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    “È VENUTA FUORI UNA COSA TROPPO INTELLETTUALE” – DARIO ARGENTO PARLA DEL “NON-REMAKE” DI SUSPIRIA BY GUADAGNINO: “È UN FILM FINE, DELICATO, PIENO DI RIFERIMENTI, MA MANCA LA FORZA, LA FEROCIA E LE INVENZIONI NELLE RIPRESE. NON FA PER NIENTE PAURA. MA ALLA FINE, OGNUNO FA IL SUO FILM”


     
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    F. C. per “la Stampa”

     

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    Alla domanda, la più banale possibile («Scusi, ma oggi le sono fischiate le orecchie?»), il maestro dell' horror Dario Argento risponde ridacchiando: «Perché?». Poi si fa serio, e svela: «Devo essere sincero, io il nuovo Suspiria l' ho già visto. E quindi una mia idea ce l' ho».

     

    Semmai, adesso, la curiosità è per l' accoglienza al Lido: «Ma ieri mattina chi c' era alla prima proiezione della giornata? I giornalisti, i critici, anche la giuria?». Forse sarebbe stato gentile invitare alla Mostra anche lui, il padre venerato di film che hanno segnato generazioni, l' autore del primo Suspiria, girato nel '77, scritto con Daria Nicolodi, che a quei tempi era la sua compagna, e da lui stesso considerato il proprio capolavoro. Nessuno ci ha pensato, e adesso, da Roma, Argento dice la sua.

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    Che cosa pensa del nuovo «Suspiria»?

    «È un film alla Guadagnino, fine, delicato, pieno di riferimenti, ma non c' è ombra dello spirito del vecchio. Manca la forza, la ferocia, e mancano anche le invenzioni nelle riprese».

     

    Fa molta meno paura del suo. Come mai?

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    «Sì, non fa per niente paura, sempre per la stessa ragione. Perché non c' è quella carica, quel senso di sfogo. È un film di Guadagnino».

     

    Secondo lei c' era bisogno di un remake?

    «Secondo me no, ma per Guagadagnino sì, era una necessità. Mi ha spiegato lui stesso che era sempre stata una sua fissazione, che da quando ha visto il mio film, a 14 anni, ha desiderato rifarlo. A mio parere è venuta fuori una cosa troppo intellettuale, ma, alla fine, ognuno fa il suo film».

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    Nel nuovo «Suspiria» si parla molto della banda di terroristi Baader-Meinhof, i riferimenti a quel clima sono particolarmente marcati.

    «Sì, ho visto, ma non mi hanno convinto, ho pensato che c' entrassero molto poco con il resto della storia».

     

    Per il suo remake Guadagnino ha ingaggiato Jessica Harper, la stessa attrice che aveva lavorato con lei in «Suspira». Che effetto le ha fatto rivederla sullo schermo?

    «Guadagnino l' ha presa per un piccolo ruolo, che nel film originale non c' era. È una citazione, ma non mi pare abbia molto senso».

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    Da che cosa nasceva, per lei, l' ispirazione di «Suspiria»?

    «Volevo raccontare le storie che da ragazzino e poi da adolescente mi avevano affascinato. E volevo farlo attraverso l' horror».

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