DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Valentina Errante per “il Messaggero” - Estratti
«Quando arriva Peppe si risolve tutto, nessuno parla più, rimangono tutti contenti» , Peppe è Giuseppe Molisso. E in questi termini ne parla il collaboratore di giustizia Simone Capogna al pm Francesco Cascini. Ed è Molisso, legato da un'indissolubile amicizia con Leandro Bennato, che il narcotrafficante albanese Elvis Demce decide di uccidere, perché la mala di Roma e i clan sostengono che siano proprio Molisso e Bennato i mandanti dell'omicidio di Diabolik: un terremoto per gli equilibri della criminalità, con l'alleanza ventennale tra i delfini del boss Michele Senese e gli albanesi che si rompe.
Ma Demce fa di più: dopo il fallito piano di colpire Molisso ha paura e per rimanergli a fianco e non farsi scoprire "vende" il suo killer di fiducia, "Il principe" Matteo Costacurta, legato agli ultrà e all'estrema destra a Bennato, rivelandogli che nel 2019 era stato proprio Costacurta a sparagli. Ma la decisione di vendicare Diablo è forse per molti anche un pretesto per fare fuori Molisso e Bennato che, dopo la scomparsa di Piscitelli e l'arresto del potentissimo albanese Arben Zogu, hanno preso il controllo delle piazze. Per anni Zogu aveva protetto Diabolik dalle insofferenze degli altri criminali rispetto ai suoi comportamenti spesso ritenuti "scorretti".
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È il collaboratore di giustizia Simone Capogna a riferire che Zogu era pronto a tornare dall'Albania «per ucciderli tutti», e aggiungeva «Riccardino (Zogu) Jenny, Sasà erano un gruppo che c'avevano una vendita molto alta. Con l'arresto di Riccardino, di Jenny e Sasà questa vendita era persa e con il fatto del legame di Molisso e Bennato credo che sia tutto collegato. Bennato e Molisso hanno preso tutto. Uno che si fa dieci anni di galera, gli ammazzano un compagno... Zogu diceva «falli fare, mo' torna Riccardino e li ammazza tutti». La circostanza emerge dall'informativa depositata nel processo a Raul Esteban Calderon, presunto killer di Fabrizio Piscitelli e uomo di fiducia di Bennato. E secondo Corvesi anche per Demce l'intento è lo stesso: vuole uccidere Molisso perché «Perché si vuole prende Roma».
È da una conversazione tra Corvesi e Fabrizio Mineo, figlio di un procuratore sportivo e legato a ultrà laziali e alla mala che emerge come Demce abbia paura. Dice Corvesi in un'intercettazione. «Barba (Molisso ndr) mette paura. Gli fa 10-0 a tutti». E Mineo: «E per me ha mangiato anche la foglia... E per me Matto (Demce ndr) ha paura». Corvesi risponde: «Sìii, So che gli hanno consigliato comunque di girare sempre con amici».
Ma Demce, dopo avere organizzato l'agguato a Molisso, fallito per l'arrivo della polizia, e avere ingaggiato il "nero" Costacurta per ucciderlo, decide di fingere, mostrando a Molisso e Bennato di essere ancora legato a loro.
Non è chiaro se lo faccia per paura o per proseguire nel proposito di vendetta. A rivelarlo ai pm è Fabrizio Capogna, che come il fratello, nel 2023 ha deciso di collaborare. A raccontare a Capogna molti dettagli su quanto accaduto tra i clan, all'indomani della morte di Diabolik è stato il cugino Alessio Lori, che con Demce e Costacurta aveva condiviso il piano di uccidere Molisso. «Mio cugino mi disse: "vuole parlare questo pezzo di m.... Si è venduto Matteo Costacurta" - racconta Capogna a verbale - Io gli dissi: "In che senso si è venduto Matteo Costacurta?", dice: "Perché Matteo Costacurta è quello che ha sparato a Leandro Bennato" e disse che Elvis lo disse a Bennato che chi gli ha sparato nel 2019 era Matteo Costacurta».
Annotano gli investigatori del nucleo Investigativo dei carabinieri e della Mobile: «È probabile, quindi, che Demce fosse stato costretto, in epoca recente, a vendersi Costacurta a Bennato (che aveva visto in viso i propri attentatori) per la necessità di poter continuare ad accattivarsi l'appoggio del gruppo diretto da Molisso, indispensabile per continuare nel suo pericoloso doppio gioco finalizzato a eliminare coloro i quali riteneva responsabili dell'omicidio dell'amico Piscitelli».
Quando i "suoi" avvisano Molisso di «un piano dei fascisti per ucciderlo», il boss reagisce: «Frà, solo per capire chi sono, di dove sono. Gli sfondo la testa gliela spappolo. Io faccio i fatti. Devo andare a fondo». Eppure quando saranno arrestati Demce e Molisso si troveranno a dividere la stessa cella a Rebibbia.
il boss michele senese, detto o pazzomichele senesemichele seneseMICHELE SENESE DETTO O PAZZ
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