furbetto furbetti cartellino assenteismo assenteisti

IL TRIBUNALE DEL LAVORO DI NAPOLI REINTEGRA UN DIPENDENTE DELL'ENTE AUTONOMO VOLTURNO CHE ERA STATO LICENZIATO PERCHÉ BECCATO A FARSI TIMBRARE IL CARTELLINO DAI COLLEGHI O LI TIMBRAVA AL POSTO LORO - SECONDO I GIUDICI, IL COMPORTAMENTO NON COSTITUISCE UNA "GIUSTA CAUSA" DI LICENZIAMENTO SE POI IL DIPENDENTE SVOLGE COMUNQUE IL PROPRIO LAVORO E NON OTTIENE "VANTAGGI ILLECITI" (E COME LO SI PROVA?) - L'AZIENDA: "FAREMO APPELLO"

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

FURBETTI DEL CARTELLINO

(ANSA) - NAPOLI, 17 DIC - Far timbrare il cartellino ai colleghi, o timbrare il cartellino per altri, non comporta una "giusta causa" di licenziamento se poi si svolge comunque il proprio lavoro e non si ottengono "vantaggi illeciti".

 

Lo sostengono i giudici del tribunale del lavoro di Napoli con una sentenza che ha dichiarato illegittimo il provvedimento del dicembre dell'anno scorso dell'Ente autonomo Volturno (Eav), la holding regionale del trasporto pubblico campano, che aveva cacciato un operaio dopo avergli contestato un uso improprio del badge: in almeno una decina di occasioni aveva fatto timbrare il cartellino ai colleghi o avrebbe timbrato al posto loro.

DIPENDENTE TIMBRA IL CARTELLINO

 

Il tribunale ha stabilito che l'azienda dovrà reintegrare l'operaio e risarcire il danno subito. "Faremo appello" annuncia l'azienda, esprimendo "sorpresa e disorientamento".