DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
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La libertà di librarsi nell’aria, poi la paura e lo schianto sulle chiome di quegli alberi che ricorderà per sempre: senza di loro questo base jumper non potrebbe raccontare quel volo da panico dello scorso maggio che stava per costargli la vita sulle alpi svizzere.
L’uomo si è lanciato a a Lauterbrunnen, Berna, ma poco dopo l’apertura del paracadute si è accorto che alcune funi si erano avviluppate forando dei nodi.
«Era il salto numero 56 della mia vita – ha raccontato su Youtube – Non sono stato in grado di sciogliere i nodi e il paracadute si è aggrovigliato e la velocità verticale è aumentata spaventosamente. Ho colpito un albero, che probabilmente mi ha salvato la vita.
Sfortunatamente, i rami non hanno trattenuto il paracadute e io sono precipitato al suolo. Ero dolorante, ma ero salvo. Quando mi sono guardato intorno ho capito che ero stato miracolato: poco più in là c’erano delle rocce, se le avessi colpite sarei morto».
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