DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…
Massimiliano Peggio per “la Stampa”
«Al Ferrante Aporti? Non ci voglio andare. Meglio alle Vallette, conosco due tipi che sono dentro e mi possono proteggere. Se mi portate là, guadagno punti e rispetto». A diciassette anni sembrano frasi d'effetto da dire ai carabinieri, mentre ti contestano di aver fatto parte di una baby gang, mettendoti sotto il naso verbali, fotografie, tabulati telefonici che ti inchiodano. «Vedi? Questo col cappuccio sei tu. Ti abbiamo riconosciuto».
Quattro amici, fra i 15 e i 17 anni, sono stati arrestati dai carabinieri della caserma di San Salvario con l'accusa di aver rapinato coetanei e passanti nelle vie del centro tra novembre e lo scorso febbraio. Sono stati arrestati su provvedimento del tribunale dei Minorenni: sono ritenuti responsabili di undici episodi. Aggressioni di strada, con strategie da baby gang. Dovranno rispondere, a vario titolo, anche di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, lesioni personali.
Tutti e quattro condividono percorsi simili, vite complicate, malgrado la loro giovane età, legami difficili con le famiglie. A volte colpivano in coppia, altre in gruppo. «Ehi fra, hai una sigaretta? Dammi tutto quello che hai». «Ehi, hai un euro? Apri il portafogli e svuotalo». Si avvicinavano così, con una scusa e poi scattava la violenza.
Schiaffoni, spintoni. Altre volte compariva un coltellino. In un caso hanno usato un bastone per picchiare un coetaneo che non aveva soldi. «Ti accoltelliamo, ti picchiamo». Colpivano per fare razzia di telefonini e spiccioli. Durante le loro scorribande, persino a notte fonda, in un caso avrebbero addirittura cercato di impossessarsi della pistola di una guardia giurata.
«Giovanissimi, ma sprezzanti». Così scrive il Gip che ha accolto la richiesta di arresto avanzata dalla procura. Minacciosi, anche quando si lanciano in deliranti sfide.
Nemmeno quando intervengono le forze dell'ordine, in uno degli episodi contestati, si mostrano «intimiditi» dalle divise. I carabinieri hanno raccolto minuziosamente le denunce, annotando particolari, indizi. Non tutte le vittime hanno reagito allo stesso modo. Qualcuno, per timore di ritorsioni, non se l'è sentita di andare fino in fondo.
Colpivano nei giardinetti di San Salvario, vicino alla fermata della metropolitana, tra le murate di piazzale Valdo Fusi. Per ogni episodio, gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere della zona. Un lavoro certosino, intrecciato anche con lo studio dei tabulati telefonici degli smartphone dei quattro. Un paio di loro ha già avuto dei guai con la giustizia minorile. Uno è stato già ospite in comunità.
Lì, aveva iniziato un percorso per disinnescare la sua rabbia, imparando a passeggiare nei boschi. Ma il richiamo del crimine di strada l'ha riportato al punto di partenza. Adesso ci riproverà. Uno degli arrestati, difeso dall'avvocato Riccardo Magarelli, ha parlato di fronte al Gip, ottenendo la possibilità di tornare a casa.
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