DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
1 - UCCISO IN DIRETTA SU TIKTOK L’ATTIVISTA IRACHENO ANTI CORANO
Estratto dell’articolo di Carlotta Verdi per il “Corriere della Sera”
salwan sabah matti momika brucia il corano 3
Era in diretta su TikTok quando diversi spari lo hanno raggiunto nel suo appartamento di Södertälje, a mezz’ora da Stoccolma, mercoledì dopo le 23. È morto così, in ospedale, Salwan Momika, 38 anni, attivista celebre per aver dato fuoco pubblicamente al Corano. La polizia ha arrestato cinque persone sospettate dell’omicidio. Per il momento la loro identità rimane ignota: bocche cucite anche sul movente. Ieri mattina Momika avrebbe dovuto presenziare alla fine del processo per incitamento all’«odio contro gruppo etnico», che lo vedeva imputato insieme a un altro manifestante, Salwan Najem.
Il tribunale di Stoccolma ha rinviato la sentenza al 3 febbraio […]
Tra gli spettatori dell’ultima diretta social, c’era anche Najem, che ha confermato di aver sentito gli spari e di aver dato l’allarme. Dopo l’omicidio dell’amico ha scritto su X: «Ho paura di essere il prossimo». […]
Nato in Iraq da una famiglia cristiana e ora ateo, Momika condivideva sul suo profilo TikTok da 164mila followers contenuti anti-islam. Nell’ultimo video postato diceva: «Sono orgoglioso di me e credo che ognuno debba essere pronto a morire per le proprie idee». Stando alle prime ricostruzioni, i suoi assassini si sarebbero introdotti nell’appartamento passando dal tetto e gli avrebbero sparato mentre era sul balcone.
Un uomo di 45 anni è stato arrestato verso le 5 di ieri mattina, dopo essere stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre si allontanava in auto. A bordo è stata trovata un’arma. Gli altri quattro, sospettati di essere coinvolti nel delitto, sarebbero stati rintracciati in un appartamento vicino alla scena del crimine già verso l’una di notte. Alcuni di loro vivono nei dintorni. Quasi nessuno ha precedenti penali, salvo qualche reato minore. Stando ai loro avvocati, due di loro sono stati interrogati per tutto il pomeriggio e si dichiarano innocenti.
«Aveva fatto della provocazione il suo marchio di fabbrica», dice di Momika il professore Magnus Ranstorp, direttore di un pool di ricerca governativo su terrorismo ed estremismo. Sull’identità degli assassini, il professore azzarda due ipotesi: «Lo volevano morto alcune gang criminali locali legate ad altri Paesi, ma anche estremisti radicali». La città irachena di al-Kufa aveva promesso due milioni di dollari e un Corano di due chili d’oro a chi lo avesse ucciso.
Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha dichiarato ieri che esiste il rischio «evidente» del coinvolgimento di una «potenza straniera».
[…]
2 - UN PROVOCATORE SOLITARIO VICINO ALLA DESTRA POPULISTA
Estratto dell’articolo di Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera”
Alle sue perfomance provocatorie non presenziavano in molti ma hanno avuto un impatto dirompente sulla Svezia, prima che sulla sua vita: dopo i roghi del Corano da lui inscenati nel 2023 e ripresi in video diffusi in tutto il mondo, Stoccolma fu costretta ad innalzare il livello di allerta terrorismo e ad affrontare crisi diplomatiche con Paesi musulmani, a iniziare dalla Turchia che tentò di usare la vicenda per tenere il Paese scandinavo fuori dalla Nato. La sua ambasciata in Iraq fu incendiata.
salwan sabah matti momika brucia il corano
Ma questa era già la «seconda vita» di Salwan Momika, l’iracheno ucciso ieri nella sua casa di Södertalje, sobborgo di immigrati a 40 chilometri dalla capitale, uno dei più xenofobi, tra i primi a far attecchire il virus anti islamico nel Paese un tempo modello di integrazione. Momika era approdato lì come richiedente asilo nel 2018.
