DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Camilla Conti per “La Verità”
Le big corporation di Wall Street sono stufe dello smartworking: con gli uffici svuotati, le grandi sedi di proprietà sparse tra i grattacieli di New York alle «astronavi» della Valley californiana rischiano di diventare asset che non rendono più e quindi vanno svalutati intaccando il patrimonio. Ecco perché i boss dei gruppo finanziari, tech e industriali degli Stati Uniti vogliono chiudere il prima possibile la stagione delle riunioni da remoto vaccinando tutti i dipendenti. A quelli di Jp Morgan, per esempio, verrà chiesto di inserire il proprio stato di vaccinazione in un database online organizzato dalla banca.
Chi dimostra di essere immunizzato non dovrà neppure indossare la mascherina in ufficio. L' amministratore delegato del gigante della finanza, Jamie Dimon, vuol riportare a rotazione in ufficio il personale basato negli Usa entro luglio. E sta anche cercando di capire come fare per rendere obbligatori i vaccini ai dipendenti. Nel frattempo ha inviato un promemoria a tutti dove si sottolinea che per i dipendenti completamente vaccinati, «la vita in ufficio sarà un po' più vicina a quella di una volta. Vi invitiamo a iniziare a prendere tutti gli accorgimenti necessari per tornare con successo».
Dimon è stato un forte sostenitore dei vaccini Covid-19 e ha già riaperto alcune sedi lo scorso 17 maggio. «La maggior parte dei professionisti impara il proprio lavoro attraverso un modello di apprendistato, che è quasi impossibile replicare nel mondo Zoom», ha scritto il Ceo nella comunicazione. Sottolineando che «col tempo, il lavoro a distanza potrebbe minare drasticamente il carattere e la cultura» di Jp Morgan. «C' è un' assenza di «apprendimento spontaneo e creatività perché non si incontrano persone alla macchina del caffè, non si parla con i clienti in scenari imprevisti o non si fanno viaggi per incontrare clienti e dipendenti per un feedback sui tuoi prodotti e servizi».
Ma più che per la mancanza di socialità, lo smartworking rischia di pesare sui conti di fine anno per il valore degli asset immobiliari di proprietà. Tra l' altro, il colosso finanziario Usa ha in cantiere un progetto per la costruzione di un nuovo gigantesco quartier generale a New York. L' edificio al 270 di Park Avenue, che dovrebbe aprire nel 2024, per un prezzo di 3 miliardi di dollari, ospiterà circa 14.000 dipendenti.
Anche Microsoft ha annunciato che una parte dei suoi dipendenti tornerà a lavorare nella sede di Redmond (Washington), Google ha investito 7 miliardi di dollari per nuovi data center e nuovi uffici e anche il ceo di Apple, Tim Cook, fan del lavoro da casa all' inizio della pandemia, ora ha detto che non vede l' ora che i suoi dipendenti tornino in sede. Alcuni proprietari di edifici per uffici stanno anche implementando programmi di test sul coronavirus. Questi, combinati con i vaccini, dovrebbero rendere più facile - e più sicuro - il reinserimento dei lavoratori.
uffici di instagram a new york
A fare i conti con l' impatto dello smartworking sul patrimonio immobiliare saranno anche le big italiane. Pensiamo al nuovo skyline del Business District di Milano con i grattacieli di Generali, o quello di Allianz e Pwc a Citylife. O alla nuova sede ipertecnologica di Fastweb dove i sindacati hanno prorogato fino al 30 giugno 2022 l' accordo per lavorare da remoto mentre proseguono i lavori per cambiare il volto dell' ex zona industriale attorno allo scalo Porta Romana. Nel lotto nord, alle spalle di Fastweb sorgerà entro fine anno anche il «building D» del progetto Symbiosis di Covivio che stato già pre-locato al 50% alla farmaceutica Boehringer Ingelheim, al gruppo Mars-Royal Canin Italia e, poi, anche ad AniCura Italia.
Stessa musica anche a Roma dove in piena pandemia Kpmg ha lasciato un immobile ai Parioli per trasferirsi a Piazza Indipendenza, mentre Enel continua la sua ristrutturazione cominciata in viale Regina Margherita. Poi ci sono casi di condomini di nuova generazione dove prima sorgevano uffici. Come il complesso Porta dei Leoni a Trastevere.
Secondo l' agenzia di rating Fitch i profitti delle grandi società immobiliari rischiano di calare del 30 per cento. E così deprimere i loro valori di Borsa e aprire a problemi di sostenibilità delle loro esposizioni con le banche, delle quali sono tradizionalmente grandi debitori.
Al Fondo monetario hanno provato a calcolare l' effetto complessivo sull' economia di una caduta in Borsa delle grandi immobiliari. Una discesa anche solo di mezzo punto dei loro valori di borsa, rispetto al trend storico e a quanto suggerirebbero i fondamentali, mette a rischio, nel giro di qualche anno, fino a due punti di Pil. E la loro capitalizzazione di Borsa è direttamente legata alla quantità di spazio che non riescono ad affittare. In cinque anni, quel valore può scendere anche del 15 per cento, rispetto al trend atteso, se la quantità di metri quadri inoccupati aumenta del 5 per cento.
SMART WORKING ROOMuffici a londra pre coronavirus 2lavoratori in smart working
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