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    DIBBA NON TIRA PIÙ COME UNA VOLTA – NONOSTANTE LE SUE INTEMERATE ANTI-SALVINI IL “CHE GUEVARA DI ROMA NORD” NON STA AVENDO EFFETTO SUI SONDAGGI – L’ONNIPRESENZA IN TV NON FA CARBURARE IL CONSENSO, TRANNE QUELLO DEGLI AFRICANI: L’INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELL’UNIONE DELLE COMUNITÀ AFRICANE D’ITALIA DOPO LE ACCUSE SUL FRANCO COLONIALE


     
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    1 – CICLONE DIBBA

    Ilario Lombardo per “la Stampa”

     

    luigi di maio e alessandro di battista in auto 4 luigi di maio e alessandro di battista in auto 4

    Come un ciclone arrivato dal Sudamerica, Alessandro Di Battista travolge la quiete del governo a un passo dalla crisi. Ha inasprito la dialettica con Salvini, cavalcato l' onda ribelle sulla Tav e dato voce al M5S sulla politica estera, contro la Francia e in difesa di Maduro.

     

    Eppure, l'«effetto Dibba», che sembra dirompente nelle scapigliate cronache giallo-verdi, non c' è stato nei sondaggi. A un mese dal suo ritorno, la stella di Alessandro Di Battista (da qui in poi Dibba) è apparsa appannata. La sua onnipresenza è diventata materiale buono per parodie e meme, ma non ha fatto carburare il consenso, rimasto a galleggiare alle solite cifre illanguidite.

     

    alessandro di battista a porta a porta 2 alessandro di battista a porta a porta 2

    L' Europa, l' Africa, l' informazione, le infrastrutture e le autostrade «da nazionalizzare»: non c' è argomento che Dibba non affronti, ogni giorno con piglio zapatista. Ieri è toccato alla Rai, a Fabio Fazio e a Bruno Vespa: «I loro stipendi vanno adeguati. Sono giornalisti, guadagnino come loro (massimo 240 mila euro)». Lo ha fatto senza troppo garbo per Roberto Fico, ospite qualche ora dopo a Che tempo che fa . Ma così è lui, l' uomo palinsesto del M5S, l' ex animatore di villaggi vacanza noto con il nome «Cuore di panna» diventato l' ologramma mediatico di Di Maio in carenza di voti.

    alessandro di battista a porta a porta 6 alessandro di battista a porta a porta 6

     

    Ma agli strateghi della Casaleggio che occupano le stanze dei collaboratori del vicepremier, che compulsano diagrammi e monitorano i commenti sui social nel confronto ossessivo con Salvini, non sono certo sfuggiti i dati che raccontano di una Dibbamania sfiorita: share che non si impenna e sondaggi che lo ridimensionano. Si sa che di tutti i sondaggisti, i grillini hanno una predilezione per Nando Pagnoncelli, per questo sono stati una brutta sorpresa i risultati della rivelazione che rispondeva alla domanda se rispetto a prima Dibba «è più convincente» (17%) o «meno convincente» (28%), certificando che, nella fase di governo, la baldanza da tribuno è meno efficiente che all' opposizione.

     

    i calzini con 5 stelle di alessandro di battista i calzini con 5 stelle di alessandro di battista

    Non solo: anche quando è andato ospite da Fazio su Raiuno e ha contribuito a fargli vincere il prime time, la curva non è andata su quanto speravano. A La7, poi, malignano ancora che l' unica volta in cui Lilli Gruber è stata superata da Barbara Palombelli su Rete 4 è stato quando Dibba era collegato dal Guatemala.

     

    Va detto che all' ex deputato è stata caricata addosso una responsabilità titanica.

    ALESSANDRO DI BATTISTA OSPITE DI BARBARA DURSO ALESSANDRO DI BATTISTA OSPITE DI BARBARA DURSO

    L' attesa si è fatta messianica, e Dibba è diventato l' angelo redentore del M5S. «Non vedo l' ora che torni» disse Di Maio e non perché tremava dal desiderio fraterno di abbracciarlo, ma perché sperava che il condottiero avrebbe portato un po' della giungla sudamericana nell' asfittica sfida alla Lega. Lo schema è semplice: Dibba deve fare l' anti-Salvini, dire quello che non può (o non vuole) dire Di Maio, recuperare quello che il leader ha perso per strada tra i movimenti del No, qualsiasi sia il tema, da Tap a Tav, da autostrade a trivelle.

     

    Le sue sono incursioni corsare, ruvide. Il bersaglio è quasi sempre Salvini. Colpisce e si nasconde dietro qualche suo collega che dice: «Sono idee personali, è un semplice cittadino, non ha ruoli di governo». Così ha precisato Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera. Argomento: il Venezuela. Dibba aveva detto: «Firmare l' ultimatum Ue al Venezuela è una stronzata megagalattica. E mi meraviglio di Salvini che fa il sovranista a parole ma poi avalla, come un Macron o un Saviano qualsiasi, una linea ridicola». Altre volte serve a calibrare le asprezze di Salvini.

