convulsioni e crisi da astinenza.

 

[…] Il cellulare, soprattutto per i giovanissimi, è oggi come un "ago epidermico" che somministra la "dopamina digitale": così ci chiarisce il professor Franco De Masi, già presidente del Centro Milanese di Psicoanalisi, nell'approfondita ricerca Non smarthphone. Come proteggere la mente dei bambini e degli adolescenti(Piemme).

 

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È un grido di allarme quello che De Masi lancia con questo saggio in cui verifica la crescita del numero di giovanissimi in difficoltà, afflitti da deficit del linguaggio, da limitata velocità di elaborazione concettuale e dal calo dell'attenzione. All'origine c'è l'uso incontrollato dello smartphone il quale genera un'assuefazione, spiega lo psicoanalista, «più potente di quella provocata da altri media, come la tv». […]

 

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Anche i casi gravi sono in aumento: in Italia si stima che circa 120 mila adolescenti trascorrano su internet dodici ore al giorno, i cosiddetti, alla maniera giapponese, hikikomori. Vivono in un ritiro psicotico per cui evitano ogni forma di contatto diretto con il mondo esterno, persino con familiari e amici. «Sono fragilissimi, si rifugiano nell'universo irreale del web», osserva il professore, «se non corriamo ai ripari, i ragazzi di oggi saranno adulti dalla personalità debole, conformista. I genitori e gli educatori dovrebbero proporre molti altri stimoli oltre al cellulare, dallo sport alla lettura».

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Ma come nasce la subalternità al telefonino? La dopamina è il neurotrasmettitore del piacere che viene prodotto e rilasciato nel sangue quando abbiamo sensazioni molto gradevoli, per esempio quando ascoltiamo la musica. Nel rapporto intenso con i social media si sviluppa la dopamina digitale, ovvero il nostro stupefacente digitale quotidiano.

 

L'iperstimolazione nasce non solo dalla connessione ininterrotta ma anche dalla possibilità di accedere a universi altrimenti preclusi, come il cyber sex: «Nell'adolescenza si comincia a conoscere l'altro, il proprio corpo. L'accesso precoce a materiale pornografico online - osserva De Masi, - vuol dire non avere una relazione con gli altri e privarsi di emozioni reali». […]

 

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Secondo gli ultimissimi dati, il 21 per cento dei ragazzini che consuma il sesso online, matura una visione distorta della sessualità e la fasulla convinzione che a dominare nei rapporti erotici sia la violenza, l'aggressività e soprattutto il disprezzo per le donne. Di recente anche la scuola, con le circolari del ministro Valditara, ha cercato di limitare la schiavitù dal cellulare, vietandolo in classe. Ma la proibizione, però, senza opportuni corsi per docenti e allievi sull'importanza e sull'uso della tecnologia, rischia di apparire una condanna del mezzo tecnologico che tanto piace a grandi e piccini.

 

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A partire da quale età, allora, va concesso il cellulare? Dai 14 anni, consiglia lo psicoanalista, mentre l'accesso ai social dovrebbe essere permesso dai 16 anni in poi. […] Il 12 per cento dei minori tra i 4 e i 10 anni adopera un dispositivo elettronico portatile e il 46 per cento dei bambini e ragazzi tra i 4 e i 17 anni lo utilizza senza alcun controllo. L'Italia registra un dato più alto della media europea quanto all'accesso allo smartphone senza la supervisione di un adulto. I bambini iperconnessi sono un milione e duecentomila e sono in continuo aumento. Insomma, i genitori fanno i furbi e cercano di liberarsi delle responsabilità e i figli sfuggono allo sguardo dell'adulto. […]