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TIK, TOK, TRUMP! – IL TYCOON, CHE NEL 2020 VOLEVA BANDIRE DAGLI USA L’APP CINESE TIKTOK, ORA HA CAMBIATO IDEA: HA CHIESTO ALLA CORTE SUPREMA DI SOSPENDERE LA LEGGE CHE IMPONE LA VENDITA DEL SOCIAL NETWORK A UNA SOCIETÀ NON CINESE – TRUMP, CHE HA USATO AMPIAMENTE TIKTOK IN CAMPAGNA ELETTORALE E HA INCONTRATO A MAR-A-LAGO IL CAPO DELL’AZIENDA, SHOU ZI CHEW, HA DICHIARATO DI ESSERE CONTRARIO ALLA MISURA “IN QUESTA FASE”, E DI VOLER NEGOZIARE UN NUOVO ACCORDO…

Da https://tg24.sky.it/

 

DONALD TRUMP TIKTOK

Attraverso i propri legali Donald Trump ha chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di sospendere la legge che minaccia di bloccare il social network TikTok nel Paese se la sua società madre cinese non lo dovesse vendere. Subito dopo questa mossa - riporta Cnn, citando alcune fonti - il presidente eletto americano ha parlato con l'amministratore delegato della piattaforma, Shou Chew.

 

Trump ha dichiarato di essere contrario a questa misura "in questa fase" e di voler risolvere la situazione una volta tornato alla Casa Bianca il 20 gennaio, giorno successivo all'entrata in vigore del divieto.

 

"Il presidente Trump non sta prendendo posizione sul merito della controversia", sostengono. "Sta invece esortando la Corte a sospendere la data di entrata in vigore del provvedimento per consentire all'amministrazione entrante di cercare un risultato, frutto del negoziato, che eviti un blocco di TikTok a livello nazionale".

 

La vicenda

SHOU ZI CHEW

Ad aprile, il Congresso ha votato a stragrande maggioranza a favore di una legge che impone alla società madre di TikTok, ByteDance, di vendere le sue attività negli Stati Uniti entro il 19 gennaio, pena il divieto di utilizzo dell'app.

 

La legge mira a impedire alle autorità cinesi di spiare e manipolare gli utenti di TikTok, circa 170 milioni negli Stati Uniti. TikTok, che ha ripetutamente contestato le accuse di aver trasmesso informazioni al governo cinese, si è rivolta alla Corte Suprema, composta da una maggioranza di giudici conservatori. A metà dicembre, l'Alta Corte ha accettato di esaminare la richiesta di revisione della costituzionalità della legge il 10 gennaio prossimo.

 

DONALD TRUMP TIKTOK

Trump ha recentemente incontrato il capo di TikTok, Shou Zi Chew, nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, e ha espresso il suo sostegno al social network in diverse occasioni. Inizialmente contrario alla piattaforma, il futuro presidente ritiene che essa gli abbia permesso di raggiungere un pubblico giovane e ha recentemente dichiarato di avere un vero e proprio "debole" per ciò che offre al pubblico.

 

"Il presidente Trump è l'unico che ha l'esperienza per definire un accordo, il mandato delle urne e la volontà politica per negoziare una soluzione per salvare la piattaforma, affrontando al contempo le preoccupazioni relative alla sicurezza nazionale", spiega la lettera dei suoi avvocati, ora inclusa nel fascicolo all'esame della Corte Suprema.

SHOU ZI CHEW

 

Nel loro ricorso, TikTok e ByteDance sostengono che "il Congresso ha emanato una restrizione massiccia e senza precedenti alla libertà di parola". Inoltre, fanno notare gli avvocati di Trump, "la legge entrerà in vigore alla vigilia dell'insediamento. Questa sfortunata tempistica impedisce al presidente di gestire la politica estera degli Stati Uniti e di cercare un risultato che protegga sia la sicurezza nazionale che il social.

 

Trump aveva cercato di vietare TikTok nell'estate del 2020, durante il suo primo mandato, con una serie di ordini esecutivi che non portarono però a nulla di concreto. Da allora ha cambiato idea, invitando gli elettori legati alla rete e alla piattaforma a votare per lui. Il repubblicano vede TikTok come un'alternativa a Facebook e Instagram, le due piattaforme di Meta che lo hanno temporaneamente escluso dopo che i suoi sostenitori hanno preso d'assalto il Campidoglio il 6 gennaio 2021.

 

donald trump

In una lettera separata, anch'essa depositata presso la Corte Suprema, una coalizione di associazioni - tra cui l'organizzazione per i diritti civili ACLU - ha dichiarato di opporsi alla legge, che ritiene violare la libertà di espressione degli utenti dell'app. "Un simile divieto non ha precedenti nel nostro Paese e, se attuato, causerà un'interruzione con conseguenze di vasta portata nella capacità degli americani di interagire con i contenuti e i pubblici che hanno scelto online".