GIORGIA MELONI LUCIANO VIOLANTE
DAGONEWS
Come mai Luciano Violante si è dimesso circa un mese fa dal comitato tecnico sull’autonomia, incaricato di definire i Lep (livelli essenziali delle prestazioni), anticipando l’uscita di Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno?
giuliano amato 1
La risposta è semplice: Violante sapeva che i suoi colleghi si sarebbero dimessi. Del resto, i quattro “saggi” avevano manifestato da tempo il loro malumore, facendo trapelare l’intenzione di mollare. Ritenevano, e la loro opinione non è cambiata nel tempo, che il progetto di autonomia così come immaginato dalla Lega andasse ad aumentare le disparità tra le Regioni italiane.
Che le dimissioni non siano state un fulmine a ciel sereno, è apparso chiaro con il puntuto documento con cui Amato & friends hanno giustificato lo strappo. Una lettera che, per contenuti e forma, rivela una riflessione ponderata e un lungo lavoro di cesello.
intervento di sabino cassese
Luciano Violante è il presidente della Fondazione Leonardo, del comitato per gli anniversari nazionali, la valorizzazione dei luoghi della memoria e gli eventi sportivi di interesse nazionale e internazionale. Per questi incarichi, Violante è molto ben retribuito.
Ha rilasciato dichiarazioni molto favorevoli a Giorgia Meloni e al suo governo, come del resto Sabino Cassese.
luciano violante 1
Non può essere certo accusato di disfattismo o antipatia nei confronti della Ducetta di Palazzo Chigi. Ciò nonostante, Violante ha dato le dimissioni con la scusa di essere affaticato dal surplus di lavoro.
Strano, per un collezionista di incarichi che non ha mai temuto lo stress del potere. L’uscita “anticipata” serviva a Violante per marcare una distanza da Amato, Bassanini, Gallo e Pajno, considerati anti-Meloni.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI A CUTRO
L’addio, però, è funzionale anche a dimostrare di non essere schiacciato sulle posizioni governative, come Sabino Cassese, che è invece è rimasto saldo nel Comitato (come Dago-dixit, l'atteggiamento dell'ex presidente della Corte Costituzionale non è stata secondaria per la decisione di Amato, Bassanini; Gallo e Pajno)
La Sora Giorgia, però, non mastica amaro: non è così dispiaciuta che il comitato per l’autonomia venga gradualmente depotenziato. Il suo scetticismo, verso la riforma così ardentemente voluta dalla Lega, è noto da tempo. Solo la necessità di dare un contentino a Salvini l’ha costretta a dare il via libera ai lavori preliminari. Dovesse affondare, non si strapperebbe certo le vesti.
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