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        LA TORRE DELLA PAURA – IN MESSICO I RICERCATORI CONTINUANO A STUDIARE LA TORRE DI TESCHI RIVENUTA A TENOCHTITLAN, CAPITALE DELL'IMPERO AZTECO – IL MACABRO RITO DI IMPILARE I CAPI COMPORTAVA CHE I SACERDOTI ESTRAESSERO IL CUORE DEI PRIGIONIERI MENTRE ANCORA BATTEVA, SCUOIASSERO LE TESTE E PERFORASSERO LE TEMPIE PER…
DAGONEWS
Per oltre 500 anni il suo segreto è rimasto coperto da cumuli di terra: una torre composta da centinaia di teschi nella capitale dell'impero azteco, Tenochtitlan. La struttura si trova vicino al “Templo Mayor”, in un angolo della cappella dedicata a Huitzilopochtli: il dio azteco del Sole, della guerra e dei sacrifici umani.
Forma una parte di quello che è stato chiamato Huey Tzompantli, un enorme accumulo di teschi la cui base non è stata ancora ritrovata.
Nel 2015 gli archeologi sono riusciti a dissotterrare in parte quell’enorme struttura e adesso sono riusciti a risalire ai macabri sacrifici umani per onorare gli dei. Secondo una nuova ricerca pubblicata su “Science”, i prigionieri venivano portati al Templo Mayor della città dove i sacerdoti prendevano loro il cuore che ancora batteva.
I corpi, poi, venivano decapitati e i sacerdoti rimuovevano la pelle e i muscoli dalle teste dei cadaveri. Grandi fori venivano ricavati sui lati dei teschi, permettendo così di poterli impilare su grandi pali di legno.
I teschi, infatti, sarebbero stati depositati all'interno della torre dopo l'esposizione al pubblico su uno tzompantli, un tipo di intelaiatura in legno utilizzata proprio a tale scopo.
I ricercatori hanno rinvenuto 676 teschi, ma il numero è destinato ad aumentare con gli scavi. «Ci aspettavamo di trovare solo crani di giovani uomini: combattenti sconfitti e catturati. Invece sono stati individuati anche diversi bimbi e donne – disse nel 2015 Rodrigo Bolanos, antropologo biologico che esaminava il materiale disseppellito – è qualcosa di completamente nuovo per noi».
I teschi erano visti dagli aztechi come "i semi che avrebbero assicurato la continua esistenza dell'umanità" e un segno di vita e rigenerazione, come i primi fiori di primavera.
						
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