Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”
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Tutti se lo chiedono, solo lui lo sa. «È fame», risponde Zlatan a chi gli chiede come si fa a giocare così, a segnare così, a vincere così, a trentanove anni compiuti, dopo venti da professionista, affrontando avversari che potrebbero essere figli suoi. In fondo è vero, Ibrahimovic non mente, il senso del suo patto col diavolo sta tutto dentro a quella semplice parola: fame significa mentalità, leadership, allenamento, alimentazione, equilibrio, maturità, rabbia, orgoglio.
Non è uno slogan, sono regole di vita. Dentro e fuori dal campo.
Il derby di sabato l' ha dimostrato una volta di più: per lui l' età è un numero, un dettaglio, una formalità. Come il tempo: ha impiegato due settimane per tornare dal Covid e tre minuti per decidere con due gol la supersfida con l' Inter. «Milano non ha mai avuto un Re, ha un Dio» il messaggio consegnato ieri attraverso i suoi amati social, con chiarissimo riferimento all' amico-rivale Lukaku, che dopo il derby vinto a febbraio scrisse che in città c' era un nuovo re. Non aveva dimenticato, Ibra.
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E al momento giusto ha risposto. Prima sul campo, poi sul web. Che è poi l' unico luogo, chiamiamolo così, in cui Zlatan si lascia andare. Per il resto, nessuno sgarro. Ma rigore assoluto. A tavola, in palestra, nella vita di ogni giorno.
«Ha 39 anni, ma è il primo che arriva al campo: se uno come Ibra che ha vinto tutto fa queste cose, le fai anche tu» raccontava qualche tempo fa Castillejo. «Ti rende più forte» ribadisce ogni volta che può il suo allenatore Stefano Pioli, che ha avuto il merito e l' intelligenza di rapportarsi nel modo ideale con Zlatan, affidandogli la responsabilità della leadership in campo.
Chi vive Milanello ogni giorno assicura che è regolarmente fra i primi ad arrivare e fra gli ultimi ad andarsene. Il tempo in più lo impiega per sedute individuali in palestra: squat, pesi, esercizi a corpo libero, qualche mossa di taekwondo che non fa mai male. Risultato: massa grassa inesistente, i suoi 85 chilogrammi sono solo muscoli e nervi. Non segue diete specifiche, s' affida al nutrizionista affidatogli dal club, ma conoscendo il proprio corpo come nessuno. Sa cosa gli fa bene e cosa no. Per questo anche le cene fuori sono rare, come le uscite serali, mai troppo distanti dal suo magnifico attico in Porta Nuova. Significativa anche la scelta di affidarsi a un amico tuttofare che gli fa da autista, in modo da evitare lo stress del traffico milanese.
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La Ferrari e le altre fuoriserie?
Solo in vacanza. Significativa allo stesso modo è anche la scelta, non facile, di lasciare la famiglia in Svezia. Hobby? Fra allenamenti doppi e l' attività di businessman, il tempo è poco: quando può, per rilassarsi, sceglie la natura. Va a pesca e a cavallo.
Tutto insomma nella sua vita, ogni dettaglio, anche il più piccolo, è finalizzato al raggiungimento dell' obiettivo. Che per ora è segreto.
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«Quello del Milan è la Champions, il mio individuale invece lo tengo per me» ha detto dopo il derby. Il suo contratto da 7 meritatissimi milioni scade a giugno, il prossimo passo è il rinnovo al 2022: Raiola sta già studiando il piano, anche se una decisione verrà presa solo a primavera.
Chi conosce Ibra assicura che in testa ha sempre e comunque quella Champions che non ha vinto mai. A 39 anni non ha nessuna intenzione di smettere di crederci, di sognare, di combattere. In fondo è proprio così che si resta giovani per sempre.
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