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“TRUMP HA SOTTOVALUTATO PUTIN” – LA TRATTATIVA PER LA PACE IN UCRAINA VISTA DAI LEADER EUROPEI – “LA CASA BIANCA NON PENSAVA CHE MOSCA AVREBBE PUNTATO ALLA VITTORIA PIENA, SENZA CONCEDERE NULLA A KIEV” E SOPRATTUTTO SENZA TENERE PRESENTE L’IMMAGINE DEL TYCOON CHE AVEVA PROMESSO UNA PACE IN TEMPI BREVI – I NIET DI PUTIN, ANCHE QUANDO ZELENSKY HA MESSO SUL PIATTO LA CRIMEA, HANNO IRRITATO TRUMP – “IL PRESIDENTE RUSSO VOLEVA INCASSARE TUTTO IL PACCHETTO. SAPENDO CHE TRUMP AVEVA BISOGNO DI STRINGERE I TEMPI, HA ALZATO IL TIRO” - LA FERMEZZA DELL'UE CONTRO "I RICATTI" DI PUTIN E I DUE ASPETTI MILITARI CHE HANNO AIUTATO NELLA DECISIONE AMERICANA DI...

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Claudio Tito per repubblica.it - Estratti

 

putin trump

«Trump ha sottovalutato Putin». Nei contatti informali che i leader europei hanno mantenuto con il presidente americano nell’ultima settimana c’è una valutazione costante che si ripete: la Casa Bianca non pensava che il Cremlino avrebbe condotto la trattativa in questo modo. Puntando alla vittoria piena e senza concedere nulla. Senza tenere presente le esigenze di immagine del presidente americano che aveva promesso la pace in tempi brevi.

 

 

Il primo punto di svolta si è allora consumato sabato scorso, a margine dei funerali di Papa Francesco. Non solo nel colloquio tra Trump e Zelensky. Ma anche in quelli con i capi di Stato e di governo dell’Ue. Lo stesso leader ucraino ha parlato, ad esempio, con il francese Macron, con la premier italiana Meloni e con la presidente della Commissione von der Leyen. In quei confronti l’uomo di Kiev aveva messo sul tavolo una carta mai utilizzata in precedenza: la Crimea.

 

(...)

MEME SULL INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY A SAN PIETRO BY EMAN RUS

 

 

 

Ma la risposta del Cremlino ricevuta dagli Usa è stato un ”niet”. La Russia voleva che Washington mettesse nero su bianco nella sua proposta di soluzione che le zone occupate militarmente dall’Armata rossa venissero ufficialmente definite di loro appartenenza.

 

La rigidità di Putin ha sorpreso il Tycoon. Che non poteva accettare le impuntature della controparte. «Putin - è il racconto di chi a Bruxelles ha ricevuto i resoconti del tentativo di mediazione americano - voleva incassare tutto il pacchetto. Sapendo che Trump aveva bisogno di stringere i tempi, ha alzato il tiro».

 

FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

Tra l’altro anche la posizione europea a quel punto ha cominciato a essere ancora più irremovibile. Il fronte dei cosiddetti “volenterosi” ha trasmesso alla Casa Bianca la conferma di essere pronto a creare un contingente di pace da inviare in Ucraina. In particolare, Francia e Gran Bretagna hanno ribadito che proprio per “neutralizzare” le zone occupate dai russi o almeno una parte di esse, era consigliabile costruire una forza di interposizione in grado di garantire lo status quo.

 

E di impedire future avanzate dell’esercito putiniano. Ipotesi, invece, totalmente respinta da Mosca.

 

FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - TRUMP E MACRON

I messaggi inviati dalla Ue alla Casa Bianca esortavano dunque gli States a non accettare il “ricatto” del Cremlino. «Tutti abbiamo visto come Putin negozia - ha ricordato nei giorni scorsi la presidente della Commissione -. Solo due settimane fa, la Domenica delle Palme, ha lanciato missili balistici su persone che andavano in chiesa. Ha dimostrato più volte che non ci si può fidare di lui. Per una pace giusta e duratura, dobbiamo continuare a stare dalla parte dell’Ucraina. Con un maggiore sostegno militare e finanziario».

 

IL NEGOZIATO DI TRUMP SULL UCRAINA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Dopo il “niet” russo, sulla linea statunitense è stata impressa una svolta. Non tanto per il pressing europeo, quanto per l’irremovibilità del Cremlino che avrebbe esposto l’Amministrazione americana a un giudizio critico sulle sue capacità negoziali. Un’eventualità che Trump vede come il fumo negli occhi, col rischio di far crollare il mito del grande negoziatore. Per questo ha comunicato in anticipo ad alcuni governi europei che avrebbe dato il via libera ai nuovi aiuti militari a Kiev per 50 milioni di dollari. Certo, in questo ha aiutato anche l’accordo con Zelensky sulle terre rare. Ma il percorso verso un accordo di pace si è allontanato.

 

FUNERALE DI PAPA FRANCESCO - LA STRETTA DI MANO TRA TRUMP E MACRON

Ci sono poi due aspetti, strettamente militari, che hanno aiutato nella decisione americana. Il primo riguarda le ultime notizie pervenute dalle intelligence occidentali e dalle osservazioni della Nato in relazione all’avanzata dell’esercito russo. Che continua a essere molto lenta. Sebbene non arretri, l’incedere resta sostanzialmente non determinante in termini strategici.

 

Il secondo elemento sono i droni. L’Ucraina è riuscita negli ultimi mesi a convertire una parte del tessuto industriale nella produzione bellica. In particolare si sono specializzati nella progettazione e costruzione dei droni. I dati hanno colpito chi, a Bruxelles, si occupa di questa materia. Kiev in questo momento è in grado di costruire una quantità di questi velivoli guidati a distanza superiore a quella prodotta dall’intera Unione europea. E non è un caso che la difesa ucraina in larga parte ormai faccia affidamento su questa risorsa.

ursula von der leyen volodymyr zelensky

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