1. DE NIRO RIFIUTA UNA FOTO AD ARNOLD SCHWARZENEGGER: ''VOTI TRUMP''
Sara Adami per www.mondofox.it
Durante il galà di beneficienza in favore di una raccolta fondi per gli "Amici delle forze israeliane”, Robert De Niro non ha voluto scattare una foto insieme ad Arnold Schwarzenegger.
robert de niro con arnold schwarzenegger
La motivazione è che le idee politiche dell'ex governatore della California sono differenti dalle sue, soprattutto perché sono vicine a quelle del candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti.
Secondo De Niro la posizione di Schwarzenegger è favorevole a Donald Trump, per il quale nutre una profonda avversione già confermata anche nel video apparso in rete qualche settimana fa in cui lo definisce “un cane, un maiale”.
Un artista della stronzata. Non paga le tasse, è un disastro nazionale. Mi fa arrabbiare il fatto che questo paese sia arrivato al punto di consentire a quest'idiota di arrivare sin qui.
dice Robert De Niro nel filmato lanciato sui social network e ritwittato anche dalla scrittrice J.K. Rowling, autrice di Harry Potter.
Il filmato, prodotto da Anonymous Content, diretto da Tom McCarthy e trasmesso anche da Fox News, è solo l’ennesima espressione di rabbia di De Niro contro Donald Trump che al festival del cinema di Sarajevo, in occasione della presentazione della versione digitale di Taxi Driver per il 40° anniversario della sua uscita, si era espresso definendolo “un folle, un fuori di testa”.
hillary clinton
Dice che prenderebbe la gente a pugni in faccia. Beh, a me piacerebbe prenderlo a pugni.
Una battaglia che ha decisamente raggiunto l'apice durante la serata benefica dove entrambi gli attori erano presenti: alla richiesta di una fotografia, De Niro ha chiesto a Schwarzenegger se voterà per Trump, ma senza dargli il tempo di rispondere.
In realtà Arnold Schwarzenegger ha già ammesso su Twitter che non voterà per il candidato repubblicano, ma senza dire per chi voterà.
donald trump
2. TYSON-THE DONALD LA STRANA COPPIA - L' EX PUGILE VENUTO DAL GHETTO APPOGGIA IL MILIARDARIO «SOLTANTO LUI MI HA DIFESO»
Gaia Piccardi per il Corriere della Sera
Mike vota Donald for president. «Trump mi stringe la mano e rispetta la mia famiglia: nessun altro presidente, nemmeno Obama, l' ha mai fatto. Posso portargli almeno 20 mila voti». Forse decisivi.
Se sei nato Michael Gerard Tyson nel '66 a Brownsville, Brooklyn, da padre assente e madre anaffettiva, la vita - come il ring - diventa presto una questione di pugni presi e dati. Eppure è una carezza di Trump a Tyson a conquistare il reietto incapace di amare e ad accendere la miccia di una relazione pericolosa lunga 25 anni. Il 19 luglio 1991, a Indianapolis, Tyson apre la porta della stanza d' albergo a Miss Black Rhode Island, la 18enne Desirée Washington.
Sesso consenziente, dice lui; stupro, è la versione di lei. Tyson è già il più giovane campione dei pesi massimi della storia, lo scandalo è enorme. Quando un processo lampo e la gogna pubblica lo spediscono in prigione nell' Indiana, solo una voce - tra le celebrity bianche della East Coast che conta - si leva in suo favore: «La ragazza ha bussato in piena notte.
donald trump, larry holms, don king and mike tyson
Mike è stato incastrato: la gente si approfitta di lui...», dice ai giornali Trump, che anni dopo verrà accusato di approfittarsi delle donne, conquistandosi la riconoscenza di Tyson. (Ps: nella violentissima autobiografia «True», Tyson ammetterà - fuori tempo massimo - molte nefandezze ma mai la violenza sulla Washington).
Comincia così, a distanza, un' amicizia interessata che business, femmine e dollari hanno condotto per mano sul rettilineo finale dell' elezione americana più incerta, mentre un nero musulmano (Tyson, convertito dal compagno di cella, oggi si fa chiamare Malik Abdul Aziz) tira la volata al candidato che disprezza i coloured come affittuari delle sue proprietà immobiliari e che vorrebbe i musulmani, al più presto, a casa loro. Mike & Donald, la strana coppia: l' ex pugile e l' ex palazzinaro, il feroce fuoriclasse ammansito dalla tragica morte a 4 anni della figlia Exodus e l' aspirante presidente degli Stati Uniti, più simili di quanto siano disposti ad ammettere.
Dei sei anni di galera, Tyson ne sconta tre. Esce nel '95. Il 9 novembre 1996 torna sul ring a Las Vegas contro Evander Holyfield, bolso 34enne cui nessuno dà una chance. Nessuno tranne l'«amico» Donald, che punta un milione di dollari sulla vittoria di Holyfield (dato 20 a 1) e che quando l' arbitro ferma il match all' 11 a ripresa per k.o. tecnico di Tyson (la celeberrima rivincita sarà quella dell' orecchio mozzato al rivale con un morso) se ne mette in tasca, d' incanto, venti.
donald trump mike tyson
È solo l' ultimo, in ordine di tempo, dei passaggi al bancomat Tyson di Trump che, naso fino, aveva abilmente sfruttato il pugilato per lanciare a metà degli anni Ottanta il boom immobiliare di Atlantic City: «La boxe è come Miss America: la gente arriva a frotte». I dollari del Trump Entertainment Resort erano stati un buon argomento per convincere un giovane selvaggio di Brooklyn, pilotato dalla sete di denaro del manager Don King, a riempire l' arena da 16 mila posti del Convention Center nella sfida dell' ottobre 1987 contro Tyrell Biggs.
Polverizzato come Larry Holmes, sotto gli occhi adoranti di Kirk Douglas e Jack Nicholson, poco dopo. Ma poi Mike aveva fatto un dispetto a Donald: sedotto dagli yen, aveva accettato di organizzare il match successivo in Giappone. Sarà per vendetta che la prima moglie di Tyson, l' attrice Robin Givens, molto amica di Ivana Trump, passerà attraverso le forche caudine delle lenzuola di Donald sullo yacht da 100 milioni di dollari Trump Princess?
donald trump mike tyson
Mike è uomo di pancia, fegato, budella. Detesta essere usato, ma se lo gratti sotto il mento - a volte - fa le fusa. Trump si propone come consulente finanziario del pugile più noto e controverso a più riprese, entrando in rotta di collisione con l' entourage del campione, dominato dal carisma di Don King. È proprio lui a mettere la pulce nell' orecchio a Mike: «Quando ti ritroverai a spassartela sul suo yacht, chiedi a Donald perché si porta a letto tua moglie...».
Tyson divorzia. King esce di scena. Trump resta. E si fa largo verso lo showdown con Hillary Clinton a cazzotti, morsi e colpi bassi, come gli ha insegnato il suo peggior amico.