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Dagoreport
La notizia del giorno nel mondo occidentale è il trattamento da sguattera riservato alla presidente della Commissione Europea, Von der Leyen, da parte di Erdogan.
Il sultano di Ankara lascia Ursula senza poltrona durante la visita dei leader Ue: lui e il presidente del consiglio europeo Charles Michel prendono posto con le rispettive bandiere alle spalle, mentre la presidente viene lasciata prima in piedi, poi in un divano. Mancava poco che Erdogan le chiedesse di passare lo straccio e di portare il caffè.
Come è stata possibile una pubblica umiliazione cosi' clamorosa dell'Europa tutta, attraverso la persona che la rappresenta? Un passo indietro, di natura tecnica.
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L'Unione Europea non è uno Stato sovrano, e come tale manca di quelle strutture che possono sembrare inutili orpelli ma sono parte integrante della struttura di un Paese. Il cerimoniale della Repubblica, ad esempio, da noi saldamente piazzato tra il primo piano della Farnesina e il palazzo del Quirinale. Presieduto da un ambasciatore di grado, è quello che si occupa di "incarrozzare" le macchine nelle visite ufficiali, che stabilisce chi debba sedersi e dove, seguendo gerarchie e protocolli rigidissimi e molto antichi.
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In una visita di Stato ogni dettaglio è studiato, stabilito, negoziato nei minimi dettagli da mani esperte e capaci. Perché la forma è sostanza. In un mese la Commissione ha collezionato due sconfitte clamorose in politica estera. Prima della mortificazione di Ursula senza seggiola, c’era stata la visita a Mosca dell'Alto rappresentate per la politica estera, Josep Borrell, con l’obiettivo di ottenere la liberazione del dissidente politico Alexei Navalny: non solo Borrell non ha ottenuto il risultato - e lo si sapeva in anticipo - ma ha anche subito l'espulsione di tre diplomatici europei accusati di aver partecipato alle manifestazioni antigovernative (Ha subìto anche l’affronto, durante la conferenza stampa con il ministro degli esteri russo Lavrov, di vedere l’Europa accusata di violazione dei diritti umani. Sul piano diplomatico, un disastro clamoroso).
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La Commissione Europea dispone solo di un servizio per le relazioni esterne, a cui a capo siede Josep Borrell, lo spagnolo che è alto rappresentante dell'Unione. Come direttore generale ha scelto Stefano Sannino, diplomatico di lungo corso e indubbia esperienza. Ma forse non è abbastanza. La mancanza di un corpo diplomatico e di un servizio di cerimoniale capace di fare il proprio dovere sta emergendo in modo prepotente.
Il dito è puntato contro Erdogan, ci mancherebbe. Ma chi avrebbe dovuto proteggere Ursula Von der Leyen e, con lei, l'Europa tutta, non è stato in grado di farlo. Non ci si può aspettare condiscendenza da parte di un ceffo come Erdogan, bisogna pretendere il rispetto delle regole e bisogna farlo attraverso i canali che da secoli sono preposti a questo. Inutile ogni commento su quel merluzzo lesso di Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, che si è seduto assecondando lo sgarbo di Erdogan e lasciando in piedi la Von der Leyen.
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