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Marina Paglieri per la Repubblica
Salta la grande mostra di Manet prevista alla Gam di Torino nell’autunno del 2017. Ed è polemica tra la giunta Appendino e la presidente della fondazione Torino musei Patrizia Asproni, di cui la sindaca vorrebbe le dimissioni.
Quarta di un ciclo dedicata ai maestri dell’Impressionismo, prodotta da Skira con il Musée d’Orsay, era stata annunciata un anno fa dall’allora primo cittadino Piero Fassino, durante l’inaugurazione di quella di Monet — prima c’erano stati Degas e Renoir — poi risultata, con oltre 300mila visitatori, la più frequentata d’Italia.
«Non abbiamo avuto contatti con la nuova giunta. Alle condizioni attuali quella mostra non si può più fare — conferma l’amministratore delegato di Skira, Massimo Vitta Zelman. — Non è facile produrre mostre a Torino, noi abbiamo potuto farle grazie all’impegno personale di Fassino, che ci supportava anche attraverso sponsor. Nessuna preclusione a proseguire in futuro la collaborazione su altri progetti, se la città ha ancora in testa le mostre».
A Palazzo di città cadono dalle nuvole: «La notizia giunge del tutto inaspettata; per il bene della città non abbiamo messo in dubbio programmazioni culturali già avviate», dice l’assessora alla Cultura Francesca Leon. Dopo avere affermato in realtà, e in più occasioni, che le grandi mostre non si sarebbero più fatte, addossa ora ogni responsabilità alla presidente di Torino musei: «Patrizia Asproni tiene le relazioni con Skira, ma non ha mai manifestato dubbi o problemi a me o alla sindaca riguardo alla realizzazione della mostra. Questa vicenda mette in discussione il legame di fiducia tra lei e l’amministrazione ».
Incalza Chiara Appendino: «La città non può tollerare che una fondazione non sia in grado di mantenere i rapporti con un importante soggetto culturale. Se fossimo stati interpellati, avremmo potuto dare il nostro sostegno a una mostra che avrebbe completato la serie sulla pittura impressionista. Mi aspetto che nei prossimi giorni la presidente rassegni le proprie dimissioni».
Ma Asproni non ci sta: «Sono stupita della reazione di Appendino, non comprendo a quale mancata informazione da parte mia faccia riferimento. Ho personalmente chiesto di incontrare la sindaca immediatamente dopo la sua elezione e mi è stato concesso il primo appuntamento il 24 ottobre — replica. — Finalmente potremo affrontare insieme le questioni relative alla politica cittadina».
Nella polemica interviene anche l’ex sindaco Fassino: «La linea di smantellamento culturale da parte della nuova giunta continua e temo che non sia solo l’inizio. La perdita della mostra di Manet è conseguente alla volontà espressa dalla sindaca Appendino e dall’assessora Leon di abolire dalla programmazione i grandi eventi culturali, anche se questi hanno contribuito a creare il nuovo profilo della città. È un’altra delle forme in cui si traduce la decrescita infelice di Torino».
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