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    DIBBA AZZITTITO DA GRILLO TORNA IN MODALITÀ MANUEL FANTONI MISTO A FASCIO DI ROMA NORD (IL DNA È QUELLO). AL POVERO ''ALE'' RESTA DI PARLARE DI DROGHE E GAY PRIDE: ''IL CAPO DI UNA BANDA DI UN QUARTIERE CALDO DI MEDELLIN MI DISSE: “FATECI LA GUERRA, BUTTATE DEFOGLIANTI SUI CAMPI, INASPRITE LE PENE MA SOLO UNA COSA NON DOVETE MAI FARE: LEGALIZZARE!”'. CHI SI FA I SELFIE CON LA CANNA IN MANO RICORDA CHI VUOLE DIRITTI CIVILI PER GLI OMOSESSUALI ESIBENDOSI IN VOLGARI FORME DI TRASGRESSIONE DURANTE I GAY PRIDE''


     
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    1. #BRAVIMABASTA

    Luca Bottura per ''La Repubblica''

     

    alessandro di battista alessandro di battista

    Tempo fa, Alessandro Di Battista voleva parlarci di Bibbiano. Così, quando firmò un contratto di consulenza con Fazi editore, propose come primo autore un certo Alessandro Di Battista che avrebbe dovuto firmare un volume sul tema, allora, di stringente attualità. Poi si sa come vanno le cose: le elezioni in Emilia-Romagna passano, di Bibbiano non parla più nessuno, il contratto con Fazi scade niente più libro. Però nel frattempo sono emersi i monopattini.

     

    alessandro di battista old style alessandro di battista old style

    Dice: cosa c'entra? C'entra, perché Di Battista si butta a pesce su quello che raccoglie più clic: il populismo, i presunti abusi su minori, la mobilità elettrica Lotta dura purché si fattura. Il mancato congiuntivo è un omaggio. Così ha annunciato sui social che sta pensando a una App per il car sharing, di Stato, che però produca utili. Le notizie buone, così, sono addirittura tre.

     

     La prima è: Dibba pensa. La seconda che punta a crearsi un conflitto d'interessi tutto suo in virtù del quale, dopo essersi mandato affanculo da solo, lascerà la politica. La terza è che se il concorrente della mobilità tradizionale è lui, per almeno vent' anni Fca magna tranquilla.

    alessandro di battista old style alessandro di battista old style

     

     

    2. DI BATTISTA EVITA IL TRAPPOLONE M5S E VA ALL'ATTACCO DI GAY E DROGHE LEGGERE

    Domenico Di Sanzo per ''il Giornale''

     

    Della Sardegna non ne vuole sentire parlare, meglio attaccare sui gay e la marijuana. E c'è da scommettere che Alessandro Di Battista andrà avanti così, una polemica dopo l'altra, fino a ottobre. Quando dovrebbero tenersi - il condizionale è d'obbligo - gli Stati generali del M5s. In mezzo luglio e agosto, con la tentazione di un tour estivo modello scampagnata in moto per il No al referendum di Matteo Renzi del 2016, che però è ancora tutto da decidere. Quello che è certo è che Dibba continuerà a far parlare di sé. L'ultima suggestione, più subìta che cercata dall'ex deputato, è una candidatura a settembre per le suppletive al Senato nel collegio di Sassari.

     

    alessandro di battista alessandro di battista

    E per spiegare il «no grazie» fatto filtrare da Di Battista basterebbe dire che la proposta è stata avallata anche da Paola Taverna, vicepresidente del Senato, considerata in corsa per la carica di nuovo capo politico, almeno fino a quando non ha preso corpo l'ipotesi di affidare il M5s a «una guida collegiale». Ed ecco che l'idea di Dibba senatore a Sassari trova subito la sponda di tutti i grillini, esclusi quelli che Di Battista lo appoggiano. Fiutato il tranello, l'ex ministro per il Sud Barbara Lezzi smentisce: «Alessandro non è interessato a poltrone o incarichi, avrebbe avuto già altre occasioni.

     

    ALESSANDRO DI BATTISTA ALESSANDRO DI BATTISTA

    Ora gli interessa solo individuare nuovi obiettivi per rafforzare il Movimento. Per Sassari credo si dovrebbero sempre consultare i nostri iscritti». Non sappiamo se rientra negli obiettivi della missione di rafforzare il M5s, ma Dibba interviene sulla liberalizzazione delle droghe e sui diritti dei gay. Lo fa nella giornata del sit-in a Montecitorio per la sensibilizzazione sulla coltivazione domestica di canapa, a cui hanno partecipato anche quindici parlamentari. Tra di loro i pentastellati Matteo Mantero, senatore primo firmatario di una proposta di legge sulla liberalizzazione, i deputati Michele Sodano (primo firmatario della lettera inviata al premier Giuseppe Conte) e Leonardo Aldo Penna.

    alessandro di battista con il franco delle colonie alessandro di battista con il franco delle colonie

     

    I cento parlamentari che hanno scritto a Conte sono in maggioranza grillini e Penna ha pubblicato un video sui social in cui pianta il suo seme di canapa. Sembra rivolgersi a loro, Di Battista, quando scrive: «Volete la regolamentazione della produzione della vendita della cannabis? Allora evitate di farvi i selfie con una canna in mano. Si tratta di gesti infantili e altamente controproducenti». Gesti che, continua, «ricordano coloro che pretendono di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i Gay pride». Sbagliato il metodo, non il merito, ammonisce Di Battista attirandosi critiche a sinistra.

     

    Dentro il Parlamento, invece, la tensione nel M5s rimane altissima. Soprattutto al Senato, dove il governo ha perso la maggioranza assoluta e si rincorrono le voci sugli addii di Tiziana Drago, Mattia Crucioli e Marinella Pacifico. Drago e Pacifico sono date in approdo verso la Lega, Crucioli, ancora indeciso, dovrebbe andare nel Gruppo Misto, ma non appoggerebbe Conte. Ed è vicina la resa dei conti sui morosi delle restituzioni, con i probiviri che stanno studiando nuove sanzioni per chi non versa i bonifici. «Se mettono alla porta pure loro qua salta tutto», riflette un grillino.

    alessandro di battista in treno alessandro di battista in treno alessandro di battista alessandro di battista

     

     

    alessandro di battista con testa di toro alessandro di battista con testa di toro

     

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