DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN…
1. IL NUOVO VIDEO DELLA FUGA DEI TERRORISTI: PERDONO TEMPO, SISTEMANO LE ARMI, E METTONO IN FUGA L’UNICA MACCHINA DELLA POLIZIA ARRIVATA SUL LUOGO
2. CHARLIE HEBDO: I KOUACHI SI APRONO LA VIA DI FUGA SPARANDO COL KALASHNIKOV
Da “Libero Quotidiano”
said e cherif kouachi da ragazzi
A distanza di giorni da quel maledetto 7 gennaio parigino esce un nuovo video che mostra gli istanti successivi alla strage nel Charlie Hebdo firmata dai fratelli Kouachi. Un video inedito, diffuso dalla Reuters, che mostra la fuga dei due terroristi islamici dopo l'assalto alla redazione. Un video destinato a far discutere, e destinato ad acuire le polemiche sul sistema di sicurezza francese. Nella clip si vedono i due franco-algerini sistemare le armi con tutta calma e quindi gridare altri proclami, nei quali sostengono di aver vendicato Maometto con le loro azioni. "Abbiamo ucciso Charlie Hebdo", urlano ancora. Il tutto viene ripreso dalla finestra da un videoamatore.
Sparatoria con gli agenti - I Kouachi, poi, si mettono in fuga a bordo della loro Clio Nera, per poi fermarsi poco dopo: in direzione opposta arriva un'auto della polizia. I due, così, aprono gli sportelli della vettura, imbracciano i kalashnikov (nel video si vede anche il lanciarazzi di cui si è parlato in questi giorni) e aprono il fuoco contro la volante. Una pioggia di piombo per aprirsi la strada per la fuga.
i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo 4
L'auto della polizia è così costretta ad indietreggiare, lasciando a loro lo spazio per la definitiva fuga dal luogo della strage. Dopo aver visto il video, come detto, sorgono altri dubbi: nulla si può imputare all'auto della polizia raggiunta da una pioggia di fuoco. Ma se solo quei poliziotti non fossero stati soli, se solo le auto fossero state due, o tre, o quattro (come era lecito immaginarsi, da ogni direzione, dopo una strage del genere in centro a Parigi), forse la fuga dei Kouachi sarebbe stata fermata subito.
UN PRESTITO A COULIBALY, I SOSPETTI IN FUGA I FLOP DELLA SICUREZZA
Marco Mensurati per “la Repubblica”
i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo 3
I fondi per finanziare la tre giorni del terrore parigino, Amedy Coulibaly li aveva rimediati con un prestito della Cofidis, un’agenzia francese specializzata nel credito a distanza. Seimila euro, chiesti il 4 dicembre, barrando pure la casella della “massima urgenza” sul modulo. Coulabily era un delinquente conclamato, a maggio aveva tolto il braccialetto elettronico ed era stato condannato in via definitiva per terrorismo.
Da quando era uscito dal carcere, per sua stessa ammissione, aveva «fatto il giro delle moschee di Parigi» con il dichiarato intento di «fare proselitismo» e «arruolare » giovani jihadisti. Insomma, non era proprio imprevedibile che quei soldi non servissero per acquistare la macchina nuova. E infatti sono finiti in kalashnikov e granate.
i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo 2
«Ho dato diverse migliaia di euro ai fratelli Kouachi per consentirgli di ultimare il piano », ha confessato Coulibaly nella video rivendicazione postuma postata da un complice — ora ricercato — sul sito Dailymotion.
La notizia non è solo una curiosità, ma ha una sua importanza perché dimostra, una volta di più, la totale mancanza di reattività dei servizi di sicurezza francesi, finiti, in queste ore, al centro del fuoco mediatico e politico, tanto che in molti sono pronti a scommettere sul loro imminente azzeramento. L’elenco di errori, già piuttosto lungo sino a qui, si è allungato ieri.
i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo 1
Quando la Reuters ha pubblicato online un video, uno dei tanti — per qualcuno troppi — di questa storia. Le immagini sono state riprese con un telefonino da un appartamento che dà sulla strada. Sono i minuti successivi alla strage. Si vede la Citroen C3 nera dei fratelli Said e Chérif Kouachi ferma all’angolo tra due strade e i due che si avvicinano. Hanno appena finito di sparare e hanno interrotto la loro fuga — indisturbata — per ricaricare le armi. Girano con calma intorno alla macchina. Aprono la portiera e poi si mettono a trafficare con un kalashnikov e quello che pare un lanciagranate (il video è un po’ sfocato).