     

    alessandro di battista a porta a porta 18 alessandro di battista a porta a porta 18

    Perché Dibba veste un po' i panni dell' uomo del bar che davanti alla tv sentenzia contro tutti e su tutto. E il linguaggio da bancone si fa disinvolto. Libero da incarichi istituzionali, Dibba si sente il nuovo profeta del Vaffa, l' erede legittimo di Beppe Grillo. Per cui non solo il Venezuela, anche la Tav «è una stronzata» e Salvini, se la vuole, «torni da Berlusconi e non rompa i coglioni». I giornalisti - cui ama dare del tu, perché, disse una volta, «siamo colleghi anche io sono un reporter» - sono «puttane».

    alessandro di battista e sahra in viaggio 5 alessandro di battista e sahra in viaggio 5

     

    Nel M5S fanno un sorrisetto però quando sentono dire che Di Battista sarà il leader del futuro, pronto a fare le scarpe a Di Maio e a riportare alle origini il Movimento. «Pensate, avrei potuto fare il ministro» ci tiene a far sapere lui ogni volta che ricorda le sue rinunce. Il prossimo viaggio doveva essere il Congo, poi l' India, intanto in una riunione di dicembre a Dibba era stata prospettata l' idea di fare il commissario Ue o il sottosegretario di Palazzo Chigi. E lui un pensierino ce lo ha fatto. Ma l' orizzonte lontano chiama e i suoi stessi colleghi non lo vedono tanto a vestire i panni ministeriali. Come dissero dallo staff quando era deputato: «Dibba non sarà mai come Di Maio. Per un semplice motivo: si sveglia tardi».

     

     

    alessandro di battista e sahra in viaggio 1 alessandro di battista e sahra in viaggio 1

    2 – LA CROCIATA DEL «RIVOLUZIONARIO» E DI BATTISTA VUOLE FONDARE IL PRIMO PARTITO DEGLI AFRICANI

    Stefano Vladovich per ''il Giornale''

     

    «Free Africa. Africa libera dal franco cfa». Alessandro Di Battista, appena tornato dall' America Latina, sposa la causa della Grande Madre. E partecipa a un galà organizzato a Tivoli. Galeotto fu l' incontro con Otto Bitjoka, presidente dell' Unione delle Comunità (...) (...) Africane d' Italia, che si è «innamorato» di lui durante l' intervista con Fabio Fazio. «Sì, dopo la trasmissione mi ha contattato - racconta Di Battista a il Giornale - e da un nostro primo incontro è nata una collaborazione».

    otto bitjoka 2 otto bitjoka 2

     

    Un intervento, quello del Dibba a Che Tempo Che Fa, che ha scatenato critiche a non finire. «Mi sono interessato del franco cfa quando ero in Costa Rica - dice Di Battista -, ho capito che gli africani non vogliono più questa moneta». Obiettivo dell' Ucai è quello di facilitare l' integrazione dell' immigrato africano.

     

    Alla serata, organizzata per raccogliere fondi per la neonata organizzazione (il suo battesimo a Milano lo scorso 29 settembre), diplomatici, tenori, attrici e giornalisti. Padrone di casa, nella lussuosa tenuta Sant' Antonio, Otto Bitjoka, ex vice di Extrabanca, oggi consulente finanziario di grandi gruppi, camerunense doc. «Sono in Italia, a Milano, da 40 anni - dice -, sono un italiano». Se solo qualcuno parla di joint venture con il Dibba pentastellato va su tutte le furie.

     

    alessandro di battista a porta a porta 9 alessandro di battista a porta a porta 9

    «Per favore non ci accostate ai 5 Stelle - mette subito le carte in tavola Bitjoka -. Siamo con chi la pensa come noi e sposa le nostre battaglie. Però siamo apartitici. Alessandro Di Battista è stato l' unico ad aver raccolto il nostro invito. Pensate che io sono pure di sinistra». Poi un selfie del Dibba con Marcia Sedoc, attrice e soubrette televisiva. Si lei, quella del Cacao Meravigliao di Quelli della Notte di Renzo Arbore.

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    E il nostro inno, Fratelli d' Italia, cantato a squarciagola dall' ivoriano Juliano (a Roma, dove studia da tenore, lo chiamano tutti Giuliano, anzi Giulià). Di Battista è sempre sorridente e pronto a farsi fotografare. Un «piacione» ma in positivo, elegante e simpatico con tutti. Anche con noi de il Giornale. «Avresti per favore del tabacco da rollare?» chiede. «L' Africa deve essere libera - continua Alessandro Di Battista -, gli africani non vogliono essere aiutati, basta assistenzialismo. Anche loro vogliono essere in grado di far soldi».

    Il nocciolo della questione, il punto in comune con l' Ucai, che fornisce assistenza anche legale agli immigrati, è la questione del franco cfa, l' ex franco coloniale oggi moneta della Comunità Finanziaria Africana.

    ALESSANDRO DI BATTISTA OSPITE DI BARBARA DURSO ALESSANDRO DI BATTISTA OSPITE DI BARBARA DURSO

     

    «È battuto in Francia per 14 Paesi del continente nero. Bisogna liberare gli africani da questa moneta non voluta» sottolinea il grillino. C' è chi gli chiede un commento su Matteo Salvini. Dibba cambia subito tono. Si fa scuro in volto, non ci sta. «Non rispondo, a questa domanda non ti rispondo». Basta incentrare tutto su Salvini, il sottotesto. «La manovra finanziaria? La migliore in assoluto. Bisogna aspettare sei mesi e vedrete» chiosa.

     

    otto bitjoka otto bitjoka

    Poi, come quattro amici al bar, dopo l' aperitivo nel salone principale, il Dibba torna easy, un vero compagnone. «Sei danese?» chiede a un collega videomaker de La7. E subito a parlar di calcio. «Ma quella volta che la Danimarca agli Europei del '92 batté in finale la Germania per 2 a 0?» dice. «Un campionato pazzesco - continua Dibba -. La squadra nordica venne ripescata dopo l' uscita della Jugoslavia per la guerra nei Balcani». Sì, la Germania appena riunificata avrebbe davvero voluto battersi con gli slavi. Destino. Lo stesso che in una fredda sera di gennaio ha fatto incontrare Di Battista e Otto Bitjoka. La prossima meta è già nell' aria: Congo.

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