VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Melania Carnevali per www.iltirreno.it
«Non credo di avere la sfortuna di incontrarlo una seconda volta, ma sicuramente lui è una persona instabile, e quello che è successo a me potrebbe succedere a qualcun altro. Ed è preoccupante che sia in giro». Angela Castro, la maestra viareggina, aggredita giovedì scorso sotto casa, mentre scaricava la legna dall’auto, è appena uscita dal commissariato di polizia dove ha consegnato il referto del pronto soccorso.
Ha ferite considerate guaribili in cinque giorni. Ma cinque giorni non le basteranno sicuramente per tornare a scuola. . Ha un occhio nero che i bimbi non potrebbero capire. E lo spavento, poi: quello verrà fuori piano piano. «Mi dicono che dovrei riposare, ma non ci sono ancora riuscita».
Il giovane (di origine marocchina) l’ha aggredita alle spalle, le ha staccato una grossa ciocca di capelli, l’ha buttata a terra e l’ha colpita con calci al volto e al resto del corpo. Fino a quando il compagno della donna non è uscito da casa gridando «assassino» e attirando l’attenzione dei passanti. La polizia ha arrestato in flagranza il giovane che l’ha aggredita, ma il giudice lo ha rimesso in libertà.
Non ha riconosciuto la rapina e per le sole lesioni (non gravi) non è previsto l’arresto. «Vede – racconta Angela –, io non sono una persona che difende a spada tratta tutti, però diciamo che non voglio ingigantire quanto mi è accaduto. Ho passato un momento veramente duro, recentemente, che mi ha fatto stare molto, molto male.
In confronto quello che mi è successo giovedì scorso non è nulla. E non sono nemmeno preoccupata di incontrarlo di nuovo, non credo di essere così sfortunata. Però è sicuramente vero che è preoccupante pensare che una persona così instabile sia in giro. Se una colpa c’è, però, è di una legislazione sbagliata».
Angela è donna di cuore. Nella vita ha scelto di fare l’insegnante di sostegno e adesso lavora in una scuola elementare di Stiava. Ha insegnato anche italiano per dieci anni a stranieri arrivati da ogni parte del mondo ed è molto attiva nella vita sociale della città.
Quello che le è accaduto, però, non l’ha spostata di una virgola. «Non mi piace che venga strumentalizzato a fini politici quanto mi è accaduto – si sfoga al telefono –. È come se, prima mi avessero aggredita e poi derubata di un pensiero. C’è chi strumentalizza fatti accaduti ad altri per tirare acqua al proprio mulino. E questo non è bello. Non è bello che ci sia sempre bisogno di avere un capro espiatorio sempre pronto: prima erano i meridionali, poi gli albanesi e via dicendo».
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