Poi cominciano a gridare la solita frase, in arabo, «abbiamo vendicato il profeta Maometto, abbiamo ucciso Charlie Hebdo », e se ne vanno, con tutta calma. Sulla loro strada, a quel punto, arriva, con altrettanta calma, in direzione opposta, una macchina della polizia. Le sirene sono spente, ha solo i lampeggianti. C’è un secondo di esitazione collettiva, poi i due fratelli scendono dalla C3 e aprono il fuoco. Una scena di guerra, la guerra del terrorismo contro la Francia, per rubare le parole del primo ministro Manuel Valls. Gli agenti sono completamente impreparati all’evento, indietreggiano e lasciano scappare il commando.
fritz joly joachin arrestato in bulgaria
A lasciare perplessi è soprattutto il ritardo con cui sembra essere scattato l’allarme e l’assoluta tranquillità con cui i due assalitori sono riusciti ad allontanarsi dal luogo della strage. Un luogo che era ritenuto uno dei principali “obiettivi sensibili” non solo della Francia ma dell’Europa.
Ma più si va avanti nella ricostruzione dei tre giorni e passa il comportamento dell’apparato di sicurezza mostra buchi e inefficienze. La prima cosa che si è detta, dopo l’identificazione di Coulibaly, è che si trattava di un cane sciolto. Dopo cinque giorni d’indagini si è invece scoperto che la polizia non aveva capito niente: gli indirizzi di casa che aveva nei registri erano sbagliati, così come tutte le altre informazioni sul suo conto.
fritz joly joachin arrestato in bulgaria
Altro che cane sciolto: Coulibaly era il fulcro di una cellula molto strutturata, sostenuta — ancora non è chiaro con quale intensità — da almeno tre organizzazioni terroristiche: l’Aqap (Al Qaeda nella penisola araba) yemenita, vicina ai fratelli Kouachi; l’Is, a cui si era rivolto Coulibaly; ed in più — si è scoperto ieri — una «filiera afgana».
L’uomo che il 2 gennaio, alla vigilia delle stragi, ha accompagnato in Siria Hayat Boumeddiene, la moglie di Coulibaly, è stato identificato come Mohamed Belhoucine, uno studente di ingegneria francese, il cui fratello è stato condannato a due anni in quanto membro di un’organizzazione che arruolava combattenti da spedire tra Pakistan e Afghanistan.
La fuga in Siria di Hayat Boumeddiene e Mohamed Belhoucine è con ogni probabilità il punto più basso dell’operato dei servizi segreti francesi, che si sono fatti scappare sotto il naso due stragisti con precedenti e frequentazioni sospette, e che ancora il 9 gennaio — quando tutto era già finito e Hayat era fuggita da una settimana — avevano lasciato diramare dalla polizia un mandato di cattura sostenendo che fosse «in Francia, armata e pericolosa».
Ma l’organizzazione era ancora più estesa di così. Perché oltre all’uomo che, secondo la polizia, in queste ore gira per Parigi guidando una Mini Cooper intestata alla Boumeddiene, ne faceva parte almeno un altro elemento. Si tratta di tale Fritz-Joly Joachin, 29 francese di origine haitiana.
Anche lui, proprio alla vigilia delle stragi — il 30 dicembre, appena due giorni prima di Hayat — aveva deciso di lasciare la Francia per andare in Siria, passando per la Bulgaria, insieme al figlio. Non aveva però il consenso della moglie e quindi è stato arrestato per sequestro di persona. Nelle ultime ore un secondo mandato di cattura è stato spiccato dalla Francia, stavolta per terrorismo: Fritz-Joly faceva parte della banda del parco di Buttes- Chaumont, quella dei fratelli Kouachi, da cui tutto è cominciato.
