festival cani yulin

DEI CINESI NON MI FIDO - A YULIN, IN CINA, SI RIPETE L’AGGHIACCIANTE TRADIZIONE DEL FESTIVAL DELLA CARNE DI CANE. CENTINAIA DI CUCCIOLI RUBATI AI PROPRIETARI O RACCOLTI PER STRADA VENGONO SCUOIATI, PRESI A MARTELLATE IN TESTA O IMMERSI VIVI NELL’ACQUA BOLLENTE

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Daniela Mastromattei per “Libero Quotidiano

 

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA AL NEGOZIO DI SCARPE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA AL NEGOZIO DI SCARPE

Rubati dai cortili di case private (o accalappiati per la strada), rinchiusi dentro gabbie piccolissime, ammassati uno sopra l' altro. Nei loro occhi lucidi si legge il terrore; forse intuiscono il massacro cui andranno incontro da lì a poco. Saranno torturati, presi a martellate in testa e sgozzati senza pietà per onorare il Festival della carne di cane (il 21 giugno) a Yulin, città della regione autonoma di Guangxi, nella Repubblica popolare cinese.

 

Uccisi e cucinati: così finiscono in Asia trenta milioni di cani ogni anno, alcuni li fanno saltare nell' acqua bollente ancora vivi, molti muoiono a suon di bastonate (per preservare le presunte proprietà "energetiche" della carne) altri vengono scuoiati vivi perché le pelli possano avere un mercato a parte.

 

michela vittoria brambilla con i suoi cani michela vittoria brambilla con i suoi cani

«Lo chiamano festival, ma è una delle più raccapriccianti manifestazioni organizzate dalla bestialità degli umani - tuona l' onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell' Ambiente - che ieri ha presentato al governo una mozione di protesta contro il consumo e il commercio della carne di cane in Asia, usanza che porta al macello oltre 30 milioni di animali l' anno in Estremo Oriente».

 

CINA FESTIVAL CARNE DI CANECINA FESTIVAL CARNE DI CANE

Come sottolinea l' ex ministro è «impossibile restare indifferenti di fronte a una simile barbarie. Il fatto che avvenga in Paesi lontani non ci autorizza a volgere lo sguardo dall' altra parte».

 

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La Brambilla - insieme con Jason Pang, direttore della comunicazione della World Dog Alliance, una delle più importanti associazioni no-profit impegnate contro la macellazione del miglior amico dell' uomo - sollecita il governo italiano, affinché «coinvolga i partner europei e l' Alto rappresentante dell' Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza» per sensibilizzare i governi dell' Estremo Oriente a «vietare il consumo e il commercio della carne di cane».

 

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In particolare, con le autorità cinesi «perché si ponga fine al massacro di Yulin» e con quelle coreane, anche in vista dei Giochi olimpici invernali di Pyeongchang, «perché sia proibita un' usanza che è causa di abusi ripugnanti e di ingiustificabili sofferenze».

 

Lo scorso anno, tra l' altro, per la prima volta sono stati aggiunti al menu del Festival di Guangxi anche i gatti. Ciò che avviene a Yulin, fa indignare e mobilitare mezzo mondo ed è ampiamente documentato, con raccapricciante evidenza, dai media di tutto il mondo, dalle riprese di turisti, da video reperibili su youtube. E con cruda efficacia anche dal filmato che la Wda ha realizzato a Yulin, mostrato ieri.

 

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A protestare contro quanto accade, non sono solo gli occidentali o gli attivisti locali. Secondo Euromonitor, in Cina ci sono circa 130 milioni di cani e almeno 27 milioni vivono come animali domestici nei centri urbani. Anche per questo le immagini delle uccisioni e macellazioni, spesso effettuate per strada, nei mercati o in locali improvvisati, urtano moltissimi i cinesi.

 

Nel 2011, sull' onda delle proteste nazionali, le autorità hanno messo fine al Jinghua Dog Meat Festival, evento simile a quello di Yulin. Ma c' è ancora molto da fare, il commercio della carne di cane interessa parecchi Paesi asiatici, soprattutto Cina, Corea del Sud e Vietnam. In Oriente come in Occidente, le tradizioni non possono giustificare comportamenti ripugnanti e in contraddizione con il progresso sociale. «È auspicabile che la Cina si doti di leggi che tutelino non solo le specie in via d' estinzione ma anche gli animali domestici, oggi privi di protezione», ricorda la Brambilla.

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«Per questo è necessario che la comunità internazionale alzi la voce, si faccia sentire con tutti i governi dei Paesi interessati e manifesti la preoccupazione di milioni di persone». Immediata la risposta del ministro Boschi: «Il consumo di carne di cane», ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, «è ancora permesso in alcune regioni dell' Asia durante tradizioni e festività locali anche se non ufficialmente autorizzate.

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Anche lì si sta diffondendo una particolare attenzione per ridurre il consumo delle carni di cane. Sicuramente la rete diplomatica, e il Consolato generale di Hong Kong in particolare, sono in contatto con Ong locali per verificare dati e iniziative che possono essere proposte in merito».

 

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La risposta non soddisfa l' ex ministro Bambilla che replica: «D' altra parte al governo che cancella il Corpo Forestale e le sue competenze, che non agisce contro l' utilizzo di richiami vivi nella caccia di uccellagione e che legifera consentendo che vengano sterminati i lupi, è difficile chiedere di agire contro Yulin».