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    DAL VENETO ALLA CALABRIA: REGIONE CHE VAI, ORDINANZA CHE TROVI – NELLA FASE 2 SI PROCEDE IN ORDINE SPARSO - SI REGISTRA UNA PRESSIONE DA PARTE DI TUTTI I TERRITORI A SBLOCCARE IL PRIMA POSSIBILE LE ATTIVITÀ COMMERCIALI CHE AL MOMENTO RIMANGONO CHIUSE. A DECIDERE SARA’ UN ALGORITMO. I GOVERNATORI DEL SUD SONO INVECE IN ALLARME PER GESTIRE I RIENTRI IPOTESI ELEZIONI REGIONALI A LUGLIO


     
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    S. Can. per “il Messaggero”

    LUCA ZAIA MATTEO SALVINI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

     

    Se per il Veneto il primo lunedì di fase 2 segna già il «liberi tutti», la Basilicata annuncia il tampone per chi arriva seppur «a carattere esclusivamente volontario». E poi c'è la Calabria che porta avanti lo scontro istituzionale e, parola della governatrice Jole Santelli, «non ci pensa per niente» a ritirare l'ordinanza che ha aperto bar e ristoranti, seppur la gran parte dei sindaci non la seguano.

     

    Di fatto il Tar oggi si esprimerà almeno sulla sospensiva, dopo lo scelta del governo di impugnare il provvedimento. E via via così: la fase 2 conserva le cattive abitudini della precedente, con le Regioni in ordine sparso. Il ministro Francesco Boccia ha dato mandato agli uffici legislativi di passare ai raggi x tutte le ordinanze. Da quanto trapela, non ci sarebbe grandi casi di iniziative che sbattono con il Dpcm. Ma di sicuro, ormai tutti i territori si muovono in ordine sparso. Con concessioni qua e là ai cittadini.

    jole santelli nunzia de girolamo jole santelli nunzia de girolamo

     

    Sul fronte del Sud, i governatori sono invece in allarme per gestire i rientri. «Adesso allarghiamo un po'», annuncia il presidente della Sicilia Nello Musumeci, sottolineando che in realtà «un blocco totale non c' è mai stato», ma che ora «possono rientrare anche coloro che si vogliono ricongiungere con le proprie famiglie». E per farlo - osserva il governatore della regione siciliana - «devono rispettare le solite regole, cioè la verifica al momento dello sbarco e poi la quarantena. Questo è necessario perché nessuno deve pensare che la partita sia chiusa».

    LUCA ZAIA CON LA MOGLIE RAFFAELLA MONTI LUCA ZAIA CON LA MOGLIE RAFFAELLA MONTI

     

    Intanto, la ministra Paola De Micheli è pronta a raddoppiare i trasporti per la Sicilia: i biglietti aerei al momento sono introvabili e comunque hanno dei prezzi altissimi.

     

    LA LINEA

    In generale, si registra una pressione da parte di tutti i territori a sbloccare il prima possibile le attività commerciali che al momento rimangono chiuse. Su questo punto la linea del governo è chiara: se ne riparla dal 18 e su base regionale a seconda della curva del contagio.

     

    Un concetto ribadito anche da Boccia, ieri in Trentino Alto Adige: «Serve prudenza e rigore, non possiamo vanificare i sacrifici», è la premessa dell'esponente del Pd. Che però ribadisce: «Con la fase 2 è partito un monitoraggio costante Regione per Regione e per le Province autonome per valutare insieme i dati e capire come procedere dal 18 maggio a differenziazioni territoriali». Sarà alla fine un algoritmo a decidere chi potrà allentare la morse delle chiusure, ribadisce ancora una volta De Micheli. Una sorta di pagella che potrebbe Liguria e Piemonte. Con il dubbio della Lombardia.

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    IL VOTO

    Sullo sfondo, però, inizia a prendere forma un altro dossier: quello delle elezioni regionali. Il virus ha di fatto bloccato il rinnovo dei consigli in sei regioni. Rinviando il test elettorale dalla primavera alla finestra di settembre-novembre. Su questo aspetto Boccia sta iniziando a dare altri segnali. Quelli di una possibile apertura a luglio. Alcuni territori dunque potrebbe votare prima, proprio per evitare che in caso di ritorno del virus in autunno slitti di nuovo l'appuntamento con i seggi. Per arrivare a questo scenario basta un emendamento del Parlamento.

    LUCA ZAIA LUCA ZAIA

     

    Una possibilità, quella del voto a luglio, che piace per esempio a Zaia, destinato - sondaggi alla mano - a una rielezione senza troppi problemi, alla luce dei sondaggi sulla sua popolarità per come ha gestito la pandemia in Veneto. Servono comunque sessanta giorni per indire i comizi prima di rivedere gli elettori entrare ai seggi. Dunque la decisione potrebbe arrivare al massimo entro maggio. In questo caos di tutti contro tutti c'è anche la polemica nata e morta nello spazio di un mattino sull'abolizione delle preferenze. Ipotesi bocciata dal ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà (M5S): «Non sarà introdotto alcun porcellum a livello locale».

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