papa francesco schiaffo

VIDEO! DA “ASPETTATI UN PUGNO” ALLO SCHIAFFO ALLA CINESE: TUTTE LE VOLTE IN CUI PAPA FRANCESCO HA PERSO LA PAZIENZA – CECCARELLI E LA SCELTA DELLA "NORMALITA’ COME CANONE APOSTOLICO", DALLA PANDA AI PANTALONI SOTTO LA TUNICA: “NELLA PRIMAVERA DEL 2024 PAPA FRANCESCO SE NE USCÌ CON L’AFFERMAZIONE CHE NEI SEMINARI C’ERA “TROPPA FROCIAGGINE”. SI EBBE IN QUALCHE MODO L’ABBAGLIANTE CONFERMA DI UN METODO. L’IRRITUALE CHE ANDAVA AL CUORE DELLE COSE SI FACEVA SISTEMA NORMATIVO, ATTO DI FEDE E…" - VIDEO

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https://www.la7.it/intanto/video/quando-papa-francesco-reagi-a-una-fedele-asiatica-chiedo-scusa-anche-io-posso-perdere-la-pazienza-21-04-2025-592564

 

 

 

Filippo Ceccarelli per "la Repubblica" - Estratti

 

papa francesco schiaffo

«Chi sono io per giudicare?» chiese Papa Francesco con spontanea convinzione sul volo che lo riportava a Roma da Rio de Janeiro. Era l’estate del 2013 e quell’inaudito punto interrogativo, quel dubbio al sommo del Soglio apostolico, quella rinuncia a giudicare «una persona gay» ebbero l’effetto di annullare, per giunta a bordo di un aeromobile, una tradizione, per non dire una civiltà che senza troppa enfasi poteva dirsi millenaria.

 

Se nel merito si trattava di una rivoluzione e mezzo, il fatto che il Romano Pontefice, dotato di codificata infallibilità e forse anche per questo aduso a esprimersi con il plurale majestatis, rese la faccenda ancora più solenne e profonda nella sua semplicità: stava cambiando, anzi era cambiata la forma dell’Istituzione più antica del mondo, e soprattutto era accaduto senza scomodare la dottrina, né la norma, né niente.

 

Tra le scelte del nuovo Papa aveva fatto un certo scalpore che avesse voluto abitare a Santa Marta, così come destava una certa sorpresa che nelle prime uscite si muovesse per Roma a bordo di una Panda, mancava solo che guidasse lui. In una foto, sotto la tunica gli spuntavano un bel paio di pantaloni.

 

ATTENTI AL PAPA - MEME SULLO SCHIAFFO DI BERGOGLIO

Abituati dalle eleganti scarpine rosse di Ratzinger – Prada, si disse – Bergoglio aveva ai piedi degli scarponi neri, non si capiva bene se sformati od ortopedici. Nei viaggi si portava da sé una vecchia borsa di pelle, pure nera e inconfondibilmente sdrucita. A domanda rispose sorridente che dentro non c’era «la chiave della bomba atomica», ma il rasoio per farsi la barba, il breviario, l’agenda e un libro da leggere (in quel caso di Santa Teresa di Lisieux). Aggiunse che tutto ciò era normale e bisognava «abituarsi alla normalità della vita».

 

Senonché di solito lo stile, pubblico e personale, non è mai un evento compiuto, ma un processo via via complicato dalle sue ovvie e necessarie articolazioni, variazioni, contraddizioni, per giunta sia apparenti che reali.

 

meme sullo schiaffo di bergoglio alla fedele

Così accadde che a quasi dieci da quel «chi sono io per giudicare?», per due volte in pochi giorni e usando una formula assai più risoluta, sia pure a porte chiuse, ma ben sapendo che a Roma gli spifferi sono all’ordine del giorno, insomma, nella primavera del 2024 Francesco se ne uscì con l’affermazione che nei seminari c’era «troppa frociaggine»; dal che, lungi dal poterlo ritenere un passo indietro rispetto al tema e al peccato dell’omosessualità, si ebbe in qualche modo l’abbagliante conferma di un metodo. Per cui nelle parole e nei gesti del Papa, ma anche nei suoi silenzi e perfino nelle reazioni emotive che esprimeva davanti alle perenni telecamere, l’irrituale che andava al cuore delle cose si faceva sistema normativo, atto di fede e, incredibile a dirsi, canone apostolico.

