Tony Damascelli per “il Giornale”
LITE TRA ANTONIO CONTE E ANDREA AGNELLI
Eccola la nuova triade della Juventus, roba buona, di ogni dove, brasiliani, americani, argentini, un gruppetto di sfacciati e incoscienti ai quali non è parso vero di poter festeggiare lo schiaffo del Benevento o la vergogna della champions league, hanno ballato dunque, fregandosene dei divieti, loro non si fermano al coprifuoco, sono abituati ai supplementari, ai rigori ad oltranza, non c'è limite, non hanno regole, la pandemia riguarda quel mondo che è lì fuori, distante dalla loro isola privilegiata, McKennie-Arthur-Dybala una combinazione tattica di mediocri risultati sul campo, in balera però vanno alla grande, da fare fessi quelli che, sempre là fuori, osservano le norme; dunque un raduno serale, una quindicina di similcongiunti.
LITE TRA ANTONIO CONTE E ANDREA AGNELLI
La villa di McKennie ricorda la villa affittata a Kean, fossi Agnelli mi occuperei di chi provvede alle locazioni. I tre screanzati sono fortunati, ai tempi di Boniperti o Moggi oggi sarebbero al prato, cioè ad allenarsi con i ragazzini delle giovanili o dell'Under 23, per provare il sapore del fango e pagare una legnata di multa (Montero era il capo dei sudamericani pronto a firmare l'ammenda da mezzo milione di euro). La società provvederà a punirli, robetta per chi non ha il senso del denaro, mercanti e mercenari, la fedeltà e la responsabilità durano lo spazio di novanta minuti, con eventuale recupero, baciano la maglia, chiedono scusa sui social mai in faccia al popolo davanti alle telecamere e tornano a giocare, in tutti i sensi.
MCKENNIE IN VERSIONE MAGHETTO
La Juventus ha smarrito la propria identità in campo e in sede, insegue modelli che non appartengono alla sua storia, alla sua tradizione, i dirigenti si sono distinti per comportamenti volgari e violenti, non è successo nulla, si procede tra feste e allegrie di allenamenti. In fondo che volete che sia un ritrovo in seconda serata, osservando il protocollo, cioè tutti in bolla al ballo? C'era il tempo in cui accadeva anche di peggio, calciatori ubriachi, risse, incidenti d'auto ma il minculpop bianconero teneva sotto traccia gli eventi. Ma allora non c'era il Covid, non c'erano i decreti del governo, non c'era un Paese in sofferenza. Però c'era la Juventus.
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