Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”
LEONARDO PUCCI ALFONSO BONAFEDE
«Da luglio si torna alla normalità in modo da garantire, per quanto possibile, la celebrazione delle udienze», annuncia in Parlamento il ministro della Giustizia Bonafede. Sospirano magistrati e soprattutto avvocati, che una settimana fa lo avevano implorato di superare una fase 2 teoricamente partita il 12 maggio ma in realtà non troppo diversa dalla fase 1: attività ridotta dell'80%, udienze rinviate fino al 2022, centinaia di migliaia di nuovi fascicoli non smaltiti in aggiunta ai quasi 5 milioni arretrati.
«Segnale giusto, ma aspettiamo di leggere la norma - dice Antonio de Notaristefani, presidente dell'Unione Camere civili - perché se si pretende nei tribunali il rischio zero che non c'è in spiagge ristoranti e discoteche, si troveranno mille espedienti per non ripartire». In assenza di regole uniformi, finora il capo di ogni ufficio giudiziario ha stabilito regole diverse. Al di là di arresti in flagranza, giustizia minorile, tribunali di sorveglianza e processi con detenuti, il rinvio è stata la regola.
alfonso bonafede
A Roma 15 mila processi penali rinviati, a Napoli 11 mila, a Torino 5.500. Da Ruby-ter a piazza San Carlo, dal crollo del Morandi agli scandali bancari, casi da prima pagina subiranno ritardi. Ma è soprattutto la giustizia da «un giorno in pretura» a essere falcidiata: droga, furti, risse, incidenti stradali. Compresi processi semplici e in dirittura di arrivo.
Alberto De Sanctis, presidente della Camera penale di Torino, cita come esempio un processo per frode assicurativa: un imputato, tre testimoni, sentenza prevista entro giugno. Invece l'udienza per sentire il terzo testimone è stata rinviata a settembre 2021. Come rivela un monitoraggio del ministero inviato a tutte le Corti d'appello, alcuni distretti giudiziari sono riusciti a chiudere meno nella prima fase e a riaprire meglio nella seconda.
tribunale
Diversi i fattori: andamento dell'epidemia sul territorio, flessibilità organizzativa, disponibilità di spazi moderni e adeguati: scale, ascensori, aulee, ventilazione naturale, corridoi differenziati. Firenze è riuscita a ripartire al 90% in appello, al 40-50% in primo grado. Udienze scaglionate per orario e ingressi differenziati hanno ridotto i disagi, un protocollo con gli avvocati ha permesso di bypassare il formalismo della presenza fisica per mandare a sentenza un processo, la forzatura di antichi tabù (con il consenso del ministero) ha consentito ai cancellieri di portare i fascicoli a casa, per non lasciarli indietro.
gian domenico caiazza
«Novità da considerare anche dopo l'emergenza», spiega Margherita Cassano, presidente della Corte d'appello. In Lombardia e Piemonte il blocco è stato pressoché assoluto, la ripartenza lenta. «Nessun si muova» era il titolo del protocollo di Massimo Terzi, presidente del tribunale di Torino, che si è parzialmente ricreduto dopo le polemiche. Racconta Giandomenico Caiazza, presidente dell'Unione camere penali, che «a Milano il presidente del tribunale Roberto Bichi ha dato indicazioni di disporre rinvii a 15 giorni, eppure i giudici in gran parte rinviano all'anno prossimo».
tribunale
A Napoli anche, non tanto per i contagi quanto per la logistica: il tribunale civile è un grattacielo di 31 piani, con tanti saluti al distanziamento sociale. A Venezia si è firmato un protocollo per depositare ricorsi al tribunale del Riesame a mezzo pec, ma poi i giudici li hanno dichiarati inammissibili. Per i piccoli tribunali e le vecchie sedi è stata una tragedia. Il virus ha svelato ritardi e inefficienze del servizio giustizia che con la pandemia non c'entrano niente.
I cancellieri sono tutti in smart-working, ma non autorizzati a entrare nei server dei tribunali. Quindi non possono processare ricorsi, sentenze, documenti depositati da giudici e avvocati. Si vanificano così i progressi fatti nel processo telematico civile. Nel penale, mentre si discute (pure troppo) di udienze in teleconferenza, è vietato agli avvocati depositare un'istanza via pec o accedere da remoto agli atti depositati dal pm.
cassazione
In Cassazione, la Procura generale ha continuato a lavorare, ma i giudizi si sono arenati. Si va ancora avanti a fotocopie, le mail sono l'anticristo e i corrieri hanno fatto il giro d'Italia per portare i fascicoli ai giudici in quarantena. Un destino non ineluttabile. Il processo amministrativo telematico è realtà dal 2016. E infatti Tar e Consiglio di Stato non hanno chiuso nemmeno a marzo. E dal 20 aprile udienze e camere di consiglio sono ricominciate, sia pure da remoto. Eppure Palazzo Spada sta a poche centinaia di metri dal Palazzaccio, non in Svezia.