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UN'ALTRA MORTE CHE SI POTEVA EVITARE - DOMENICO LIVRIERI, IL 46ENNE CHE HA UCCISO LA VICINA DI CASA MARTA DI NARDO A MILANO, DOVEVA ESSERE RICOVERATO IN UNA REMS PER UN ALTRO REATO, MA È STATO RISPEDITO A CASA PERCHE' NON C'ERANO POSTI NELLA STRUTTURA - NEL 2021 LIVRIERI ERA FINITO IN CARCERE PER VIOLENZA SESSUALE E LESIONI: DOPO DUE CONSULENZE CHE RIVELAVANO "UN VIZIO PARZIALE DI MENTE" E UNA "SEMI INFERMITA'", IL GIP AVEVA ORDINATO IL RICOVERO - LA CRONACA DELL'OMICIDIO...
Estratto dell'articolo di Val.Err. per “il Messaggero”
[…] Doveva stare in una Rems, una struttura dedicata agli autori di reato affetti da problemi psichici e socialmente pericolosi. Ma non c'erano più posti disponibili ed è rimasto nel suo appartamento in via Pietro da Cortona a Milano. È esattamente lì che, circa un anno e mezzo dopo, Domenico Livrieri ha ucciso la vicina di casa Marta Di Nardo con una coltellata alla gola, per poi tagliare in due il corpo e nasconderlo in un soppalco della sua cucina.
Convalidando l'arresto e disponendo per lui la misura cautelare in carcere, il gip milanese Alessandra Di Fazio tiene conto, oltre che dell'«estrema gravità dei fatti», anche della «personalità dell'imputato, capace di crimini efferati come già fatto in passato». Già, perché nel 2021 Livrieri era già finito in carcere per i reati di violenza sessuale e lesioni, venendo poi sottoposto alla libertà vigilata circa tre mesi dopo. Nel marzo del 2022, però, la misura era stata sostituita con quella della Rems, […]
Il 46enne, infatti, soffre di problemi psichiatrici, come emerso anche da due consulenze eseguite nell'ambito di quel procedimento: la prima concludeva per la diagnosi «del vizio parziale di mente, pur sottolineando la pericolosità sociale» dell'uomo e la seconda rivelava invece una «semi infermità». L'unica soluzione, ribadisce il gip, «sarebbe stata il ricovero in Rems, ad oggi mai eseguito».
L'INTERROGATORIO
Livrieri è quindi rimasto a casa e poco più di un mese fa, durante una colazione al bar, ha incontrato Marta, la 60enne residente nel suo stesso palazzo e con problemi di ludopatia. «Vorrei solo dire che mi dispiace, che non è stata colpa mia, ma dei miei familiari che non mi aiutavano», ha raccontato ai carabinieri il 20 ottobre dopo il rinvenimento del cadavere, ammettendo il delitto tramite dichiarazioni spontanee. A quanto riferito da lui stesso quella notte e confermato poi anche nell'interrogatorio davanti al gip, tra loro due c'era un rapporto di amicizia e quasi di «assistenza reciproca», al punto che spesso lei «gli preparava da mangiare o gli prestava del denaro».
Il 4 ottobre, giorno in cui Marta è scomparsa, Livrieri l'aveva chiamata per restituirle 20 euro e si erano incontrati nell'appartamento di lui. Lì, mentre erano seduti sul letto a chiacchierare, l'uomo le ha sferrato un colpo al collo con un coltello nascosto precedentemente sotto le coperte. Una volta ammazzata, ne ha nascosto il corpo sotto il letto per almeno una settimana, come confermato anche dalle tracce rivelate dal Luminol. Poi ha deciso di tagliarla a metà, servendosi dello stesso coltello dal manico giallo che aveva utilizzato per ucciderla. […]
omicidio marta di nardo 1
domenico livrieri
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marta di nardo 1
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