DAGOREPORT
GENNARO SANGIULIANO NEL FRECCIAROSSA ROMA POMPEI
Cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Dopo più di mezzo secolo di “egemonia culturale” della sinistra, che continua in licei e università, si pensava che con l’avvento della destra il METODO nelle nomine culturali cambiasse: basta nomine per appartenenza e amichettismo chic e, al suo posto, nomine per competenza, passione, impegno, identità locali e super partes.
VITTORIO SGARBI E MORGAN AL MAXXI
Poveri illusi. La strada scelta è quella dello spoil-system, che vuol dire dove c’erano i tuoi amici adesso metto i miei che, poi, diventano subito anche un po’ tuoi poiché si sa che in Italia - come scriveva Flaiano - “non si può fare la rivoluzione perché siamo tutti amici”.
alvise casellati 4
Il risiko kulturale in corso è da kortocircuito. Partiamo dalla musica classica. Detta la linea Sgarbi: sì all’ex fidanzato della sorella di Morgan e no alle nuove regie (che vor di?), che nemmeno all’illustrissimo maestro apulo-napoletano Muti piacevano. Vabbè. Si conferma in ascesa tra i direttori Alvise Casellati, figlio dell’ex presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ecc, direttore di serate da Gran Gala.
beatrice venezi bioscalin 357271 2
Per le donne si è scelto il “Lato B”, che non vuol dire serie B nella direzione d’orchestra bensì Lato Bioscalin (cioè pubblicità per capelli, ma vista da dietro). A Nizza, dove pensano che ci ancora sia Mussolini alla sbarra frontaliera, mettono in scena una grottesca – e un po’ fascista – alzata di scudi contro la “direttrice fascista” anziché riflettere sul perché l’avevano invitata a dirigere.
Per assecondare il noto critico di regia lirica Vittorione Sgarbi, il maestro Veronesi – che alcuni si sono permessi di soprannominare “Tanto tumore per nulla” in ricordo del grande padre Umberto, senatore di sinistra – ha diretto la “Bohème” di Torre del Lago a occhi bendanti per non vedere una (direi normale) regia che aveva il “torto” di leggere la “Bohème” di Puccini come una Comune del Maggio francese (ci sta).
alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 6
Veronesi, già aderente al Pd e candidato con il sindaco Sala (forse era bendato e non lo sapeva), poi a Fratelli d’Italia, poi di qua, poi di là è riuscito così a farsi ridere dietro urbi et orbi anche dai pochi che non l’avevano ancora fatto, tanto che lo slogan più circolato sui social è stato “dovevano dare i tappi nelle orecchie al pubblico anziché la benda al direttore”. Tenta, disperatamente, di fare la vittima politica… ma qua non siamo mica bendati e questa sì che è una messa in scena che non si può vedere!
Se passiamo all’arte… anche qui, per ora… Prima nomina: un giornalista al Maxxi. Giornalista va bene, se fa il critico d’arte e d’architettura, se ha scritto libri, se ha i titoli accademici.
alessandro giuli
Ma Giuli si interessava di politica per “il Foglio”, con un passato talmente a destra che fu praticamente allontanato dal Fronte della Gioventù. Primo risultato: lo show Sgarbi-Morgan a parolacce. Si parlava di un ruolo per Luca Beatrice (che le mostre d’arte le sa fare): non se ne sa più nulla.
All’istituto di Cultura di Parigi c’è andato Antonio Calbi, “un picaro” (definizione de “il Foglio”) che ha passato la vita sognando di dirigere il Piccolo Teatro, ma a Milano col cavolo che glielo hanno dato!
Finito a dirigere i Teatri antichi, adesso diventa d’après esperto di cultura francese e viene nominato direttore dell’Istituto di cultura di Parigi per sostituire lo scrittore Diego Marani, che come scrittore è una mera invenzione di Elisabetta Sgarbi (basta vedere i titoli).
antonio calbi foto di bacco
Per i Cda o comitati scientifici (e assimilabili) dei musei, il centrodestra sembra aver solo Angelo Crespi (che poi di studi artistici non è che abbia dato prova!): già in Cda a Palazzo Te fu poi messo nel Cda del Piccolo Teatro nel tentativo di bloccare il sinistro e “ammazzaspetattori” Claudio Longhi. Di ieri è la nomina di Crespi – via Brugnaro – nel Comitato scientifico dei musei veneziani.
Fascino da intellettuale, oltreché studioso e certamente gran scrittore e polemista, Pietrangelo Buttafuoco (un Giordano Bruno Guerri più equilibrato) è in pectore il futuro presidente della Biennale di Venezia. Solo che il presidente della Biennale è praticamente un manager, uno che deve avere conoscenze giuridiche e movenze da ministro degli esteri che deve fare fundraising, invitare i Paesi stranieri a partecipare e, solo una volta all’anno ha un compito culturale, quando sceglie i curatori: insomma, per il buon Buttafuoco non c’è un posto più adatto che spedirlo in Laguna a cercar denari?
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Che so, alla Biennale ci si vedrebbe meglio una Letizia Moratti (la presunzione le farebbe ritenere troppo poco per lei questo incarico) che ha fatto l’Expo oppure un Brunetta, il cui carattere lo fa odiare dai veneziani tutti… Ricerca e metodo please!
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alberto veronesi bendato a torre del lago dirige la boheme 4
barbara palombelli pietrangelo buttafuoco foto di bacco (1)
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