DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Raffaella De Santis per la Repubblica
Dopo le accuse di molestie e le dimissioni di tre giurati che assegnano il premio per la letteratura gli accademici svedesi, supremi officianti del Nobel per la letteratura, staranno rimpiangendo Bob Dylan, il menestrello che dopo l'alloro li aveva snobbati non presentandosi alla grande cerimonia di assegnazione del premio.
Ora lo scandalo che travolge il tempio della cultura svedese è più corposo delle intemperanze di un cantautore poco avvezzo alle cerimonie ufficiali, tanto da spingere a il re Carlo XVI Gustavo ad intervenire: «Dati i fatti considererò la necessità di modificare gli statuti dell'Accademia».
La compassata istituzione è stata investita dalla bufera #MeToo per non aver risposto a una serie di accuse di molestie sessuali che coinvolgono il marito di una poetessa, Katarina Frostenson, accademica dal 1992. L' uomo, il presunto molestatore, è Jean-Claude Arnault, una delle maggiori figure del mondo culturale svedese, animatore del centro Forum, club glamour di Stoccolma molto ambito dagli scrittori, finanziato con i soldi dell'Accademia.
Ad accusarlo 18 donne, tra le quali ci sarebbero alcune parenti di altri membri dell'Accademia. Le donne sostengono che Arnault le avrebbe molestate e in alcuni casi violentate. La storia va avanti da qualche mese, tra indagini di polizia in corso e testimonianze, e ha spinto alla richiesta di dimissioni dai prestigiosi scranni dell'Accademia tre suoi membri: Klas Ostergren, Kjell Espmark e Peter Englund. I tre rimproverano alla reale istituzione di essere stata troppo morbida nella reazione di condanna ad Arnault.
L'"intrigo a Stoccolma" sta minando gli equilibri della Svenska Akademien, i cui membri restano in carica a vita, come gli immortali dell'Académie française. Al momento i tre dimissionari possono rifiutarsi di partecipare alle attività dell'istituzione, ma non esserne espulsi. Senza il loro contributo l'Accademia potrebbe paralizzarsi, scendendo sotto il numero di votanti necessario per prendere molte delle sue decisioni.
Le dimissioni, possibili perfino in Vaticano, qui non sono contemplate. O almeno non lo erano. Fino a ieri, quando il re di Svezia Carlo XVI Gustavo ha aperto uno spiraglio, annunciando di voler modificare lo statuto per permettere eventuali dimissioni e sostituzioni dei giurati.
Tutto è deflagrato lo scorso novembre, quando il quotidiano svedese Dagens Nyheter ha pubblicato le accuse delle 18 donne. L' Accademia a quel punto ha avviato una propria indagine e interrotto i finanziamenti al Forum di Arnault. Dopodiché, sulla base del rapporto del suo studio legale, ha messo ai voti l'espulsione di Katarina Frostenson, ma otto membri si sono opposti a questa misura, ritenendo insufficienti le prove contro di lei.
IL RE DI SVEZIA CARLO XVI GUSTAVO CON LA REGINA SILVIA
La donna è anche sospettata di aver anticipato al marito il nome dei vincitori del Nobel. Arnault per ora è solo un presunto molestatore ma di certo ha disinvoltamente sfruttato il legame con la moglie per ottenere soldi e notizie in anticipo. Il Nobel per la letteratura non è in pericolo: il quorum perché sia assegnato è di otto membri, quindi potrà comunque andare per la sua strada.
Ma la triste faccenda, attorcigliata dietro accuse gravissime e spirali burocratiche, sembra architettata da un cabalista attratto dalla misteriosa ricorrenza del numero diciotto: 18 le accusatrici, 18 i membri dell'Accademia svedese, 18 il numero del seggio occupato da Katarina Frostenson. Uno dei significati del numero 18 nella smorfia napoletana è veleno e a Stoccolma ne sta scorrendo parecchio.
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