Giuseppe Alberto Falci per www.corriere.it
QUELLI DELLA PIZZA
Se si vuole trovare un’altra differenza tra Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, rispettivamente leader di lotta uno e di governo l’altro, basta cercarli all’ora di pranzo. Il primo, Di Battista, si nutre di pizza al taglio. Il secondo, Di Maio, assieme a Davide Casaleggio adora assaggiare il filetto o la tagliata di manzo Wok o Tapuzim. Giorgio, il pizzaiolo di «Quelli della pizza» in vicolo della Stelletta 23, è orgoglioso di avere come primo cliente «Dibba». Quest’ultimo è rimasto di lotta anche sul cibo. «La differenza tra Ale e Di Maio — spiega Giorgio — sta tutta qui. Ale è uno che sa parlare al popolo, mangia la pizza e beve una birra, Di Maio sceglie il filettino e vuole essere servito...». Il dato vero è che il M5S ha ridisegnato la geografia gastronomica dei palazzi della politica.
I LOCALI TRENDY
SALOTTO 42
Nel 2013 Beppe Grillo ordinò di non frequentare l’Osteria del Sostegno. Il motivo? Spiega il proprietario Marco Mazzoni: «Grillo scrisse un post sottolineando che il nostro è il ristorante del Pd e di Forza Italia». Da Paolo Romani a Luca Lotti, passando oggi per Adriano Galliani, il Sostegno è uno dei riferimenti dei parlamentari. Qui almeno continuano a riunirsi settimanalmente i cosiddetti miglioristi Emanuele Macaluso, Giorgio Napolitano ed Enrico Morando. I quali — assicura Mazzoni — «una volta a settimana assaggiano i nostri antipasti cui poi segue una pasta con le lenticchie o uno dei nostri secondi a base di carne».
GUSTO - PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE
Al Sostegno Di Maio, grillino dalle movenze democristiane, preferisce «Retro-bottega», un locale che si contraddistingue per «un’attenzione maniacale per la materia prima, un legame strettissimo con la terra e le stagioni». Uno dei camerieri confida: «Si presenta qui per pranzi o cene di lavoro, e prende sempre un filetto con delle verdure. È molto cordiale ma non si sbottona mai».
MARCO RIGNANI E LA SIGNORA MARIA DI NONSOLOPASTA
La geografia dei ristoranti a tinte pentastellate include anche «Maccheroni» in via delle Coppelle — anche qui «Giggino» prima ancora di accomodarsi ordina «un filetto con un contorno di verdure». Eppoi il gotha dei Cinque Stelle è stato avvistato in più occasioni da «Bellacarne», ristorante molto trendy al Ghetto, frequentato anche dal mondo berlusconiano.
GRANDI ABBUFFATE
Di altro tenore, lo stile del Carroccio. I leghisti, come conviene alla tradizione di via Bellerio, rifuggono dal cliché culinario della partitocrazia più tradizionale. Non frequentano piazza di Pietra, nota ai più per essere frequentata dalla galassia renziana, che era solita gustare un riso basmati con le verdure o con la bottarga al ristorante «Spiriti» o sorseggiare un bicchiere di Franciacorta al Salotto42.
ENOTECA SPIRITI
No, le truppe del segretario del Carroccio al massimo oggi si affidano alla cucina di Gusto a piazza Augusto Imperatore, considerato un locale dal buon rapporto qualità prezzo. Qui recentemente Salvini ha riunito i suoi con un menu fisso molto semplice a base di un fiore di zucca, un pacchero con pomodorini e gamberi e un secondo di carne. Poi certo i padani non hanno perso di vista la «Taverna dell’Orso», dove in passato i barbari di Bossi si distinsero per le grandi abbuffate non di rado concluse a colpi di molliche di pane e di bucce di mandarino. In questo contesto restano un lontano ricordo locali come Fortunato al Pantheon: «Abbiamo invitato più volte Salvini ma non è mai venuto», sorride sotto i baffi Claudio, il direttore.
RISTORANTE MACCHERONI