 

Da che mondo è mondo, un potere per sua natura ieratico viene apprezzato dai suoi fedeli quando, per andare incontro alla vita, esce dai ranghi e scavalca il protocollo.

meme sullo schiaffo di bergoglio alla fedele 1

 

(…)

 

Ma si trattava pur sempre di eccezioni. Bergoglio ne ha invece fatto, se non una regola, almeno un continuum di prestazioni che erano in realtà un segno di attenzione, convinzione e testimonianza di fede e di cuore al mondo. Fino a quando, anche inforcando con una certa umile baldanza la sedia a rotelle, l’opinione pubblica quasi rinunciò a farci caso perché, dato il personaggio, non poteva che essere in quel modo lì. Una figura che si muoveva sulla scena planetaria incarnando un nucleo di premesse simboliche e cognitive dentro cui, probabilmente, era possibile rintracciare l’essenza stessa e dunque pastorale del pontificato di un gesuita che aveva scelto di dedicare il futuro al Poverello d’Assisi. In altri termini: il nucleo centrale e incandescente della sua predicazione era il messaggio evangelico nella sua essenzialità.

murales di evyrein su papa francesco e la frociaggine

 

Tra le conseguenze c’era che il controllo curiale non era più possibile.

 

Sono questioni anche teologicamente complesse rispetto alle quali un giornalista orecchiante ha lo scrupolo, se non il timore di inoltrarsi, e ancora di più se si tratta di classificare il passato prossimo all’insegna dell’innovazione o meno. D’altra parte tutto appariva, nelle cronache e nei video, molto, anzi perfino troppo semplice.

 

Era chiaro per esempio che il Papa, come confessò lui stesso il prima possibile, si sentiva «ingabbiato» nel suo ruolo e cercava di forzarlo – spesso con successo, occorre riconoscere. Magari un po’ reagiva facendo leva sulla sua vivace mobilità affidandosi al prodigio dello Spirito e della Provvidenza; magari un altro po’ quelle sue impreviste sortite erano anche un modo per combattere l’attualità - la religione del consumo, per dire, la guerra mondiale a pezzi - con le sue stesse logiche e armi, anche se il termine suona peggio che inappropriato.

papa francesco al gay pride immagine creata con l intelligenza artificiale 1

 

 

Nel novembre del 2013, all’Angelus, Papa Francesco si era affacciato mostrando una confezione farmaceutica, la Misericordina, «59 granuli intracordiali» specificò, pure distribuita in piazza insieme a un rosario.

 

Alla fine salutò la folla: «Arrivederci e buon pranzo». Del resto, appena eletto, presentandosi sulla Loggia delle Benedizioni le sue prime parole erano state: «Fratelli e sorelle, buona sera!» - là dove l’approccio quotidiano e colloquiale risuonava come un segno di novità che dal linguaggio si irradiava ai giudizi, ai comportamenti, agli esempi.

 

Consapevoli che mai le parole di Bergoglio sarebbero entrate a far parte di bolle, precetti, encicliche e altri testi super autorizzati, per i preposti uffici di comunicazione della Santa Sede c’era spesso da mettersi le mani nei capelli. Una volta il Santo Padre spiegò che se uno uno «dice una parolaccia» alla madre di un qualcun altro, ecco, doveva aspettarsi un pugno: «È normale – insisteva - è normale...».

 

MEME SU PAPA FRANCESCO E LA FROCIAGGINE

Un’altra volta, dopo che una donna orientale gli aveva trattenuto la mano dietro una transenna, mise su una brutta faccia e si liberò dalla stretta con uno schiaffo. Un’altra volta ancora, durante un viaggio in Sudamerica, accettò con il massimo buonumore un paio di doni recati da Evo Morales, non solo un Cristo sulla falce e martello, ma anche un astuccio, la chuspa , in cui i boliviani conservano le foglie di coca: «La coca naturalmente non l’ho mai assaggiata – chiarì il Santo Padre – ma il mate certamente mi aiuta».

 

papa francesco al gay pride immagine creata con l intelligenza artificiale 3papa francesco al gay pride immagine creata con l intelligenza artificiale 4

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