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NON C'E' COTECHINO PER GLI ANTAGONISTI - A TORINO, GLI ATTIVISTI SINISTRELLI DEL CENTRO SOCIALE ASKATASUNA SCENDERANNO IN STRADA ANCHE IL 31 DICEMBRE: ORGANIZZERANNO UNA "FESTA" INTORNO ALLO STABILE SGOMBERATO - IL RISCHIO È CHE SI VERIFICHINO NUOVI SCONTRI, COME QUELLI DELLO SCORSO FINE SETTIMANA, QUANDO I POLIZIOTTI SONO STATI COLPITI DA FUOCHI D'ARTIFICIO - RESTA ALTA L'ALLERTA: NOVE LA MANIFESTAZIONI CONVOCATE DAGLI ATTIVISTI - LO STORICO GIANNI OLIVA: "CONTRO LA TAV O CONTRO NETANYHAU, CONTRO 'LA STAMPA' O CONTRO 'LEONARDO', L'ESSENZA DEGLI ANTAGONISTI È L'OPPOSIZIONE. NON SI TRATTA DI CONTESTARE UN MODO DI GESTIRE IL POTERE, MA DI CONTESTARE IL POTERE IN SÉ..."

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@corrieredellasera Fine dell'esperienza dello storico centro sociale Askatasuna di Torino. Questa mattina, 18 dicembre, le forze dell'ordine stanno sgomberando lo spazio occupato da quasi trent'anni in corso Regina Margherita 47. La destra esulta, sconfitta invece la linea del sindaco dem Stefano Lo Russo che aveva sponsorizzato l'idea di una legalizzazione come «bene comune». «Askatasuna non si tocca, la difenderemo con la lotta. Se ci sgomberate bloccheremo tutto: pagherete caro, pagherete tutto» sono gli slogan dei militanti, un centinaio, presenti davanti al centro sociale. Alle 18 è previsto un corteo cittadino. Agenti dei reparti mobili e carabinieri presidiano la zona. Perquisizioni sono in corso anche all’interno di abitazioni di militanti. La maxi-operazione che ha portato all'irruzione all'interno del centro sociale , coordinata dalla procura di Torino, ed eseguita da questura carabinieri e guardia di finanza si inserisce nell'ambito dell'inchiesta sugli assalti compiuti nei mesi scorsi durante le manifestazioni pro Palestina a Ogr, stazioni, Città Metropolitana e alla sede de «La Stampa». ? L'articolo di Alberto Giulini e Massimo Massenzio prosegue sul sito del Corriere #askatasuna #torino #sgombero #idranti #polizia #corrieredellasera #notiziedelgiorno ? suono originale - Corriere della Sera

 

1 - SGOMBERO DI ASKATASUNA A TORINO È ALLERTA CORTEI LA PALAZZINA RESTA BLINDATA

Estratto dell'articolo di Gianni Giacomino Giuseppe Legato per “la Stampa”

 

scontri al corteo per lo sgombero del centro sociale askatasuna 6

Che non sia finita qui, cioè che la guerriglia dell'altroieri al corteo indetto a Torino dagli antagonisti per reagire allo sgombero del centro sociale Askatasuna sia l'antipasto di una lunga stagione di lotta, non è solo nei desiderata espressi su Radio Onda d'urto dallo storico leader Giorgio Rossetto. È negli annunci di nuove mobilitazioni che sono seguiti in queste ultime ore.

 

La prima a Capodanno quando nel dedalo di stradine attorno al centro sociale - sgomberato e blindato dai mezzi del reparto mobile - verrà organizzata una festa di cui ancora si sa poco e il dato - sul punto - non incoraggia.

 

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Ciò che invece è certo - e definito anche nelle attese di pericolosità sociale e possibili scontri - è l'appello a livello nazionale e internazionale per una marcia fissata il prossimo 31 gennaio. I dettagli verranno definiti in un'assemblea nazionale dei centri sociali che si svolgerà due settimane prima dell'evento alla quale, probabilmente, verranno invitate a partecipare anche alcune articolazioni sociali della città.

 

Non è una data qualsiasi, il 31 gennaio. Perché mentre quel sabato a Palazzo di Giustizia si celebrerà l'inaugurazione dell'anno giudiziario, Torino potrebbe rivivere l'incubo dell'altro giorno. Sono attesi fin da ora migliaia di militanti antagonisti, ma anche legati a galassie anarchiche dall'estero.

 

scontri al corteo per lo sgombero del centro sociale askatasuna 7

[...] Resta un alto allarme per l'ordine pubblico. Non solo per le due date in questione, ma pure per il timore, ancora persistente oggi, che alcune frange più estremiste del centro sociale possano cercare di riappropriarsi della struttura di corso Regina Margherita nonostante gli ingressi siano stati murati e permanga da giorni - e chissà per quanto ancora - un presidio fisso di poliziotti in tenuta anti sommossa.

