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TRUMP RUBERÀ LA SCENA ANCHE AI FUNERALI DI BERGOGLIO – IL PRESIDENTE AMERICANO SARÀ AL CENTRO DELL’ATTENZIONE POLITICA E MEDIATICA, MA ANCHE DEI “COLLEGHI”: ZELENSKY VUOLE INCONTRARLO PER RICUCIRE DOPO IL "PESTAGGIO" RICEVUTO ALLA CASA BIANCA, MELONI SGOMITA PER ESSERE LA MEDIATRICE TRA IL TYCOON E URSULA VON DER LEYEN - IL PROTOCOLLO PREVEDE CHE I CAPI DI STATO E DI GOVERNO SIANO DISPOSTI SUL SAGRATO A DESTRA GUARDANDO LA BASILICA, MENTRE IL CORPO DIPLOMATICO SARA' SUL COLONNATO – ASSENTI PUTIN E NETANYAHU (SU ENTRAMBI PENDE UN MANDATO D’ARRESTO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE). A SORPRESA DISERTERANNO LE ESEQUIE IL PREMIER SPAGNOLO SANCHEZ, IL POLACCO TUSK E L’UNGHERESE ORBAN…
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per "la Stampa"
Bergoglio è scomodo anche da morto. Sabato mattina i protagonisti della «Terza guerra mondiale a pezzi» saranno raccolti attorno a lui, in silenzio. Saranno davanti al feretro di chi nell'agosto del 2014, e poi per tutti gli anni a venire, fino alla sua ultima domenica di Pasqua, li ha ammoniti, avvertiti, sfidati, pungolati, provocati. Sempre - o quasi sempre – inascoltato.
La profezia di un conflitto globale frammentato è un'eredità lasciata in vita, abbandonata come l'eco di grida in un deserto. Assunta nella geografia delle prime file, dove siederanno i leader delle grandi potenze. La carrellata dei volti e delle posture dei presenti racconteranno smorfie millimetriche a chi cercherà un gesto che tradisce un sentimento, comunque, di rispetto per un uomo, un sovrano senza armi, che è stato il loro antagonista.
[…] C'è una presenza ingombrante, complicata da gestire, che è Donald Trump, ma anche due assenze che lo sono altrettanto, Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu.
Il presidente americano sarà l'epicentro dell'attenzione politica e mediatica che si concentrerà sugli ospiti in Vaticano. Ogni suo movimento sarà intercettato e analizzato. È già avvenuto a Parigi, alla cerimonia di riapertura di Notre Dame: con chi parla, con chi si ferma, il labiale, un sorriso, se snobberà qualcuno.
volodymyr zelensky papa francesco
Dalle previsioni di agenda, atterrerà venerdì sera e ripartirà sabato, subito dopo i funerali. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che punta a incontrarlo. Giorgia Meloni sta cercando il modo di far avvicinare Trump e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per una stretta di mano che sia propizia al vertice tra Stati Uniti ed Europa che la premier vorrebbe ottenere per metà maggio.
Il protocollo vaticano, ricalcato su quello dei funerali di Giovanni Paolo II, prevede i capi di Stato e di governo disposti sul sagrato a destra guardando la basilica, mentre il corpo diplomatico sul colonnato.
Alle esequie di Benedetto XVI, nel 2023, l'ex premier Mario Draghi e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti si fermarono qualche minuto a parlare: bastò quell'immagine per tessere ipotesi e retroscena. La vicinanza fisica fa superare i pudori e le timidezze cerimoniali di una dovuta compostezza. Dipende chi sarà vicino a chi, chi avrà il coraggio di fare un passo in più.
Intanto ieri la diplomazia italiana e Palazzo Chigi hanno provato a dare un significato geopolitico alla lista di chi ci sarà e di chi non ci sarà. A stupire Meloni è l'assenza del premier spagnolo Pedro Sanchez, forse il leader con cui ha il peggiore rapporto in Europa, che a differenza del britannico Keir Starmer non accompagnerà i reali del suo Paese.
Non ci sarà il premier ungherese Viktor Orban, molto distante da Bergoglio sui migranti, né, salvo ripensamenti, il primo ministro polacco Donald Tusk, cosa che ha colpito il governo italiano visto che guida la presidenza di turno dell'Unione europea.
[…] Un rischio che è stato scongiurato quasi subito. Putin ha risolto la faccenda, comunicando attraverso il portavoce che non sarebbe andato. A dare qualche brivido alla Santa Sede è l'incertezza, ancora fino a ieri sera, su chi sarà il delegato del Cremlino. Chiunque sarà, siederà a pochissimi metri dal nemico Zelensky. E non è secondario se si tratterà di un peso massimo come il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, o di un livello di rappresentanza ben più basso.
Netanyahu ha invece mantenuto il gelido silenzio con cui ha reagito alla morte del Pontefice, una scelta di manifesta distanza e disistima dopo le dure critiche di Bergoglio a Israele per come sta conducendo la devastazione di Gaza. L'ambasciata dello Stato ebraico presso la Santa Sede tiene ancora il riserbo su chi parteciperà.
netanyahu bergoglio papa francesco
In un primo momento si era parlato del presidente Isaac Herzog, l'unico, tra i vertici delle istituzioni israeliane, ad aver espresso con toni benevoli un ricordo di Francesco, prima che il ministero degli Esteri, guidato da Gideon Sa'ar ordinasse la cancellazione dei messaggi di cordoglio pubblicati sui profili online.
Anche l'ambasciatore in Vaticano Yaron Sideman sarebbe stato richiamato all'ordine: era stato lui a replicare al Papa quando questo giornale, in autunno, pubblicò l'anticipazione del libro in cui Bergoglio chiedeva di «indagare» se la morte di massa portata nella Striscia fosse effettivamente definibile come «genocidio».
la traslazione della salma di papa francesco in vaticano foto lapresse.
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