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    DI LEGA E DI GOVERNO - SALVINI NON LASCERÀ LA MAGGIORANZA DOPO IL VOTO SUL QUIRINALE E IL MOTIVO È SEMPLICE: VUOLE SEDERSI AL TAVOLO DELLA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE - SE SI FORMASSE UN GOVERNO SENZA IL CENTRO-DESTRA, SAREBBE CANCELLATO SUBITO IL ROSATELLUM E SI TORNEREBBE AL PROPORZIONALE. MA NON È DETTO CHE LA SUA PERMANENZA AL GOVERNO SARÀ SUFFICIENTE A EVITARLO…


     
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    Roberto D'Alimonte per "il Sole 24 Ore"

     

    SILVIO BERLUSCONI E MATTEO SALVINI SILVIO BERLUSCONI E MATTEO SALVINI

    Esiste veramente il rischio di elezioni anticipate? Intorno alla elezione del prossimo presidente della Repubblica si giocano diverse partite. E una è proprio quella della durata della legislatura. È noto che a molti conviene che duri per ragioni economiche più che politiche. Ma non a tutti. Oggi a Salvini e Meloni le elezioni anticipate convengono. Con l'attuale sistema elettorale le possono vincere.

     

    matteo salvini giorgia meloni assemblea nazionale federmanager 3 matteo salvini giorgia meloni assemblea nazionale federmanager 3

    Hanno i voti ma soprattutto hanno di fronte avversari divisi e senza un Prodi che li possa mettere insieme. Ma come arrivare alle elezioni anticipate? Salvini ci ha già provato una volta e ha fallito. Era il tempo del Papeete. In quella occasione ha toccato con mano la voglia feroce di tanti parlamentari a fare di tutto pur di non perdere il posto, lo stipendio e il diritto alla pensione. Il Conte II è nato così.

     

    Sarebbe diverso questa volta? In altre parole, ci sono oggi i numeri in parlamento per un governo, un qualunque governo, che porti a compimento la legislatura senza la partecipazione dei partiti di centro-destra? Alla Camera ci sono.

    enrico letta matteo salvini meeting rimini 2 enrico letta matteo salvini meeting rimini 2

     

    Mettendo insieme tutte le varie componenti del centro-sinistra si arriva più o meno ai 300 voti. Vista la vasta platea dei deputati non appartenenti a nessun gruppo, e con tanta voglia di restare in carica, la soglia della maggioranza è a portata di mano.

     

    Al Senato la situazione è più complicata perché i numeri sono meno favorevoli al centro-sinistra ma anche in questa camera ci sono tanti senatori non appartenenti a gruppi da rendere realistica l'ipotesi che un governo elettorale possa ottenere la fiducia. Esiste quindi il rischio di ripetere il Papeete.

    MATTEO SALVINI E GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI E GIUSEPPE CONTE

     

    Ma in fondo, a Salvini, anche senza la prospettiva di elezioni anticipate, converrebbe comunque sfilarsi da un governo che non ama, tanto più se dovesse guidarlo qualcuno che non è Draghi. Stare all'opposizione in un anno elettorale conviene.

     

    Quindi che in Parlamento ci siano i numeri o meno per fare un governo senza i partiti di centro-destra dovrebbe essere irrilevante per lui.

     

    matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 5 matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 5

    La ragione per cui non lo è sta nella riforma elettorale. È praticamente certo che se si formasse un governo senza il centro-destra, in cima alla sua agenda ci sarebbe la cancellazione del Rosatellum e il ritorno a un sistema elettorale proporzionale da Prima Repubblica.

     

    Un sistema senza distorsioni maggioritarie della rappresentanza e con le coalizioni di governo che si fanno dopo aver contato i voti e non prima. È il sistema che più converrebbe al centro-sinistra nelle condizioni in cui si trova oggi. In breve con il proporzionale il centro-destra perderebbe il vantaggio competitivo che ora ha nei confronti del centro-sinistra. Per approvare una riforma elettorale proporzionale i numeri in Parlamento ci sono e potrebbero essere addirittura superiori a quelli della fiducia ad un eventuale nuovo governo elettorale.

     

    meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

    A condizione naturalmente che la soglia per accedere ai seggi sia bassa o che ci sia in alternativa un generoso diritto di tribuna o altri espedienti del genere per convincere i piccoli partiti a votare a favore. Per un sistema del genere i consensi potrebbero arrivare anche dalle componenti parlamentari minori dell'area del centro-destra e forse addirittura da Forza Italia. È questo il rischio che Salvini vuole evitare.

     

    Vuole stare al governo per impedire il passaggio di un sistema elettorale che non gli conviene. Certamente non è l'unico motivo. E magari dopo l'elezione del nuovo presidente della Repubblica cambia idea anche per liberarsi della fastidiosa concorrenza della Meloni. Ma in ogni caso vuole essere della partita.

     

    Ed è quello che chiaramente ha detto ieri. Si vuole sedere al tavolo della riforma. Resta da vedere se il suo appoggio al governo Draghi o al governo che eventualmente lo sostituirà sarà sufficiente a evitare il ritorno del proporzionale. Che piaccia o no, in questo Parlamento oggi c'è una maggioranza a favore di questa riforma.

     

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