
DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI…
VI RICORDATE DELLO SCAZZO PESCIAROLO FINITO IN TRIBUNALE TRA IL PETROLIERE IRANIANO HORMOZ VASFI E L’EX "BONAS" SARA CROCE? LUI L’AVEVA ACCUSATA DI AVER ALLACCIATO LA RELAZIONE PER SPILLARGLI SOLDI E LE AVEVA CHIESTO LA RESTITUZIONE DI UN MILIONE E LEI LO AVEVA ACCUSATO DI STALKING. MA ADESSO IL MAGNATE SI DIFENDE: “MI HANNO DIPINTO COME UN MOSTRO. LA DENUNCIA CONTRO DI ME NON C’È MAI STATA. I 450 MESSAGGI? SOLO PER FARMI RESTITUIRE IL DOVUTO. LE VALIGIE LANCIATE DAL GRATTACIELO A NEW YORK? SAREI FINITO IN GALERA COME…”
Nell’ottobre 2020 il magnate e petroliere iraniano Hormoz Vasfi, 58 anni, denunciò Sara Croce, 24 anni, influencer, ex «bonas» di Avanti un altro su Mediaset, con cui ha avuto una relazione, chiedendo una cifra di oltre un milione di euro «per aver allacciato una relazione al solo fine di trarne un profitto economico per sé e per la sua famiglia, raggirando le buone intenzioni di un ricchissimo e noto uomo d’affari».
La reazione della showgirl, denunciata in solido con la madre Anna Maria Poillucci, fu una contraccusa di stalking, dichiarando che Vasfi aveva tra l’altro mandato 450 messaggi audio su WhatsApp allo zio e alla madre per denigrarla. Adesso, in un’intervista al Fatto, Hormoz Vasfi racconta il suo punto di vista: «Mi hanno dipinto come un mostro.
Ma la verità è che sono io a essere stato diffamato da Sara Croce. La denuncia contro di me per stalking non è mai esistita. Eppure i media nazionali ne hanno dato risalto senza mai verificarne l’inesistenza».
Prosegue Vasfi: «Questa accusa terribile ha avuto gravi conseguenze sulla mia reputazione a livello professionale e umano, persino mio figlio per un lungo periodo ha preso le distanze da me». Riguardo ai 450 messaggi, li giustifica così: «Erano di tipo organizzativo con lo zio e la madre. Cercavo di prendere accordi per farmi restituire il dovuto, come peraltro mi era stato promesso. Anche perché avevo bloccato il suo contatto telefonico».
Tra le accuse della Croce anche il racconto di un viaggio a New York, dove lui infuriato avrebbe buttato le valigie giù dalla finestra di un grattacielo: «Ma che cos’ è, un film di Hitchcock? — si difende Vasfi —. Tra l’altro a New York non si possono aprire le finestre. Sarei finito in galera immediatamente come terrorista modello Guantanamo con la tutina arancione».
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