AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
Ilario Lombardo per ''La Stampa''
E niente: appena fa capolino Alessandro Di Battista, nel M5S si scatena il panico. E' bastato un post scriptum all'annuncio che oggi sarebbe stato in piazza a Bari, a sostegno della candidata governatrice del M5S Antonella Larrichia: «La Commissione Antimafia ha appena pubblicato la lista dei candidati impresentabili delle prossime elezioni regionali. In Puglia gli impresentabili sono tre e due corrono nelle liste di Emiliano».
ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO
Già c'era apprensione, tra i grillini, per la decisione di Di Battista di fare la sua unica apparizione elettorale in Puglia, nel giorno di chiusura della campagna elettorale: la frecciata contro il candidato del Pd Michele Emiliano ha avuto l'immediato effetto di avvelenare ulteriormente di sospetti le chat dei 5 Stelle.
Anche i big sono stupiti e arrabbiati. Per esempio, la vicepresidente del Senato Paola Taverna e il capo politico reggente Vito Crimi, «Vuole far cadere il governo, è evidente». «Perché non attacca Fitto?», sono alcuni messaggi che trapelano dalle conversazioni. La Puglia rappresenta il grande paradosso del M5S di lotta e di governo.
Una terra in bilico, dove il consenso ancora abbastanza alto dei 5 Stelle, nonostante i fallimenti delle promesse su Ilva e sul gasdotto Tap, impensierisce i ministri e la fronda governativa. In mezzo al duello tra Emiliano e il candidato di centrodestra, Raffaele Fitto, già governatore pugliese un'era politica fa (2000-2005), la grillina Laricchia è infatti risultata sorprendentemente competitiva.
Manterrebbe con sé un bacino di sostegno dal quale i più ottimisti a sinistra credono arriverà in extremis quel voto utile essenziale a Emiliano per il sorpasso. Ma non è detto. In nome dell'alleanza mancata in Puglia si sono consumate liti, divorzi, e fuoriuscite tra i grillini.
La riluttanza a replicare la coalizione nazionale sul modello ligure, ha trasformato la regione del Sud nell'ultima frontiera del Movimento di battaglia. Un'acqua dove ama nuotare Di Battista che stasera sul palco sarà affiancato dalla pugliese Barbara Lezzi, altra irriducibile, ex ministra con i gialloverdi, silurata da Luigi Di Maio e sempre in aperta ostilità verso questo governo.
Dibba riappare nell'agone politico mesi dopo che Grillo lo aveva stroncato nelle sue ambizioni di leadership, troppo insidiose per la stabilità del governo. Nel frattempo, come raccontato sui social, ha fatto il barista in Abruzzo, ha avuto un altro figlio e continua a scrivere (sul Fatto e sul sito Tpi), non lesinando mai critiche al Pd, all'Europa, a Mario Draghi. La Puglia lo ritrova oltre due anni dopo il comizio in cui annunciò che il M5S al governo avrebbe smantellato il Tap in quindici giorni. Com' è noto, il progetto fu confermato proprio mentre Lezzi era ministra. Promesse mancate che non hanno prosciugato del tutto il credito dei 5 Stelle.
Questa volta sono i nomi dei 13 candidati nei guai con la giustizia, svelati dal presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, a fornire un ottimo argomento al mattatore delle piazze grilline. Va detto che in Puglia gli «impresentabili» - termine più giornalistico-politico che giuridico - sono effettivamente nelle liste a sostegno di Emiliano e non in quelle di Fitto.
Si tratta di Silvana Albani, imputata dei reati di falsa perizia e corruzione in atti giudiziari, aggravati dal fine di agevolare l'attività delle associazioni mafiose; e di Vincenzo Gelardi, imputato a Napoli di vari reati di trasferimento fraudolento di valori aggravati dal fine di agevolare l'attività delle associazioni mafiose.
grillo fico di maio di battista
Altri nove candidati segnalati dall'Antimafia per procedimenti in corso sono in Campania, cinque a sostegno del governatore dem Vincenzo De Luca, quattro del suo sfidante Stefano Caldoro. L'ultimo dei 13 è l'ex governatore della Valle D'Aosta Augusto Rollandin, condannato in primo grado per corruzione.
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