DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
Francesco Semprini per "la Stampa"
Gli sbarchi dei migranti a Lampedusa tornano a essere un' emergenza per l' Italia, ma assai meno per la Libia. Il Paese nordafricano è impegnato in un percorso di transizione politica ed è distratto da vicende interne e regionali che mettono quotidianamente alla prova la solidità del Governo di unità nazionale (Gun).
I traffici sono ripresi agevolati da miti temperature e favorevoli condizioni del mare, nonostante gli accordi vigenti sul controllo dei flussi contenuti nel Memorandum siglato col governo libico nel 2017 e alla luce dei recenti colloqui a Tripoli tra il premier Mario Draghi e il primo ministro Abdulhamid Dabaiba.
È chiaro che l' esecutivo provvisorio in questo momento abbia altre priorità, traghettare il Paese alle elezioni del 24 dicembre, blindare il cessate il fuoco, unificare le istituzioni, smantellare le milizie e garantire l' erogazione di servizi pubblici essenziali come la fornitura di energia elettrica.
Altra questione in agenda: l' uscita delle forze straniere dal proprio territorio con l' ingombrate presenza turca (nell' ovest dove controlla proprio quelle coste) sancita da un accordo Ankara-Tripoli che fa da contraltare a quella ufficiosa dei russi nell' Est.
Nei giorni scorsi sono state invocate le dimissioni della ministra degli Esteri Najla El Mangoush perché, proprio durante la sua visita a Roma, ha paragonato i mercenari turchi (siriani) a quelli russi di Wagner.
Mentre il Consiglio presidenziale di Tripoli è stato minacciato dopo la nomina a capo dell' intelligence di Hussein Muhammad Khalifa Al Ayeb, uno degli uomini più importanti del passato regime di Gheddafi e quindi poco gradito ad Ankara.
C' è poi da mettere in conto anche il ritorno sulle coste di Zawia di Abdel-Rahman Milad, meglio noto come "Bija", ufficiale della Guardia costiera libica accusato di traffico di esseri umani e contrabbando di carburante, uscito di prigione ad aprile essendo cadute le accuse.
Eppure, il memorandum siglato quattro anni fa dall' allora ministro degli Interni Marco Minniti pone innanzi l' accento sulla responsabilità allargata a tutti nel contrasto al traffico di migranti, tenendo presenti gli aspetti umanitari. Il tutto con un costo per l' Italia che a Tripoli ha inviato motovedette e non solo.
Proprio da una di queste è partita la raffica di colpi che giovedì scorso ha ferito il comandante di uno dei pescherecci italiani accusati di trovarsi in acque che i libici rivendicano di loro competenza. Una vicenda che ha precedenti altrettanto drammatici come il sequestro degli equipaggi di altri due imbarcazioni avvenuto a settembre scorso.
LIBIA - LA GUARDIA COSTIERA SPARA A DUE PESCHERECCI ITALIANI
«Al di là degli sconfinamenti dei pescherecci, che la guardia costiera libica spari segnali di avvertimento ad altezza uomo è inaccettabile. Ma quelle acque sono pericolose e proibite, noi sconsigliamo di andarci, non da qualche mese ma da dieci anni», ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Quelle acque sono però importanti per l' Italia vista la loro elevata pescosità, pertanto si tratta di un tema che richiedere un confronto tra governi al fine di individuare una soluzione condivisa e definitiva.
In questo senso una prima inattesa apertura potrebbe arrivare presto da Tripoli come spiega Daniele Ruvinetti, consulente strategico e attento conoscitore delle dinamiche politiche libiche: «Posso dire che l' esecutivo di Dabaiba è pronto a sedersi a un tavolo e avviare un confronto franco e costruttivo per trovare una soluzione che possa venire incontro all' Italia salvaguardando al contempo le istanze libiche».
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