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1. ALTRI SPARI CONTRO L’AZIENDA DELL’AMICO DI MATTEO
di Luca Serranò per la Repubblica
Nuovo atto intimidatorio contro Andrea Bacci, l'imprenditore amico della famiglia Renzi. Secondo quanto riferito dai carabinieri, nella notte qualcuno ha esploso due colpi di pistola contro la vetrata della ditta Ab Florence di Scandicci, alle porte di Firenze, di cui è fra i responsabili Bacci.
Altri tre colpi sono stati esplosi contro l'insegna dell'azienda, tutti in prossimità della "B" della scritta. Sul posto è intervenuta la scientifica per i rilievi. I carabinieri ipotizzano che l'attacco sia stato compiuto tra l'1.30 e le 4 di notte. Andrea Bacci è, con altre sei persone, indagato in un'inchiesta della Guardia di finanza. L'imprenditore, su sua richiesta e in ordine agli spari, è appena stato sentito dai pm Luca Turco e Christine von Borries che indagano sul ricorso abusivo al credito e i reati fallimentari.
Proprio ieri altri due colpi di pistola erano stati esplosi contro la Mercedes dell'imprenditore indagato nell'inchiesta della guardia di finanza per reati fallimentari. Raid che hanno tutta l'aria di essere un messaggio inquietante. I colpi sparati ieri in pieno giorno hanno centrato i finestrini della vettura mandandoli in frantumi, un proiettile è rimbalzato e ha colpito una finestra della ditta.
Sull'auto, parcheggiata nel piazzale dell'azienda, non c'era nessuno (Bacci non era in azienda). All'Ab Florence, azienda di pelletteria, in via delle Nazioni Unite sono arrivati i carabinieri e la scientifica ha eseguito una serie di rilievi. Sulla vicenda la procura diretta da Giuseppe Creazzo ha aperto un fascicolo.
2. IERI PRESA DI MIRA L’AUTO
Luca Serranò e Massimo Vanni per la Repubblica
Due colpi di pistola contro la Mercedes in sosta. In pieno giorno, proprio sotto gli uffici della sua azienda a Scandicci. Nel mirino c' è Andrea Bacci, l' imprenditore rignanese storicamente vicino alla famiglia di Matteo Renzi. L' uomo che ha accompagnato l' ascesa dell' ex premier fin dagli esordi: «Non so assolutamente chi possa essere stato», dice l' imprenditore che spazia dalla moda all' edilizia. Passando per la Lucchese calcio, di cui è presidente.
Due colpi di pistola sono un avvertimento inquietante, anche se in quel momento l' auto era solo parcheggiata nel piazzale della ditta. E anche se lui assicura di «non avere paura». Solo alcuni giorni fa Bacci è salito alla ribalta delle cronache giudiziarie per presunti reati fiscali e fallimentari relativi alla Coam Costruzioni di Rignano Sull' Arno, di cui è socio di maggioranza. «Ma non credo c' entri», aggiunge l' imprenditore, che qualche tempo fa, quando Renzi era ancora premier, è stato pure in predicato per il posto di ad in Telecom Sparkle.
Un' ipotesi rimasta tale. Che sorprese solo chi non lo conosce. Da presidente neoletto della Provincia, Renzi lo chiamò a dirigere la società di comunicazione Florence multimedia e lo nominò poco dopo alla Centrale del latte. Da sindaco, l' ha voluto alla presidenza della Silfi, la società dell' illuminazione pubblica. Bacci d' altra parte non gli ha mai fatto mancare il proprio sostegno, da finanziatore della Leopolda o da coproprietario del palazzo dove Renzi installò il suo comitato elettorale al tempo delle primarie contro Bersani.
Chi ha aperto il fuoco a Scandicci sapeva cosa colpire e come: due colpi in rapida successione contro l' auto. I proiettili hanno colpito i finestrini rinforzati senza romperli. Uno dei due è rimbalzato e ha preso una vetrata della ditta. I colpi sono stati uditi distintamente dai dipendenti all' interno dell' azienda: per fortuna nessuno di loro passava davanti alla vetrata quando il proiettile è volato per alcune decine di metri dal finestrino dell' auto.
La paura però, quella sì, c' è stata, eccome. Nel piazzale dell' azienda sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Scandicci, presto raggiunti dai militari della sezione scientifica. Anche la Digos è stata allertata. Ma non sono stati trovati i bossoli dei proiettili esplosi. Due le possibilità: a sparare è stato un revolver oppure chi ha sparato si è poi preoccupato di raccoglierli e portarseli via. Gli investigatori coordinati dal pm Ornella Galeotti vaglieranno adesso le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza installate nel perimetro aziendale.
L' imprenditore è attualmente indagato insieme con altre sei persone in un' inchiesta della Guardia di finanza di Firenze, coordinata dai pm Luca Turco e Christine Von Borries, in cui si ipotizza nei suoi confronti il reato di accesso abusivo al credito. Perquisito dalle Fiamme gialle lo scorso 10 gennaio, è finito nel fascicolo aperto dalla procura diretta da Giuseppe Creazzo in qualità di ad della Coam di Rignano, società di costruzioni in procedura fallimentare.
Bacci è anche partner di Nikila Invest, gruppo che si occupa soprattuto di costruire e gestire outlet e che a Firenze, dopo aver acquisito l' antico marchio della cioccolata Rivoire, sta trasformando in residence il vecchio Teatro. In passato la Nikila possedeva il 40% della Party srl, società che faceva capo a Tiziano Renzi, padre dell' ex premier.
3. UN AMICO DI MATTEO NON TEME NULLA
M.V. per la Repubblica
Bacci, ha paura?
«Paura? Macché. Non ho mai paura di nulla. Uno che sta con Renzi non può avere paura di nulla nella vita».
Ma aveva ricevuto qualche minaccia prima di oggi?
«Mai, mai ricevute. Chi è che mi ferma per strada e mi minaccia? Se qualcuno ci prova gli salto addosso».
Era in azienda quando sono stati esplosi i due colpi?
«No, non ero lì».
E dov' era?
«Il giorno prima sono stato a Parigi. Ho aziende nel campo della moda e sono stato a Parigi per assistere alle sfilate. Sono tornato stamani ( ieri, ndr). Ho saputo quello che era successo quando sono sbarcato».
Cosa le hanno detto?
«C' erano 120 dipendenti. Hanno sentito bene i colpi e si sono spaventati. Sulla mia macchina sono montati dei vetri particolari, non antiproiettile, quelli per l' alta velocità. E un proiettile è rimbalzato sul finestrino finendo per infrangere un vetro degli uffici. Col rischio che venisse colpito qualcuno».
Ha qualche idea, qualche sospetto, su chi possa essere stato?
«Assolutamente no».
Forse qualcuno che ha a che fare con l' inchiesta che la coinvolge?
«Non credo. E poi è bene precisare che non sono indagato per false fatturazioni. Io con questa roba non c' entro niente. Semmai mi si accusa di ricorso abusivo al credito. Che è una roba che fa ridere rispetto alle false fatturazioni ».
Bene, ma possibile che non abbia la minima idea su chi possa essere stato?
«Nel modo più assoluto. Proprio non lo so. Adesso mi faccia andare, mi stanno cercando tutti».
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