Aveva 32 anni e un passato da combattente alle spalle: aveva militato nelle milizie cristiane impegnate a combattere l’Isis sotto l’ombrello dell’Iran.
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Poi qualcosa è andato storto: forse un litigio con un capo, o una denuncia. Fatto sta che era scappato con moglie e figli per rifarsi una vita. E ci stava riuscendo: quattro anni fa gli era stato riconosciuto lo status di rifugiato. Uno dei tanti nel Paese dove un abitante su 4 è straniero, finché il 28 giugno 2023 non finisce sotto i riflettori internazionali: nel primo giorno della festa musulmana dell’Eid, davanti alla più grande moschea della capitale svedese, infila tra le pagine del Corano una fetta di pancetta — ricavata dal maiale, impuro per i musulmani — e ne strappa alcune pagine per pulirsi le scarpe prima di bruciarlo. Una manifestazione ripetuta il mese successivo davanti al Parlamento perché, spiegava, quel libro sacro rappresenta «un pericolo per le leggi democratiche e per i valori svedesi e umani» […] Altro show davanti all’ambasciata irachena, dove si era «limitato» a calpestare il testo.
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[…] Nella sua «seconda vita», quella da rifugiato, Momika si definisce su Facebook un «ateo illuminato» e si avvicina ai Democratici svedesi (Sd), il partito di estrema destra xenofobo. Del resto l’ascesa della destra radicale nel Paese nordico deve molto anche al supporto degli immigrati dei sobborghi di Stoccolma, preoccupati per l’invivibiltà dei loro quartieri e l’arrivo di nuovi immigrati, per lo più musulmani, con l’estrema destra che agita lo spauracchio della criminalità. Proprio l’insicurezza percepita ha permesso a Sd di ottenere oltre il 20% di voti nelle elezioni 2022: secondo partito.
[…] Momika diventa così paradossalmente una sorta di emulo di Rasmus Paludan, il leader neonazi danese che nel 2020 e nel 2022 bruciò il testo sacro all’Islam a Malmö e Stoccolma, e fu poi condannato a quattro mesi di carcere per incitamento all’«odio contro gruppi etnici». La stessa accusa rivolta a Momika: il verdetto era atteso ieri.
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[…] Alla fine lo status di rifugiato scaduto ad aprile non era stato rinnovato a Momika: l’agenzia svedese per l’immigrazione voleva espellerlo, non ci è riuscita perché si è ritenuto che avrebbe potuto subire torture e trattamenti disumani in Iraq. E alla fine Erdogan è tornato sui suoi passi, la controversia sulla Nato si è risolta e Stoccolma l’anno scorso è entrata nel Patto Atlantico.
3 - “SOLO L’IRAN HA I MEZZI E LA VOLONTÀ PER SOSTENERE UN BLITZ COME QUESTO”
Estratto dell’articolo di D. C. P. per “la Repubblica”
Se il tema è l’Iran, il professor Ardavan Khoshnood sa di cosa parla. Nato a Teheran nel 1982, alla fine di quel decennio raggiunse con la famiglia la Norvegia, dove suo padre si era trasferito in fuga dalla Repubblica Islamica. Dal 1999 vive in Svezia, dove ora è professore all’Università di Lund e criminologo molto presente sui media locali. Lo abbiamo intervistato per capire se sia possibile un coinvolgimento dell’Iran nell’omicidio che ha sconvolto ieri la Svezia […]
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Secondo il primo ministro svedese Ulf Kristersson c’è il rischio che dietro l’omicidio di Salwan Momika ci sia “una potenza straniera”. A chi si riferisce?
«Direi che il primo sospetto del premier è proprio l’Iran. È l’unico Paese con le risorse, i mezzi e la volontà per condurre o pianificare simili operazioni. Tanto più che è evidente come Momika sia stato assassinato per aver bruciato il Corano. Ma ovviamente è troppo presto per arrivare a conclusioni, i dettagli dell’indagine sono troppo pochi […]
In tutta Europa l’Iran ha avuto rapporti molti stretti con le gang criminali e dunque potrebbe essersene servito anche in questo caso».
[…]
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