canti e balli in chiesa

COSA TOCCA FA’ PER CAMPA’ – L’ESEMPIO DI PAPA FRANCESCO E L’ONDATA DI EMOZIONE PER LA SUA MORTE HANNO AVVICINATO MIGLIAIA DI RAGAZZI ALLA CHIESA, MA IL SUO IMPEGNO NON SEMBRA ESSERE STATO SUFFICIENTE PER FAR RIPARTIRE LA PRATICA RELIGIOSA – CHE FARE? L'ARCIVESCOVO MICHELE PENNISI, GIÀ RETTORE DEL COLLEGIO CAPRANICA A ROMA, OFFRE UNA SOLUZIONE CRINGE:“C'È BISOGNO DI UNA LITURGIA VIVA COME HO SPERIMENTATO IN AFRICA E IN AMERICA LATINA, SOPRATTUTTO IN BRASILE E IN PERÙ DOVE I FEDELI CANTANO, BALLANO E VENGONO COINVOLTI NELLE CELEBRAZIONI…”

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Estratto dell’articolo di Giacomo Galeazzi per “Specchio – La Stampa”

 

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"Piazze piene, chiese vuote", recita un antico assunto. L'ondata di commozione per la scomparsa di Francesco e la gioia diffusa per la salita al Soglio di Leone XIV dimostrano, invece, che la fiamma della fede può ancora essere ravvivata malgrado la secolarizzazione abbia pesantemente eroso negli anni la partecipazione religiosa.

 

«Nessuno dubita che papa Francesco abbia scaldato i cuori, smosso una Chiesa piuttosto ingessata, creato "casino" nei sacri palazzi come lui stesso chiedeva ai giovani di fare nella società – osserva il professor Franco Garelli, sociologo della religione all'Università di Torino e autore del saggio Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell'Italia incerta di Dio (Il Mulino)-. Ma questo suo impegno non sembra essere stato sufficiente a far ripartire la pratica religiosa in Italia, come in altri paesi europei, che da tempo vive un trend progressivamente discendente».

robert francis prevost papa francesco

 

Tuttavia, aggiunge Garelli, «nemmeno Papa Ratzinger era riuscito in questa impresa, lui che non aveva i punti deboli che i tradizionalisti (amanti della verità religiosa) imputavano a Bergoglio, come il puntare più su un cristianesimo sociale che liturgico-sacrale; in quanto anche sotto il pontificato di Benedetto XVI i grafici della frequenza degli italiani ai riti comunitari non si sono risollevati».

 

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E il fenomeno ha radici temporali più estese, essendo i primi sintomi già evidenti nell'ultima parte del lungo pontificato Wojtyla. La diminuzione della pratica religiosa (specie di quanti frequentano in modo regolare i riti religiosi comunitari) è uno dei fenomeni su cui più si riflette.[..] perché la proposta di Francesco ha attratto le masse in alcune circostanze e non in altre?

 

MICHELE PENNISI

Per quali motivi egli ha toccato il cuore di tante persone, ha interpretato le loro attese e speranze, pur in una situazione in cui la partecipazione delle persone ai riti comunitari continua a ridursi o si mantiene su livelli minimi per una popolazione che in buona parte (anche se con intensità diversa) continua a definirsi "cattolica"? Secondo il sociologo «non è facile rispondere al quesito se il consenso medio-alto che ha attorniato il pontefice in questi anni abbia prodotto un maggior avvicinamento delle persone alla fede in generale, e in particolare abbia innescato un maggior impegno religioso tra i credenti/cattolici».

 

 Prosegue Garelli: «La presenza a Roma del Papa argentino (e la sua indubbia capacità di incontro e di dialogo con la gente comune) non sono state in grado di arginare il calo della partecipazione cultuale». Non tutto ovviamente dipende dal pontefice. Oggi sembra affermarsi tra i credenti un modo di vivere la fede diverso dal passato, che attribuisce rilevanza ai riti e ai sacramenti non di per sé, ma soltanto se essi sono capaci di far vivere ai fedeli un'esperienza coinvolgente sia dal punto di vista umano che spirituali.

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 Come i momenti di profondo raccoglimento e commozione che molte persone hanno vissuto nelle esequie di Papa Francesco […] «Nei giorni delle celebrazioni in suffragio di Papa Bergoglio abbiamo visto molti giovani– osserva l'arcivescovo Michele Pennisi, già rettore del Collegio Capranica a Roma-. Molti adolescenti avevano organizzato il viaggio per partecipare al loro Giubileo e alla canonizzazione di Carlo Acutis poi sono rimasti per prendere parte ai novendiali».

 

Nessuna ombra, quindi? «C'è stato certo un moto di riavvicinamento alla fede provocato dall'emozione che ha accompagnato la morte di Francesco – aggiunge il presule-. La liturgia vaticana, però, si è confermata troppo ingessata tra uso del latino e canti gregoriani. C'è bisogno di una liturgia viva come ho sperimentato in Africa e in America Latina, soprattutto in Brasile e in Perù dove i fedeli cantano, ballano e vengono coinvolti nelle celebrazioni».

 

papa francesco

[…] don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, uno dei missionari della misericordia che hanno ricevuto dal Pontefice le sue stesse facoltà di assolvere i peccati che sono di stretta competenza della Sede Apostolica e uno speciale mandato come predicatori.

 

«Francesco ha avvicinato alla fede molti che se ne erano allontanati. La forza della testimonianza, fino all'ultimo giorno della sua missione, ha conquistato persone che di solito non prendono parte alla vita religiosa comunitaria. Ciò dimostra che la più efficace evangelizzazione è quella che nasce dalla credibilità dell'esempio

robert francis prevost a roma dopo la morte di papa francesco messa del 30 aprile

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