DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
Massimo Numa per http://www.ilsecoloxix.it
Si attaccano l’un l’altro, Gabriele Defilippi e Roberto Obert, i complici-amanti accusati dell’omicidio dell’insegnante di Castellamonte Gloria Rosboch. Le loro urla risuonano nei corridoi della procura di Ivrea durante un interrogatorio di quasi otto ore, mentre nuovi spunti investigativi suggeriscono una nuova pista, legata al mondo dei pedofili.
E si parla anche di droga, di truffa e di usura. Nel corso del faccia a faccia, Defilippi ha raccontato dei viaggi di Obert in Thailandia e ha riferito nomi e cognomi di vittime e pure di qualche complice di Obert. Gridano, si rinfacciano colpe e trascorsi, incuranti della videocamera che li riprende per tutta la durata dell’interrogatorio.
Tra di loro «un confronto ad alto tasso emotivo» commenterà il difensore di Defilippi, precisando che «i due non si vedevano dalla sera del fermo». Solo una breve pausa pranzo, durante la quale solo Obert ha mangiato. Prima il pm, Giuseppe Ferrando, cerca di approfondire i rapporti tra i due. Poi va dritto al giorno del delitto. Le versioni dei due restano contrastanti sia sull’omicidio che sull’occultamento del cadavere della donna, strangolata a morte lo scorso 13 gennaio, e poi gettata in una ex discarica.
Un delitto feroce, per mettere a tacere l’insegnante da cui Defilippi si era fatto consegnare 187 mila euro in cambio della promessa, mai mantenuta, di una vita insieme in Costa Azzurra. «L’ha uccisa lui», sostiene Obert. «No, è stato lui», ribatte Defilippi, che della vittima era stato allievo.
Secondo quanto ricostruito, la coppia avrebbe convinto la professoressa a salire in auto con la scusa di restituirle una parte del denaro. Durante il faccia a faccia, Defilippi ha sostenuto che il pomeriggio del 13 gennaio nella borsa di Obert c’erano 55 mila euro suddivisi in banconote di vario taglio. Sotto a queste c’erano però altre banconote false, con la scritta “fac-simile”.
Ma il denaro non è mai stato trovato e finora Defilippi ha detto di averlo restituito a Obert. Anche su questo aspetto la Procura di Ivrea vuol vederci chiaro. Nei prossimi giorni il procuratore Ferrando chiederà una rogatoria internazionale per entrare in possesso di conti correnti intestati a Obert che sarebbero stati aperti in banche del Principato di Monaco.
Per il delitto è in carcere anche Caterina Abbattista, la madre di Defilippi. Una seconda donna è indagata per essersi finta dipendente di banca per convincere la vittima a consegnare il denaro a Defilippi. «Escludo, al momento, che possano esserci nuovi indagati», ha dichiarato il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, al termine del confronto.
«La contrapposizione tra i due indagati è rimasta netta» - ha confermato l’avvocato Celere Spaziante, che difende Obert, al termine del confronto -. «Il mio assistito è stato determinato nel dire quello che pensava. Ora aspettiamo le risultanze scientifiche». Dopo otto ore, Defilippi e Obert lasciano la procura di Ivrea per fare ritorno in carcere, il primo nascondendo la testa nel giubbotto, l’altro a viso aperto.
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