Silvia Fumarola per “la Repubblica”
GIOVANI E RICCHI
La parola understatement non è compresa nel vocabolario. Per non parlare della regola aurea delle grandi famiglie: i soldi non si ostentano. Adesso, nell’era dei rich kids,fenomeno sul web, più si ostenta e più si esiste, con migliaia, milioni di seguaci su Instagram, che un po’ t’invidiano e un po’ ti odiano perché forse vorrebbero bere magnum di champagne a colazione.
Dal 12 settembre su RaiDue il regista Alberto D’Onofrio (già autore di Party people), con Giovani e ricchi ha riunito quattro very rich kids italiani, idealmente i nipotini di Gianluca Vacchi, l’imprenditore che ha passato l’estate ballando a bordo piscina, per raccontare come vivono. Ognuno nella vita fa quel che vuole, ma perché il servizio pubblico debba documentarlo e noi pagare il canone per vedere quattro ventenni privilegiati che spandono e spendono, resta un mistero.
GIOVANI E RICCHI
Il docureality di RaiDue racconta di Bentley verniciate d’oro o Maserati rivestite di velluto, di chef che vanno a domicilio a cucinare filetto con baby broccoli anche per l’incolpevole cane Tiffany in cappottino maculato. «Non ha mai mangiato croccantini», of course. Giovanni Santoro ha 24 anni, procuratore di calciatori è fidanzato con Gala, «ragazza russa benestante», e la sua Bentley dorata è conosciuta in tutta Londra. La gente lo fotografa e lui è strafelice: «Mi è sempre piaciuto stare al centro dell’attenzione».
rich kids nella vasca idromassaggio
D’Onofrio non usa la parola ricchi, preferisce benestanti. «Mi insultano anche», dice Gala «scrivono che i soldi non comprano la classe». Ecco, almeno la classe è salva. Gala mostra il guardaroba «la parte della casa che preferisco. Ho 250 paia di scarpe. Le preferite? Queste da 4000 sterline». Pura Cafonal tv, dal mare ai party. Figlia unica di un imprenditore veronese, laureata in Bocconi, Camilla Lucchi si definisce «egocentrica» e posta ogni giorno su Instagram una sua foto.
rich kid russo con lamborghini
«Non ostento, condivido». D’Onofrio fa i conti in tasca, per un weekend in Versilia, la ragazza affitta una suite di 180 metri quadrati, attività preferita: lo shopping. Alberto Franceschi, 24 anni, 66mila followers, ha la Ferrari ma il padre imprenditore spiega che «fino a qualche anno fa, quando eravamo in difficoltà, i ragazzi hanno lavorato dieci ore al giorno come un normalissimo operaio e lì hanno capito il valore dei soldi».
Sarà. Ma forse poi Alberto si è distratto e ha fatto rivestire la Maserati con un particolare velluto. Torinese, Federico Bellezza, 23 anni, fissato con gli abiti di sartoria, si porta tre Rolex per un weekend a Cannes (così li abbina), racconta la sua vita già scritta: un giorno guiderà l’azienda del padre. Porsche come regalo per la laurea, lo vediamo al ralenti che gioca a golf nel club dov’era iscritto il nonno, alle prove in sartoria con la madre.
rich kid russo con arsenale personale
orologio da 13mila dollari per deniz gunizi mazzette di soldi per i rich kids rich kids i rich kids in relax rich kids 8 rich kids 9 jacob con champagne e sigaro al the plaza new york rich kids 20 rich kids 19 rich kids 2 la casa di alex bostonian con decorazioni natalizie rich kids 7 kyle parson in pelliccia di volpe nicky kaufman posta bottiglie di champagne mae sae da christian louboutin lord ryan al four season hotel george v di parigi mark vandelli nella sua casa di knightsbridge a londra la supercar di mensur rich kid russa coordinata rich kid russa mostra fisico e piscina rich kid russa su instagram
Santoro va in vacanza a Ibiza, D’Onofrio chiede: «Quando vai nei locali balli o sei timido?», poi alla fidanzata Gala: «Quando andate in un locale Giò balla con te o no?», «È più facile rimorchiare se hai una macchina costosa?», domande che ci fanno andare a letto più tranquilli. Dice il giovane Franceschi: «Guadagnare tanto per non regalarsi niente? Non ci vedo un’utilità: a che ti servono i soldi se non te li godi?». «Se i soldi finissero» dice Lucchi «sarebbe un problema, perché tornare indietro non è facile». D’Onofrio ringrazia i protagonisti del documentario che hanno avuto il coraggio di partecipare. Sì, ci vuole un discreto coraggio.