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Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Marco Giusti per Dagospia
"Erano vent'anni che non mi vedevano di giorno nel centro di Firenze". Nemmeno i vampiri... L'occasione e' favolosa. Con il pretesto (insomma...) di presentare il mio libro, "Vedo...l'ammazzo e torno" e di parlar di cinema (capirai...) alla Feltrinelli di Firenze di fronte un pubblico che un po' si aspettava qualcosa del genere, si fa una bella rimpatriata con Massimo Ceccherini, in gran forma, il Paci, vecchio socio di Cecche, il Casalieri, gran studioso di vulva e di pelo pubico femminile, il Grezzo, baffuto amico di Carlo Monni e massimo testimone del suo mito, il Boia, Cagliostro e altri simpatici ragazzi.
Da parte mia porto il rapper romano G Max e la filmaker di Dago, la mitica Veronica. Si parla, si scherza, si semina il panico per le strade del centro di Firenze, che davvero non vedevano il Cecche in azione di giorno da chissa' quanto tempo, si andra' a mangiare dal Burde ("il bagno dov'e' !urde?", gli faccio. "Ci so' gli alberi di fuori", mi risponde), ma soprattutto ci si ricorda e si parla del grande Monni o Monna, scomparso cinque mesi fa e sempre piu' mitizzato nel culto dai fiorentini e dalla non cosi' ristretta cerchia degli amici. Vengono fuori le grandi leggende del Monna.
L'odio per la carta igienica, "e' chiamata igienica ma non e' igienica", che porto' alla scelta di espletare i bisogni alle Cascine o nei prati sfruttando le proprieta' di qualche foglia non urticante. L'amore per Folgore di San Gimignano e per la lettura di certi canti danteschi, l'ovvio confronto col Dante letto da Benigni, storico amico del Monna. Il Casalieri intavola una dotta discussione su questo tema che molto si addice al dibattito alla Feltrinelli. Un po' meno la sua competenza sui peli pubici.
Ma il discorso cade sempre sul Monna. "Era sempre a cena dalla mi' mamma", mi dice commosso il Grezzo, "i primi pomodori dell'orto erano i suoi". "Monna e' vissuto come un principe", sostiene il Casalieri. E' vero, per Firenze non c'era vecchio o bambino che non lo riconoscesse e non lo amasse. Da morto gli hanno da subito dedicato la strada dove viveva, ora progettano di fare una statua che lo ricordi alle Cascine, alla sua commemorazione c'erano 5000 persone affrante.
Nomi mitici di gruppi e gruppazzi di tutta la Toscana. Il Boia ha ripreso tutto. Quando mostro una rara performance del Monna, "Figlio di puttana, omaggio a Sergio Leone", diretto da Giuseppe Bertolucci trent'anni fa, Cecche non regge a rivederlo vivo. Il Grezzo, che ricorda quel monologo a mente, mi ricorda che Monni, il primo giorno che usci' a Firenze "Per qualche dollaro in piu'" di Sergio Leone si chiuse in sala e lo vide sette volte. Fino a impararlo a memoria. Per questo termina la performance con le battute di Clint Eastwood. Per Cecche e' come se lo avesse lasciato un padre, un fratello. La notte e' lunga e noi si saluta e si torna a Roma.
 Massimo_Ceccherini
Massimo_Ceccherini Massimo_Ceccherini
Massimo_Ceccherini CARLO MONNI
CARLO MONNI  BENIGNI TUTTO DANTE DIVINA COMMEDIA FIRENZE
BENIGNI TUTTO DANTE DIVINA COMMEDIA FIRENZE MASSIMO CECCHERINI
MASSIMO CECCHERINI  MASSIMO CECCHERINI
MASSIMO CECCHERINI  MASSIMO CECCHERINI
MASSIMO CECCHERINI 
         
						
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