intervista al bambino di veleno

TUTTO QUEL “VELENO” ERA INVENTATO? - PARLA PER LA PRIMA VOLTA DAVIDE, L’EX “BAMBINO ZERO” DA CUI NACQUE L’INCHIESTA SUI “DIAVOLI DELLA BASSA” RACCONTATA DA UN PODCAST E DA UNA SERIE TV AMAZON: “ERANO TUTTE BUGIE, FUI COSTRETTO A CONFESSARE LE VIOLENZE. INVENTAI TUTTO. ABUSI E CIMITERI, NOMI E RITI SATANICI. ORA HO TROVATO FINALMENTE IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITÀ, DOPO ANNI DI ALCOL, STUPEFACENTI E RICOVERI. NON SONO MATTO. E AGLI ALTRI CHE DENUNCIARONO DICO...” - VIDEO

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https://video.repubblica.it/cronaca/veleno-parla-il-bambino-zero-erano-tutte-bugie-fui-costretto-a-inventare-gli-abusi-sessuali/389188/389908?ref=RHTP-BH-I0-P1-S2-T1

 

Da www.repubblica.it

 

intervista al bambino di veleno 8

Alla fine degli anni 90, nella Bassa Modenese, 16 bambini vennero portati via ai loro genitori, accusati di pedofilia e satanismo. L’inchiesta sui “Diavoli della Bassa” si concluse con pesanti condanne per alcuni degli imputati, che scontarono molti anni di carcere. Altri vennero poi assolti, ma comunque non rividero mai più i loro figli.

 

intervista al bambino di veleno

Il podcast Veleno, pubblicato nel 2017 da Repubblica e firmata da Pablo Trincia, ha gettato nuova luce su questa storia. Storia che è diventata poi una serie tv prodotta da Amazon.

 

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Il bambino da cui partì tutto, il primo a parlare di abusi e violenze avvenute contro i bambini nei cimiteri (accusando anche i suoi genitori), si chiamava Davide (nella serie Dario), e, all’epoca, aveva 7 anni. Davide non aveva mai parlato in un’intervista. Fino ad oggi. E le sue sono rivelazioni sconvolgenti.

 

intervista al bambino di veleno 9

Davide, che proveniva da una famiglia con gravi problemi economici, era stato affidato dai servizi sociali di Mirandola a una famiglia della zona. Ma spesso il bambino tornava - come prevedeva la prassi - dalla sua famiglia naturale.

 

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“Un giorno vidi che la mia mamma naturale molto triste – racconta – e quando tornai nella casa della mia famiglia affidataria ero cupo anche io. La donna che poi divenne la mia madre adottiva si convinse che venivo maltrattato dai miei genitori naturali. E così iniziarono i colloqui con i servizi sociali. Mi tenevano anche 8 ore. La psicologa e gli assistenti sociali mi martellavano fino a quando non dicevo quello che volevano sentirsi dire. Io avevo anche paura che, se non li avessi accontentati, sarei stato abbandonato dalla mia nuova famiglia, e così inventai. Inventai tutto. Abusi e cimiteri, violenze e riti satanici. Ora ho trovato finalmente il coraggio di dire la verità”.

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