DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
La potenza dell’affermazione della Corte di Appello di Palermo resta intatta anche a distanza di quasi 35 anni dal 27 giugno 1980. «Fu un missile a causare la strage di Ustica», ha sentenziato ieri la prima sezione Civile. Respinti i ricorsi dell’avvocatura di Stato contro le condanne del 2011 che obbligavano i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire con oltre 100 milioni di euro i 68 famigliari di 13 delle vittime del DC9 della compagnia Itavia, partito da Bologna e mai arrivato a destinazione.
Secondo il giudice, «lo Stato non ha garantito la sicurezza dei passeggeri». Prescritto invece il diritto al risarcimento «connesso all’illecito consistito nell’avere ostacolato o impedito l’accertamento della verità sulle cause del disastro». Sono i depistaggi a carico della Difesa condannati in primo grado. Nei cieli sopra il Tirreno morirono 81 persone.
Non ci sono dubbi, dunque, secondo la Corte di Appello, che un aereo, non identificato, intersecò la rotta del volo civile e lo colpì. Scartate le ipotesi della bomba a bordo o del cedimento strutturale viene quindi accolta in pieno la ricostruzione fornita dalle indagini penali della Procura di Roma.
Nella Capitale il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Erminio Amelio continuano a lavorare sotto traccia per risalire alle responsabilità dei singoli. L’accusa di strage è per questo ancora contro ignoti, sulla più cauta formula dell’«evento esterno».
I resti dellaereo dellItavia inabissatosi nei mari di Ustica
L’ipotesi della Near Collision (un aereo passato talmente vicino a quello di linea da squarciarlo) resta plausibile accanto a quella del missile. Altre testimonianze sono in calendario mentre continua la ricerca, spesso osteggiata, di documentazione utile.
«I depistaggi furono tanti (i vertici dell’aeronautica militare sono stati assolti in Cassazione dall’accusa di alto tradimento, ndr ), ma la sentenza di Palermo è la conferma di un’atmosfera di guerra», commenta il giudice Rosario Priore, che per primo accertò la presenza di jet militari francesi e americani, forse alla caccia del dittatore libico Gheddafi. «Il governo — dice invece Daria Bonfietti, presidente dell’associazione familiari — prenda atto che l’Avvocatura dello Stato perderà ancora in tutti i gradi di giudizio. Esistono sentenze passate in giudicato: il DC9 è stato abbattuto da un’azione di guerra in tempo di pace».
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