NUOVA, DOPPIA FIGURACCIA PER I FRANCESI: AGENTI CODARDI E ALLARMI USA SOTTOVALUTATI
Mauro Zanon per "Libero Quotidiano"
manuel valls francois hollande
Clarissa Jean-Philippe, Ahmed Merabet, Franck Brinsolaro. Una grande folla si è riunita ieri attorno alla prefettura di Parigi in memoria dei tre agenti di polizia vittime la scorsa settimana degli attentati terroristici di Charlie Hebdo e Montrouge, seguendo la cerimonia sui maxischermi installati per l’occasione. La commozione è tanta quando François Hollande pronuncia i loro nomi uno a uno davanti ai familiari. «Sono morti affinché noi potessimo vivere liberi», ha dichiarato il presidente francese dal cortile della prefettura, salutandone il coraggio per aver rispettato il loro dovere anche in delle situazioni così estreme, con un omaggio vibrante e carico di solennità.
Il momento più toccante della cerimonia è stato quando la madre della giovane poliziotta, Clarissa Jean-Philippe, ha guardato negli occhi Hollande, prima di scoppiare in lacrime e con la voce spezzata dal dolore rivolgergli queste parole: «Non dovevano prendere mia figlia, perché hanno fatto questo, non voleva partire».
Ai tre poliziotti sono state rimesse a titolo postumo le insegne di cavaliere della Legione d’Onore, prima dell’invito finale che il presidente della Repubblica ha rivolto ai francesi, affinché mantengano il sangue freddo e si uniscano, perché «la grande e bella Francia non si spezza mai, non cede mai, non si piega mai, combatte, è in piedi». In contemporanea, anche Gerusalemme si è fermata, per omaggiare le quattro vittime del supermercato kosher a Porte de Vincennes, «assassinate per il solo fatto di essere ebree», ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Quest’ultimo ha inoltre lanciato un appello a tutti i leader mondiali affinché vengano attuate misure più solide ed efficaci contro l’islamismo radicale. Nella giornata di ieri si sono registrati nuovi e rilevanti avanzamenti nelle indagini sugli attentati terroristici di Charlie Hebdo e Montrouge, tra cui l’arresto in Bulgaria di Fritz-Joly Joachim, ventinovenne francese di origini haitiane, che secondo le autorità locali sarebbe collegato all’attentato a Charlie Hebdo. Joachim sarebbe stato «diverse volte in contatto con i fratelli Kouachi», ha dichiarato il procuratore della regione meridionale di Haskovo, Darina Slavova, ed è da tempo sospettato di avere legami con la jihadosfera francese.
Ma c’è soprattutto la rivelazione bomba della Casa Bianca. Fino a ieri si sapeva solamente che i due fratelli Kouachi, Chérif e Said, figuravano da anni nella blacklist americana del terrorismo. Ma la Casa Bianca ha aggiunto che gli 007 americani avevano fornito agli omologhi francesi anche i dati di viaggio dei due fratelli franco-algerini, compresa la presenza accertata di uno dei due nello Yemen, piazzaforte dei jihadisti.
Intanto continua la caccia alla Mini Cooper intestata ad Hayat Boumedienne, la compagna di Amédy Coulibaly che si troverebbe ora in Siria, e soprattutto ad altri sei terroristi attualmente in fuga, che sarebbero coinvolti in vario modo negli attentati della scorsa settimana e formerebbero con i fratelli Kouachi e il terrorista originario del Mali una cellula più ampia. Ieri, un nuovo video amatoriale diffuso dall’agenzia Reuters, mostra i due fratelli Kouachi per strada, intenti con tutta calma a controllare e a ricaricare i rispettivi kalashnikov e lanciarazzi, subito dopo aver commesso la strage a Charlie Hebdo. I due poi risalgono nell’auto per intraprendere la fuga.
morti a porte de vincennes parigi
Ma subito incontrano una volante della polizia. Ingaggiano allora una sparatoria, finché i due poliziotti a bordo, manifestamente impauriti, invece di rispondere, indietreggiano, lasciando fuggire i due terroristi. Minacce di morte anche al più noto e diffuso settimnale satirico francese, «Le Canard Enchainé», che ha ricevuto una mail, l’8 gennaio, all’indomani della strage a Cherlie «Ora è il vostro turno. Farò a pezzi i giornalisti con una mannaia».
il negozio kosher di porte de vincennes a parigi
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