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    LA COALIZIONE DEI FAMOSI PER HILLARY - DA PAUL SIMON A EVA LONGORIA, ALLA CONVENTION DEMOCRATICA IL LIBERALISMO DI LUSSO DELLE CELEBRITIES TENDE A FONDERSI CON L’ELITISMO - USCITE COME QUELLA DEL PRODUTTORE HARVEY WEINSTEIN («SE HILLARY RISCHIA LE DAREMO 100 MILIONI DI DOLLARI») NON PIACERANNO NEL MIDWEST IN CRISI - ATTESA PER "L’ENTERTAINER IN CHIEF" OBAMA - VIDEO


     
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    Maria Laura Rodotà per il “Corriere della Sera”

     

    PAUL SIMON PAUL SIMON

    Domenica, sul palco del Warner Center, Paul Simon, ex Simon & Garfunkel, faceva le prove per cantare Bridge Over Troubled Waters ; Hillary Clinton si autodefinisce «bridge builder», costruttrice di ponti, quindi antitesi di Donald Trump, che vuole costruire un muro col Messico. Alla convention, parleranno Lena Dunham, hipster di Girls , e Kareem Abdul Jabbar, leggenda del basket. Il concerto per i delegati lo terranno Lady Gaga e Lenny Kravitz. Quello per i donatori, Snoop Dogg.

     

    Ci sarà un evento per l' attore che ha interpretato come nessuno la disperazione, il dirazzamento, l' arrabbiatura dei maschi bianchi (ogni riferimento agli elettori di Trump non è casuale), Bryan Cranston-Walter White di Breaking Bad . La convention democratica è piena di gente famosa dello showbusiness; come lo è, a Filadelfia, l' anti-convention, con Susan Sarandon venuta a protestare per Sanders, e Rosario Dawson in arrivo.

     

    EVA LONGORIA EVA LONGORIA

    Ci sono tantissime star e quasi star dai democratici, come sempre. Ma ci sono tanti dubbi, su come la celebrity culture stia rispecchiando e condizionando questa campagna, e la politica americana.
     

    Perché: 1. Leadership e culto della celebrity sono diventati una cosa sola, ufficialmente, con la presidenza di Barack Obama. Ormai detto «l' intrattenitore in capo», bello, di spessore, bravo sia sul comico sia sul drammatico. Ormai specializzato in monologhi e video da ridere; come anche Michelle. A questa convention proveranno a vendere un prodotto difficile come Hillary. E si vedrà se la loro influenza è pari alla loro capacità di intrattenimento.

    SUSAN SARANDON SUSAN SARANDON

    2. Il liberalismo di lusso delle star tende a fondersi con l' elitismo. Non solo perché Snoop, venuto dai ghetti, è stramilionario e rapperà per convincere altri milionari a dare soldi. O perché Cranston-White corteggerà dame democratiche a un tè di Nancy Pelosi (una cattiveria svirilizzante).
     

    Ma perché uscite come quella del produttore Harvey Weinstein - «se Hillary rischia le daremo 100 milioni di dollari» - non piaceranno nel Midwest in crisi che potrebbe farla perdere.

    DEMI LOVATO DEMI LOVATO

    3. Si attende una celebrity sanderista pro Clinton. Ieri, i suoi hanno parlato di un famoso/a fan di Bernie che interverrà a sorpresa per motivare gli anti-Hillary.

     

    4. Compito delle celebrità sarà aiutare a riorientare la relazione di amore-odio degli americani con Hillary in direzione «amore».
     

    Lei è stata amata da first lady tradita e poi eletta senatore; e da candidata sconfitta e leale poi segretario di Stato. Insomma, le deve succedere qualcosa. Forse dovrebbe improvvisare un dibattito con due speaker previste, Debra Messing di Will and Grace ed Eva Longoria di Casalinghe disperate , sui mariti simpatici e bastardi (Bill) , i colleghi più giovani che ti fregano all' ultimo chilometro (Obama nel 2008), i misogini ritinti (Trump).

     

    LOVATO SARANDON LONGORIA SIMON LOVATO SARANDON LONGORIA SIMON

    5. L' altra campagna è stata fagocitata da una celebrità, Donald Trump. Ma è diventato un' altra cosa. La Coalizione dei Famosi, al momento, non sa come contrastarlo.

    michelle obama alla convention democratica michelle obama alla convention democratica MICHELLE OBAMA MICHELLE OBAMA

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