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IL VATICANO SAPEVA, MA NON HA FATTO NULLA PER FERMARE GLI ABUSI SESSUALI E PSICOLOGICI DI CUI È ACCUSATO PADRE MARKO RUPNIK – UNA DELLE DUE EX SUORE CHE SOSTIENE DI ESSERE STATA STUPRATA DAL TEOLOGO GESUITA, RIVELA CHE DENUNCIO’ LE VIOLENZE ALLA SUA SUPERIORA E ALL'ARCIVESCOVO: NESSUNO LE CREDETTE - TRA LE SUORE ABUSATE, ALMENO UNA VENTINA, UNA SAREBBE STATA COSTRETTA AD ABORTIRE DOPO UNA VIOLENZA SESSUALE - LE ORGE A TRE PER DARE AL RAPPORTO UN VALORE RELIGIOSO E I FILM A LUCI ROSSE...

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Estratto dell’articolo di Franca Giansoldati per “Il Messaggero”

 

Gloria Branciani - Mirjam Kovac

Non c'è giustizia per le suore abusate che finiscono sempre per non essere credute.

Vittime due volte. Prima delle violenze e poi del silenzio delle istituzioni religiose che insabbiano, minimizzano, ridimensionano. «Un muro di gomma che rimbalza a ogni tentativo di curare le situazioni malsane».

 

A far scoppiare definitivamente il #metoo nella Chiesa è il caso abnorme di padre Marko Rupnik, il famoso artista cacciato dai Gesuiti ma ancora incardinato come prete nella diocesi di Lubiana, già scomunicato dal Dicastero della Fede ma, anche in questo caso, il provvedimento è stato misteriosamente cancellato senza che vi siano mai state parole esaustive sul perché.

 

Anne Barret Doyle

Le vittime che hanno mostrato il volto pubblicamente per ora sono solo due, una abusata sessualmente per anni e l'altra abusata psicologicamente anche se dietro di loro ce ne sarebbero una ventina. Hanno superato paure, riserbo e timori e ieri mattina, nella sede della Stampa Italiana, hanno chiesto al Papa tre cose: verità, limpidezza e giustizia.

 

Hanno raccontato che per anni Rupnik è stato il loro padre spirituale guadagnandosi la fiducia totale fino al plagio, facendo leva sul suo carisma e la sua autorità religiosa. Le ha manipolate al punto da costringerle ad avere rapporti a tre perché in quell'atto si poteva trovare un significato trinitario. Era la mistica del pornografico. Compreso l'obbligo di accompagnarlo in cinema a luci rosse come sistema per l'assuefazione.

 

Marko Rupnik

Gloria Branciani, 60 anni, romana, conosce Rupnik negli anni Novanta quando studiava medicina, sognava di fare la missionaria. Il caso la portò a contatto con la comunità di Rupnik, già noto all'epoca come mosaicista e guida spirituale. La discesa verso gli inferi è stata veloce. Di lì a poco fu convinta a trasferirsi a Lubiana, in Slovenia, dove c'era un Centro femminile di spiritualità ignaziana.

 

«[…] Se mi opponevo aveva reazioni negative. Nel frattempo i rapporti con la mia famiglia e i miei amici si erano allentati. Fino a che non si arrivò alla fase del pornografico. La giustificava come una comunicazione divina, in realtà era la strada per giustificare le orge collettive. Non potevo parlarne con nessuno». Gloria nel frattempo stava sempre peggio. Attacchi di panico e una volta fu persino ricoverata. Riuscì però a denunciare alla sua superiora e all'arcivescovo. La reazione di entrambi fu di indignazione e nessuno le credette. […]

Marko Rupnik

 

La seconda vittima, Mirjam Kovac, è di origine slovena ed è a lei che si deve il lavoro dietro le quinte di rintracciare tutte le vittime. «Io non sono stata abusata sessualmente ma psicologicamente. Tre anni dopo sono uscita anche io. Le sorelle che se ne sono andate sono tante, alcune si sono ammalate».

 

Il Papa ha deciso di far fare un nuovo processo in Vaticano. Le violenze sulle religiose restano comunque tante nella Chiesa.  L'avvocato Laura Sgrò, legale delle due ex suore ha raccontato di essere stata contattata da una «suora violentata ripetutamente da un religioso e costretta persino all'aborto».  […]

Marko Rupnik PAPA FRANCESCO Marko Rupnik