 

In questi giorni verranno anche incrementati i controlli nei luoghi considerati da chi investiga possibili bersagli di contestazioni anche violente. Si tratta di Prefettura, Comune e Palazzo di Giustizia a loro modo parti rilevanti di questa storia che riannoda i fili del dissenso di piazza e dei professionisti della violenza; un tema ricorrente nella storia della città. Violenza che emerge anche dai primi riscontri investigativi dopo la guerriglia urbana che ha devastato una parte del quartiere Vanchiglia.

 

 

scontri al corteo per lo sgombero del centro sociale askatasuna 1

[...] Gli investigatori, coordinati dalla dirigente Rita Fabretti, hanno anche recuperato e sequestrato uno dei tubi in metallo utilizzati per "sparare" una serie razzi contro le forze dell'ordine schierate in corso Regina Margherita. In queste ore, in questura, decine di filmati girati da diverse telecamere che sorvegliano la zona attraversata dalla manifestazione e dagli agenti in borghese sono passati al setaccio.

 

Attraverso i fotogrammi gli inquirenti stanno cercando di risalire agli autori dei disordini e delle violenze. Operazione tutt'altro che semplice - ma nemmeno impossibile - visto che molti di loro hanno agito travisati e col volto coperto da cappucci e sciarpe. Certo è che stamattina nella procura guidata da Giovanni Bombardieri si attende la prima informativa della Digos. [...]

 

2 - QUEI CENTRI SOCIALI ARROCCATI SULLO SCONTRO

Estratto dell'articolo di Gianni Oliva per “la Stampa”

 

Gianni Oliva

Di fronte allo sgombero di Askatasuna (e settimane fa del Leoncavallo) mi lasciano perplesso le prese di posizione indignate, le raccolte firme e i riferimenti storici al "movimentismo" del '68. Le lotte partite simbolicamente con la "battaglia di Valle Giulia" (1 marzo 1968) e proseguite per almeno un biennio, videro coinvolte centinaia di migliaia di manifestanti, studenti figli della buona borghesia e operai immigrati dell'"autunno caldo".

 

scontri al corteo per lo sgombero del centro sociale askatasuna 3

Ci furono errori, frange violente, farneticazioni ideologiche (non a caso, sfociate poi nella deriva degli anni di piombo e di tritolo): ma all'origine del movimento c'era la contestazione di "un modo di gestire il potere" in nome di "un altro modo", per quanto confuso e informe. Si leggeva; si studiava; si discuteva fino all'esaurimento nelle assemblee. [...]

 

Ben diverso è l'"antagonismo" dei Centri Sociali: contro la Tav o contro Netanyhau, contro La Stampa o contro Leonardo, l'essenza è l'opposizione. Non si tratta di contestare un modo di gestire il potere, ma di contestare il potere in sé. Dimenticando, così, che il potere non è un'astrazione: il potere significa organizzazione della comunità, e si manifesta in migliaia di forme diverse. [...]

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L'"antagonismo" esprime invece una forma di disagio esistenziale che trova la sua identità proprio nell'essere negazione: se all'"antagonista" si toglie la caratteristica di "essere contro", che cosa gli rimane? L'errore del Sindaco e della Giunta di Torino (al netto delle speculazioni politiche sin troppo facili) è stato pensare che l'"antagonismo" si potesse normare, che allo scontro potesse succedere la collaborazione. Intento lodevole, ma se il progetto avesse funzionato, l'antagonismo non sarebbe più stato sé stesso: e per questo non poteva funzionare.

 

I Centri Sociali innalzano di volta in volta bandiere occasionali, sventolate senza conoscerne il retroterra. Ieri il G7, oggi il No-Tav e i Pro-Pal, domani chissà. È vero che essi alimentano anche iniziative di quartiere ed esprimono forme di creatività (tipiche peraltro di tutte le manifestazioni di ribellismo), ma l'essenza è un'altra.

 

Gianni Oliva

Non a caso, gli antagonisti non hanno riferimenti in personaggi di statura o movimenti riconosciuti, ma si raccolgono attorno a slogan. La nostra democrazia, espressa attraverso la libertà di voto, non è certamente perfetta, soprattutto in questa stagione, dove la libertà è sulla bocca di tutti mentre pochi si ricordano dell'uguaglianza e della giustizia.

 

Ma, come disse sarcasticamente Winston Churchill nel 1947 alla Camera dei Comuni, «la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre forme sperimentate finora». Oggi servono energie positive che si battano per cambiare le anomalie e le esclusioni, generazioni giovani che si impegnino nelle battaglie per migliorare la forma storica del "potere", non negatori seriali arroccati nella logica dello scontro. Vale per Askatasuna e Leoncavallo, vale per CasaPound (a proposito, a quando lo sgombero di via Napoleone III a Roma…?).

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